LE PAROLE DI LANDINI

Dopo l’incontro avuto con Giuseppe Conte, il Segretario generale della Cgil Maurizio Landini, come riporta Ansa, ha detto: “Al Governo chiederemo di aprire un tavolo vero di trattativa sulla riforma delle pensioni e fisco per il superamento della precarietà e per aumentare seriamente i salari. Si intervenga dunque per una riforma fiscale degna di questo nome”.  Intanto, l’Ente di previdenza e assistenza dei biologi (Enpab) prevede di chiedere il bilancio 2023 in positivo con più di 4,6 milioni di euro. E “i proventi finanziari al netto degli oneri finanziari e tributari sono stimati in più di 13,2 milioni, rendendo possibile la copertura del costo connesso alla rivalutazione dei montanti individuali degli iscritti, quantificata per il 2023 in quasi 12 milioni”. Per quanto riguarda l’Enpaia, Ente di previdenza dei dirigenti e degli impiegati in agricoltura, “con valore del patrimonio di oltre 2 miliardi e 241 milioni, stima per il 2022 un rendimento complessivo del portafoglio immobiliare pari a +4,61% rispetto al 2021 e un +4,29% per quello mobiliare”, mentre “il 2021 si è chiuso con un utile di oltre 38 milioni, più del doppio rispetto al 2020”.



L’AUDIZIONE DI BANKITALIA SULLA MANOVRA 2022-2023: “RIFORMA PENSIONI CON IMPATTI LIMITATI SU SPESA PUBBLICA”

Nella lunga lista di critiche mosse da Bankitalia alla Manovra 2022-2023 del Governo Meloni, l’audizione di oggi Fabrizio Balassone – capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia – ha confermato invece un sostanziale “semaforo verde” per la riforma pensioni 2022 contenuta nelle pagine della Finanziaria da poco arrivata in Parlamento. L’impatto delle misure, ha spiegato Balassone davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, è tutto sommato limitato per la spesa pubblica.



Spiega Balassone: «L’impatto delle misure contenute in manovra che riguardano le pensioni, come Quota 103 o Opzione donna, sui flussi di pensionamento e di riflesso sui conti pubblici è limitato». Criticità vengono invece rilevate dai professionisti per quanto riguarda il peso della pressione fiscale sulle Casse pensionistiche: «pressione fisco ha volume importante ed è iniqua, visto che ci viene imposto il 26% sugli investimenti di tutto ciò che non rientra nei titoli di Stato e, anticipando alcuni dati che verranno presentati il prossimo 13 dicembre, a Roma, nell’ambito del XII Rapporto dell’Adepp (l’Associazione degli Enti previdenziali privati), è possibile evidenziare come, lo scorso anno, abbiamo pagato complessivamente oltre 700 milioni di tasse, mentre lo stanziamento per il welfare dei nostri iscritti ammonta a circa 550 milioni»; lo ha detto la vicepresidente dell’Adepp e presidente dell’Enpab (Ente dei biologi) Tiziana Stallone, dal palco del convegno promosso stamani, al Senato, dall’Enpaia (Ente dei dipendenti ed impiegati in agricoltura.



ANIEF CRITICA QUOTA 103

Marcello Pacifico evidenzia che “alla fine, dopo Quota 100 e 102, si sta approvando Quota 103, che però penalizza i lavoratori”, perché comporta assegni pensionistici più bassi. Intervistato da Teleborsa, il Presidente dell’Anief evidenzia che “si evita la Fornero, ma nel frattempo non riusciamo a capire per quale motivo, ad esempio, i dipendenti dell’Esercito italiano possono avere il riscatto gratuito dei contributi dal 1973 e invece gli altri dipendenti pubblici in questi 50 anni sono stati penalizzati. In Anief pensiamo che sia arrivato il momento almeno di fare questo passo”. Per il sindacalista “c’è anche un problema sulle perequazioni delle pensioni: nel momento in cui si va sempre più verso un sistema contributivo, non si può penalizzare chi ha pagato di più, ma bisogna tenere conto che chi ha pagato” tutti i contributi previdenziali per decenni “ha diritto ad avere una giusta pensione insieme a tutti gli altri lavoratori”.

LE PAROLE DI BOCCIA

“Dov’è il Matteo Salvini che doveva mandare gli italiani in pensione con quota 41? Dove sono i superman della destra che dovevano sanare le ingiustizie della legge 214 del 2011? La loro quota 103, che viola i diritti acquisiti di chi ha pagato i contributi, è più restrittiva della cosiddetta legge Fornero”. Così Francesco Boccia, senatore del Partito democratico, come riporta Ansa, critica le scelte della Legge di bilancio. “Noto che sulle pensioni c’è un’attenzione esclusiva all’età di uscita, ma credo sia una faccenda fuorviante. La presidente Giorgia Meloni sa bene come il vero nodo sia che, chi andrà in pensione tra qualche lustro, avrà assegni tanto bassi da costituire un problema. Una riflessione complessiva quindi è utile, oltre che urgente. Occorre evitare, inoltre, che persone con carriere lavorative simili vadano incontro a trattamenti completamente diversi”, è invece il pensiero di Nicola Rossi, economista ed ex senatore dem, espresso in un’intervista al Giornale.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GIORGETTI

Nel corso dell’audizione sulla Legge di bilancio, come riporta Ansa, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha detto: “Facciamo un intervento doloroso sulle pensioni non minime, ma che corregge di circa 10 miliardi nei tre anni l’andamento” della spesa pensionistica. “Avrei preferito non farlo ma in assenza di questo, la quadratura del cerchio non poteva avvenire”. La Corte dei Conti, però, come riporta rainews, evidenzia che il blocco parziale delle rivalutazioni “va ad inserire ulteriori elementi di incertezza in un sistema che fatica a trovare un assetto definito in senso assicurativo e dal cui ridisegno dipende, in misura rilevante, la sostenibilità del nostro debito. Una incertezza che caratterizza anche il futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli”.

CGIL IN PIAZZA IL 16 DICEMBRE

Contro la manovra la Cgil scenderà in piazza il 16 dicembre in diverse regioni. Il Segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Villiam Pezzetta, come riporta collettiva.it spiega che “ciò che troviamo inaccettabile in questa manovra è l’assenza pressoché totale di risposte alle nostre richieste unitarie in materia di decontribuzione del lavoro, dove siamo rimasti fermi alle posizioni conquistate con il precedente Governo, di maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione, perché quota 103 è una soluzione di impatto quasi irrilevante, di fisco, dove manca qualsiasi segnale di alleggerimento della pressione su salari e pensioni. Mentre aumenta, paradossalmente, il perimetro della flat tax, con un ulteriore, grave colpo alla progressività del nostro sistema fiscale”.

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