IL CHIARIMENTO SU APE SOCIAL E MONTANTE CONTRIBUTIVO

Rispondendo alla domanda posta da un lettore del sito di Repubblica all’esperto pensioni, mirata a capire se l’accesso all’Ape social potesse incidere negativamente sul montante contributivo della futura pensione di vecchiaia, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro spiega che “la pensione di vecchiaia di un soggetto che abbia percepito l’Ape Sociale viene calcolata senza alcun taglio o elemento peggiorativo, rispetto ai soggetti ‘non apisti’.



Infatti, la quota contributiva di pensione sarà calcolata con il coefficiente di trasformazione vigente nell’anno di maturazione dell’età pensionabile di vecchiaia, con valore plausibilmente superiore rispetto a quello dell’Ape Sociale, valorizzando anche la rivalutazione nel frattempo maturata dal montante contributivo, nonché eventuale altra contribuzione da lavoro acquisita, entro le soglie di cumulabilità, durante la percezione dell’Ape Sociale”.



14ESIMA PENSIONI, QUALE IMPORTO ARRIVERÀ?

Come già anticipato nei giorni scorsi, il mese di luglio vedrà i pensionati con una duplice piacevole sorpresa: bonus 200 euro (l’intervento una tantum del Decreto Aiuti) e Quattordicesima, il tutto attendendo novità ben più importanti nei prossimi mesi con la messa a punto della riforma pensioni 2022-2023.

In attesa di capire come saranno rivoluzionate le previdenze degli italiani, il nodo della Quattordicesima e del suo importo rappresenta un punto di chiarimento per diversi pensionati. Nella rubrica della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su “La Repubblica”, un pensionando chiede nello specifico a quanto possa ammontare il suo assegno per la 14esima. Al di là degli evidenti differimenti per le diversità di trattamenti pensionistici, in generale «i requisiti reddituali nel 2021, in attesa di aggiornamento, sono stati comunicati con messaggio 2407/2021 dell’Istituto e prevedono differenti coordinate a seconda che il soggetto sia già titolare della cd. ’14ma’ o se sia la prima erogazione e, soprattutto, in funzione del numero di contributi accreditati nella propria posizione». Sempre l’Inps per il 2021 vede un reddito massimo di 13.909 euro lordi annui: per cui, «l’importo risulta ridotto a seconda del n. di annualità contributive possedute». (Agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI CAVALLARO

Ieri si è celebrata la Festa della mamma e il Segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, come riporta zoom24.it, ha evidenziato come la ricorrenza potesse “diventare l’occasione per discutere seriamente di rilancio della maternità”.

“Non è un caso se in fatto di natalità il nostro Paese registri livelli ai minimi storici. Più sinteticamente in Italia la donna è ancora costretta a scegliere se lavorare o essere mamma. Condizione rimarcata durante la pandemia, soprattutto al Sud dove mancano i servizi sociali indispensabili per garantire le giuste tutele alle donne lavoratrici. Bisogna intervenire sulla contrattazione, sulle pensioni. Determinante sarà sfruttare al massimo le opportunità del Pnrr che tra gli obiettivi principali ha proprio quello di rilanciare l’occupazione femminile. Il lavoro non va mai a scapito della famiglia ma è lo strumento per sostenere concretamente la formazione di nuovi nuclei familiari e quindi la maternità: autentico ed imprescindibile investimento di sviluppo di un Paese”, ha aggiunto il sindacalista.

RIFORMA PENSIONI, I DATI EUROSTAT

Come spiega Il Sole 24 Ore, il 1° luglio “i titolari di pensione con un reddito annuo non superiore ai 35mila euro”, grazie al bonus da 200 euro che è stato approvato dal Governo, riceveranno “un assegno, se non proprio in formato maxi, sicuramente sostanzioso”.

“Aiuti anche per i ‘prepensionati’ e per chi a giugno avrà percepito, ma con gli stessi vincoli, l’indennità di disoccupazione (Naspi e Dis-Coll). Un’una tantum che di fatto si aggancerà alla cosiddetta 14esima, sempre in pagamento a luglio con lo stesso cedolino, di cui beneficiano i pensionati con un reddito personale annuo inferiore ai 13.659,88 euro”, aggiunge il quotidiano di Confindustria, specificando che “i 200 euro, dunque, dovrebbero essere ‘caricati’ in un’unica soluzione nel cedolino in arrivo il 1° luglio in aggiunta al rateo della pensione. E con lo stesso maxi-cedolino a circa 4 milioni di pensionati con un reddito personale annuo inferiore ai 13.659,88 euro sarà pagata anche la ‘somma aggiuntiva annuale’, comunemente denominata ‘quattordicesima’, che viene erogata dal 2008”.

RIFORMA PENSIONI, I DATI EUROSTAT

RIFORMA PENSIONI. Come riporta Ansa, sulla base degli ultimi dati dell’Eurostat sull’occupazione, “in Italia lavoravano nel 2021 in media 4 milioni 588mila persone tra i 55 e i 64 anni con un aumento di 1 milione 775mila unità rispetto a 10 anni prima”.

Nell’Unione europea, invece, “nello stesso periodo l’occupazione nella fascia più anziana è cresciuta di oltre 11 milioni di unità”. Tornando ai dati relativi al nostro Paese, “grazie alla riforma pensioni che negli anni e in diverse versioni ha aumentato l’età di accesso al pensionamento e all’andamento demografico in Italia lavorava nel 2021 il 53,4% delle persone tra i 55 e i 64 anni con un aumento di 15,9 punti percentuali. Il dato è ancora più evidente per le donne (+16,1 punti, dal 27,9% al 44%)”. Di fatto, quindi, viene confermato l’effetto della riforma pensioni targata Fornero, soprattutto sulle donne.

RIFORMA PENSIONI, L’INDAGINE DELLO SPI-CGIL VENETO

Collettiva.it riporta invece i dati di un’indagine realizzata dallo Spi-Cgil del Veneto, da cui emerge come un anziano su due sia in difficoltà con il pagamento delle bollette. Elena di Gregorio, Segretaria generale dello Spi-Cgil Veneto, chiede “al Governo di valutare la situazione dei nostri anziani che stanno perdendo potere d’acquisto a causa di un’inflazione programmata all’1,7 per cento. Chiediamo l’estensione del bonus energia oltre i 12 mila euro di reddito Isee, l’innalzamento della quattordicesima per le pensioni più basse e l’ampliamento della platea dei beneficiari e un intervento serio sul fisco, perché è inaccettabile che pensioni e lavoro dipendente siano tassate più delle rendite finanziarie”. Per la sindacalista, il bonus di 200 euro previsto nel decreto aiuti è una prima risposta ma rimane una soluzione tampone”.

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