LE PAROLE DI CAPONE
Al confronto tra Governo e sindacati a palazzo Chigi ieri ha preso parte anche l’Ugl, il cui Segretario generale, Paolo Capone, ha fatto presente che per quanto riguarda la riforma delle pensioni “servono meccanismi di flessibilità in uscita volti a garantire il turnover generazionale. Occorre, pertanto, prorogare e stabilizzare l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 102. Siamo favorevoli a una misura come Quota 41, riferita alla sola anzianità contributiva e all’introduzione di meccanismi di garanzia sulle pensioni future per i giovani, le donne e, più in generale, per coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue”. Resta comunque da capire quanto il Governo potrà essere “ricettivo” sulla richiesta di Quota 41, vista la necessità di contenere i costi della misura. Al momento le indiscrezioni parlano di un intervento che leghi Quota 41 a una soglia anagrafica pari ad almeno 61 anni, andando a dar vita a una nuova Quota 102 che potrebbe restare in vigore per un solo anno.
LA POSIZIONE DELLA CISL SULLA RIFORMA PENSIONI DEL GOVERNO MELONI
«È stato un incontro importante e positivo, apprezzabile soprattutto per il fatto che la premier Meloni si è impegnata a dare centralità al dialogo sociale sia nella gestione dell’emergenza che nella definizione di riforme e degli investimenti in Legge di Bilancio»: lo ha detto il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra al termine dell’incontro di ieri con il Governo Meloni circa la riforma pensioni, le misure contro il caro-energia e in generale il futuro della tenuta sociale in vista della Manovra di Bilancio prevista per fine anno.
Secondo il n.1 della Cisl, a differenza del suo collega della Cgil, l’apertura al Governo è decisamente più convinta ma non mancano le richieste urgenti poste sul tavolo dell’esecutivo: «Dobbiamo scongiurare lo scalone della Legge Fornero e avviare il tavolo politico per la riforma delle pensioni, confermare ed elevare la decontribuzione del 2% sul cuneo fiscale, ridisegnando il sistema tributario, operare un deciso taglio delle tasse su lavoro e pensioni, centrare gli obiettivi del PNRR generando buona occupazione specialmente femminile e giovanile, rilanciare politiche sociali, scuola, sanità, non autosufficienza».
LE PAROLE DI CALDERONE
Come riporta Adnkronos, Marina Calderone, ospite di Porta a Porta, ha spiegato che in tema di riforma delle pensioni “in questo momento dobbiamo lavorare sulle ipotesi esistenti. Opzione donna e l’Ape sociale sono per il Governo da riconfermare e poi quota 41 non può essere solo un 41 secco quindi e solo esclusivamente 41 anni di contributi, ma invece può essere un punto di partenza di un ragionamento che però contempli anche un collegamento a un gate di uscita che è l’età”, che realisticamente “può essere intorno ai 62-63 anni come ipotesi di lavoro però ci potrebbe essere un ragionamento sui 61″ e “quello solo per un anno in attesa di una riforma strutturale che vada anche a interessare la previdenza complementare”. Il ministro del Lavoro ha anche evidenziato l’importanza di affrontare il tema della futura spesa pensionistica e di “cosa saranno le pensioni dei nostri figli e dei nipoti”.
LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Ieri si è tenuto l’incontro tra Governo e sindacati in cui si è accennato anche al tema della riforma delle pensioni. “Serve una riforma fiscale e delle pensioni, ma non sembrano esserci ancora decisioni. Abbiamo presentato la nostra piattaforma e aspettiamo di poter entrare nel merito”, ha detto, come riporta Radiocor, il Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri al termine del confronto. Come riporta Ansa, il sindacalista ha aggiunto che “si è parlato anche di come intervenire per separare l’assistenza dalla previdenza”. Sembra, tuttavia, come spiega Repubblica, che Cgil, Cisl e Uil siano consapevoli che un vero intervento profondo sulla previdenza si potrà fare solo l’anno prossimo perché entri in vigore nel 2024. Nicola Calandrini, Senatore di Fratelli d’Italia, nel suo intervento in aula sulla Nadef ha evidenziato, come riporta Radiocor, che “agiremo con risorse che terranno conto dei saldi di finanza pubblica, servirà prudenza”, ma l’idea è “lottare contro il ritorno della legge Fornero sulle pensioni”.
RIFORMA PENSIONI, L’IPOTESI DEL GOVERNO
Sembra ormai certo che nella prossima Legge di bilancio non ci saranno interventi “rivoluzionari” in tema di riforma delle pensioni. Stando a quanto riportano Il Mattino e Il Messaggero, il Governo avrebbe intenzione di muoversi verso una Quota 102 contenente la Quota 41. Di fatto si potrebbe accedere alla quiescenza in anticipo con 61 anni di età e 41 di contributi. Questa “nuova Quota 102 durerebbe soltanto un anno, fino al 31 dicembre del 2023, per poi essere sostituita da una nuova riforma strutturale della legge Fornero, che il ministro del lavoro Marina Elvira Calderone, vorrebbe mettere in cantiere il prossimo anno sedendosi al tavolo con i sindacati”. Per questo intervento, “gli oneri pensionistici sarebbero di 1,13 miliardi di euro. Una somma che salirebbe fino a 1,31 miliardi considerando gli oneri totali”.
UN VANTAGGIO SOLO PER GLI UOMINI
Questa soluzione consentirebbe alla Lega di poter dire di aver introdotto Quota 41, seppur non come immaginata inizialmente (cioè senza vincoli anagrafici), con la possibilità di ampliarla l’anno prossimo. I sindacati non ne potranno essere molto soddisfatti. I più critici potranno evidenziare che questo intervento favorirà più gli uomini che le donne, vista la difficoltà a raggiungere i 41 anni di anzianità contributiva e il fatto che attualmente le italiane hanno diritto all’accesso anticipato alla pensione di anzianità, e senza limiti di età, una volta raggiunti i 41 anni e 10 mesi di contributi, mentre per gli uomini tale soglia è posta a 42 anni e 10 mesi. È dunque evidente che gli italiani avrebbero più vantaggi da questa nuova Quota 102, anche perché Opzione donna, che con tutta probabilità verrà prorogata, prevede il penalizzante ricalcolo contributivo dell’assegno.
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