LA PROPOSTA DI LOCATELLI
Intervenendo a Sky TG24, Alessandra Locatelli, ministra per la Disabilità, come riporta Ansa, ha detto che “per quanto riguarda le pensioni di invalidità, proporrò come legge nel 2023 perché serve una revisione totale di questi sistemi di pensioni. In futuro credo che tutte le norme che attengono al mondo della disabilità debbano essere contenute in un testo unico”. Riguardo ai caregiver familiari, “l’intenzione è quella di portare avanti una proposta di legge univoca dove mi auguro che venga trovato un punto di caduta rispetto ai sette anni precedenti in cui il dibattito ha fatto un po’ allontanare da quelle che erano le decisioni da prendere”. “Vorrei che il ministero della disabilità un giorno non ci fosse più, ho detto perché mi auguro che un giorno, a tutti i livelli istituzionali, non ci sia più bisogno di qualcuno che debba far sentire la voce delle persone con disabilità. Le leggi ci sono ma non tutto è stato applicato e c’è ancora tanto lavoro da fare, penso alla scuola, ai caregiver familiari, alle pensioni di invalidità”, ha aggiunto.
LA RIFORMA PENSIONI DI QUOTA 41 PARTIRÀ: LA GARANZIA DEL MEF
Per evitare il ritorno della riforma pensioni Fornero, il Governo Meloni già nella Manovra 2022-2023 inserirà un meccanismo di Quota 41 da strutturare poi meglio nel prossimo anno: dopo le parole di Durigon arriva la conferma anche dal Ministero dell’Economia, con il sottosegretario Federico Freni intervenuto oggi all’apertura dell’assemblea della Cida (Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità). «Certamente partirà Quota 41, questa è una certezza», sottolinea l’esponente della Lega confermando la presenza della riforma pensioni all’interno della prossima Finanziaria.
Le incertezze al momento riguardano la formula con cui sarà avviata la proto-riforma di Quota 41: «Se Quota 41 partirà netta, secca, senza un coefficiente annuale in questo momento tenderei ad escluderlo. Partirà probabilmente con 61 o 62 anni, vedremo come e quando, ma certamente partirà». L’importante, garantisce ancora il sottosegretario Freni, «è che nel 2023 non ci sarà la legge Fornero». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Intervistato dal Quotidiano Nazionale, Pierpaolo Bombardieri in tema di riforma delle pensioni ha detto: “Non so che cosa voglia fare il governo, mi limito a registrare che ci sono tante proposte. Forse troppe. Noi, invece, pensiamo che sia necessaria una riforma strutturale, attenta ai giovani che fanno lavori precari e che devono poter contare su una pensione di garanzia domani, che dia risposte alle donne, i cui problemi sono spesso avvolti dalla retorica delle pari opportunità. Così come pensiamo che bisogna studiare una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni”. Il Segretario generale della Uil ha anche spiegato di ritenere importate la Quota 41 senza vincoli di anzianità contributiva e ha ricordato che “stranamente, dal dibattito attuale, è sparito il tema degli extraprofitti che le aziende, e non solo quelle energetiche, hanno accumulato prima nel periodo del Covid e poi con i rincari delle materie prime”. Se venissero tassati al 35%, “avremmo altri 14,5 miliardi” da poter utilizzare anche per misure previdenziali.
LE PAROLE DI GANGA
Ignazio Ganga evidenzia l’importanza che il “Governo apra al più presto il confronto sulle pensioni”, anche perché “in questi giorni abbiamo visto riemergere dalla stampa varie ipotesi che non risultano sempre coerenti con le richieste del sindacato, portate al tavolo del presidente del Consiglio Meloni e del ministro del Lavoro Calderone nei giorni scorsi”. Secondo il Segretario confederale della Cisl, i lavoratori e le lavoratrici “hanno bisogno di chiarezza e di essere rassicurati che da gennaio non subiranno lo scalone di 5 anni per andare in pensione”. La richiesta della Cisl “rimane quella di maggiore flessibilità per andare in pensione, ogni altra misura non può prescindere dalla possibilità di pensionamento a partire dai 62 anni di età e anche dalla facoltà di pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall’età”. “In vista della prossima legge di Bilancio è indispensabile che siano inseriti interventi sulle pensioni ed è per questo che chiediamo chiarezza al Governo”, conclude Ganga.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CUZZILLA
Stefano Cuzzilla ritiene che “garantire pensioni sostenibili alle giovani generazioni con il rilancio della previdenza integrativa può e deve essere un obiettivo perseguibile”. Il Presidente di Federmanager e Cida, come riporta Labitalia/Adnkronos, ha evidenziato che “il secondo pilastro della previdenza non è mai decollato perché manca una appropriata educazione finanziaria e sono insufficienti gli strumenti che possono incentivare adeguatamente il ricorso a questa forma integrativa. Sappiamo bene che la pensione non potrà in futuro essere totalmente a carico dello Stato e il sistema non sarà in grado di far fronte alla spesa pensionistica: nel 2050 il rapporto tra individui in età lavorativa e individui fuori dall’età lavorativa sarà di 1 a 1”.
GLI INTERVENTI NECESSARI SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Per Cuzzilla, di fronte a questo scenario “è bene prendere subito le misure più opportune” di riforma delle pensioni. “In tema di previdenza complementare ma anche di sanità integrativa, la bilateralità tra Federmanager e Confindustria è, da tempo, un punto di riferimento costante delle relazioni tra le parti. Previndai è da trenta anni uno dei pilastri, insieme al Fasi, dei nostri sistemi di rappresentanza che manifestano costantemente una valida azione di integrazione con l’azione dello Stato. Previndai svolge un ruolo di assoluto rilievo anche come investitore istituzionale, negli ultimi anni ha investito nell’economia reale ed è un esempio virtuoso di gestione del patrimonio garantito dagli iscritti”, ha quindi aggiunto parlando all’evento per i 30 anni di Previndai, il fondo di previdenza integrativa dei dirigenti di aziende industriali.
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