LE PAROLE DI LETTA

Enrico Letta, in un’intervista al Quotidiano Nazionale, spiega che “vogliamo rendere strutturali tutti gli strumenti che permettono anticipi pensionistici a chi svolge lavori usuranti, alle donne e a chi si prende cura di un familiare non autosufficiente. Penso in particolare ad Ape Sociale (che vogliamo estendere agli autonomi) e ad Opzione Donna. Inoltre, per chi lo desidera, vogliamo introdurre nuove misure di flessibilità a partire dai 63 anni, la natura del sistema contributivo lo permette senza mettere a rischio i conti pubblici”. Il Segretario del Partito democratico evidenzia anche che “le proposte della destra invece non solo rischiano di far saltare il bilancio dello Stato (scaricando i costi sulle giovani generazioni), ma sono anche estremamente rigide: gli stretti criteri di Quota 100 hanno fatto sì che i principali beneficiari siano stati uomini del Nord con un reddito medio-alto. È assurdo e ingiusto”.



ACERBO ALL’ATTACCO DEL PD

Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista, che alle elezioni si presenta con la lista Unione popolare, guidata da Luigi De Magistris, spiega, in un’intervista al Manifesto, che “il Pd ha le maggiori responsabilità nella precarizzazione del lavoro, nelle controriforme delle pensioni e nelle privatizzazioni. E a pochi giorni dal voto scopre una vocazione sociale. Ma nel loro programma non c’è l’abolizione del Jobs Act, solo frasi generiche sulla precarietà. Hanno votato contro il reddito di cittadinanza, e la proposta sul salario minimo del ministro Orlando è evanescente e coprirebbe solo una minima parte dei 4,5 milioni di lavoratori a bassissimo reddito. Tra poco scopriranno di essere anche pacifisti per raccattare qualche voto…”. Nel programma di Unione popolare è prevista l’abolizione della Legge Fornero, con la possibilità di andare in quiescenza a 60 anni o con 35 anni di contributi, oltre che l’aumento delle minime a 1.000 euro al mese e un tetto all’importo degli assegni più elevati.



L’INTERVENTO AUSPICATO DA DI MAIO

Intervistato dal Corriere della Sera, Luigi Di Maio spiega che a suo modo di vedere un intervento di riforma delle pensioni deve essere “legato alla crescita economica del Paese. Un occhio va dato ai giovani, che sono coloro che hanno più incertezze. Poi c’è il problema delle pensioni minime. Secondo Coldiretti, nel 2022, avremo speso 600 euro in più per fare la spesa: dovremo approvare un riconoscimento una tantum a fine anno per chi percepisce pensioni più basse”. Intanto, come riporta radiodigiesse.net, Andrea Gentile, candidato di Forza Italia, evidenzia che “l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, l’attenzione ai più deboli, agli anziani, alle persone con disabilità e la riduzione delle tasse, anche attraverso il taglio del cuneo fiscale per lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori, sono due priorità del nostro programma”.



LE PAROLE DI MATTIA

Aldo Mattia, candidato di Fratelli d’Italia, spiega, come riporta sassilive.it, che “sarà necessario mettersi subito al lavoro per individuare risorse che puntino all’innalzamento delle pensioni minime, sociali e di invalidità. Quanto al mondo del lavoro, occorre maggiore flessibilità in uscita e poi per un accesso alla pensione, favorendo il ricambio generazionale. Sarà opportuno, poi, che il nuovo governo attui misure di controllo sull’effettiva applicazione degli incentivi all’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. E rimanendo in tema, vanno potenziate le politiche mirate alla piena presa in carico delle persone con disabilità, anche attraverso l’incremento delle relative risorse, senza tralasciare i lavoratori fragili, immunodepressi e con disabilità gravi, per i quali servono maggiori tutele”. L’Usb di Pisa, intanto, si prepara al Congresso provinciale che si terrà sabato. Tra le proposte del sindacato di base, spiega pisatoday.it, c’è anche la “riduzione dell’età pensionabile”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MELONI

Intervistata dal Quotidiano Nazionale, Giorgia Meloni spiega che in tema di riforma delle pensioni “bisogna rafforzare tutti gli strumenti di flessibilità in uscita, compatibili con la tenuta dei conti pubblici e del sistema pensionistico. Certamente va rinnovata la misura Opzione donna e bisogna avere grande attenzione nei confronti lavori usuranti. Oltre a ciò, tutte le forme di flessibilità che consentono al lavoratore di modulare età della pensione e assegno pensionistico vanno semplificate. Dobbiamo inoltre cominciare a ragionare in modo serio della situazione di chi andrà in pensione interamente con il sistema contributivo. Fin dalla riforma Amato delle pensioni, passando per il famigerato scalone di Prodi, si è sempre scaricato il conto della tenuta pensionistica sulle giovani generazioni”.

I CAMBIAMENTI NECESSARI PER IL SISTEMA CONTRIBUTIVO

Per questo, secondo la leader di Fratelli d’Italia, “è tempo che la politica affronti quella che potrebbe diventare a vera bomba sociale. Avremo persone che matureranno il diritto alla pensione a 70 anni con un assegno da fame. Quindi dobbiamo bloccare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile alla speranza di vita”. Intervistata dal Sole 24 Ore, Meloni chiede anche l’eliminazione del “minimo contributivo per artigiani e commercianti” e della norma che, nel sistema contributivo puro, “permette di ricevere la pensione solo se l’assegno previsto supera di 1.5 volte la pensione sociale” e di quella che non prevede l’adeguamento al minimo. Inoltre, propone una “pensione sociale ai sessantenni privi di reddito”.

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