L’IMPORTANZA DEL RISCATTO DELLA LAUREA
Un articolo del sito del Corriere della Sera ricorda che lo scorso ottobre Pasquale Tridico, durante un’audizione alla commissione lavoro della Camera, “aveva aperto alla proposta di riscatto gratuito della laurea da indirizzare alla pensione di garanzia per i giovani: ‘Il riscatto della laurea ha due caratteristiche positive – aveva detto -, incentiva il giovane e contribuisce all’aumento delle skills in un paese dove il tasso dei laureati è tra i più bassi dell’Ue’.
Anche a causa della guerra in Ucraina, che ha sconvolto l’agenda politica non solo dell’Italia, l’argomento, per ora, è finito nel limbo. Ma in attesa che anche l’Italia segua la via già tracciata da altri Paesi, come la Germania, dove il riscatto gratuito è possibile anche per gli ultimi due anni delle scuole superiori, l’Inps a inizio aprile ha dato nuovi chiarimenti (messaggi 1512 e 1631) sul riscatto della laurea”, evidenziando che “periodi di esperienze formative (anche risalenti nel tempo), che rendono di fatto la durata del corso di laurea inferiore, sono riscattabili”.
ALLARME GIOVANI SULLA RIFORMA PENSIONI: CAMBIERÀ IL DEF?
L’allarme lanciato ieri dal segretario nazionale dello Spi Cgil sulla prossima riforma pensioni 2022, aggiunto a quello dei vari partiti di maggioranza, potrebbe portare ad una prossima, imminente, modifica nel Def e soprattutto nella Manovra di Bilancio prevista in autunno.
«I giovani, soprattutto le donne, che oggi stanno lavorando con contratti precari, un domani saranno i nuovi poveri con pensioni da fame, paragonabili a quelle delle nostre nonne nel dopoguerra. Nel savonese, i primi casi si stanno già verificando. Una prospettiva futura, che va a sommarsi a una situazione presente non meno difficoltosa: nella nostra provincia sono ben 15 mila i percettori di una pensione minima, sotto la soglia dei 700 euro, quindi al limite della povertà», lo ha detto Ivan Pedretti nel convegno organizzato a Savona dalla Cgil. Anche sul fronte Centrodestra la riforma pensioni attesa per il prossimo anno dovrà contenere importanti novità su precari e giovani: «Bene che il Governo nel Def abbia riservato un passaggio alle necessarie politiche strutturali in tema di sistema pensionistico, specie per ciò che riguarda i giovani, per i quali il trattamento sarà totalmente contributivo e, in alcuni casi, potrà purtroppo essere caratterizzato da discontinuità dei versamenti periodici», ha spiegato il deputato di Forza Italia Carlo Giacometto, componente della Commissione Finanze alla Camera. Per il forzista, occorre passare dalla logica del “quando” andare in pensione a quella del “quanto” in termini di assegno: «Ecco perché Forza Italia ha proposto al disegno di legge delega sulla riforma fiscale alcuni emendamenti che vanno proprio in quella direzione: un vero e proprio “pacchetto giovani”». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI OLIVETI (ENPAM)
La Corte dei Conti ha promosso i bilanci del triennio 2018-2020 dell’Enpam, che in una nota ricorda che il saldo totale “si mantiene sempre positivo, sia pur con un andamento altalenante”. Come riporta quotidianosanita.it, il Presidente dell’Enpam Alberto Oliveti tiene a precisare che l’adozione del saldo totale, parametro su cui viene valutata la sostenibilità delle casse previdenziali dei professionisti, “non era scontata e risale al dialogo avuto personalmente con l’allora ministro del lavoro Fornero all’epoca della riforma delle pensioni di un decennio fa. Il saldo totale infatti comprende i proventi degli investimenti fatti con il patrimonio accantonato, che Inps per esempio non ha. Se fossimo stati vincolati al solo equilibrio tra entrate contributive e spesa per pensioni, cioè il saldo previdenziale, al momento della riforma avremmo dovuto chiedere sacrifici ancora maggiori, con il paradosso che le casse private come l’Enpam avrebbero mantenuto un patrimonio da parte senza poterlo utilizzare a vantaggio degli iscritti”.
LA PROTESTA DI FORESTALI E VIGILI DEL FUOCO
Come riporta l’edizione locale della Stampa, ad Aosta oggi si terrà un presidio di Forestali e Vigili del fuoco (accompagnato da uno sciopero), per rivendicazioni riguardanti stipendi e pensioni. “Chiediamo l’equiparazione ai contratti applicati a livello nazionale, ma l’inerzia da parte della Regione è totale”, fanno sapere i sindacati. Venerdì, invece, è in programma la mobilitazione nazionale dell’Usb e, come riporta eukonews, l’Usb Abruzzo e Molise ricorda che “licenziamenti, bassi salari, precarietà, smantellamento dei servizi pubblici, contratti nazionali di lavoro al servizio degli interessi e del guadagno delle imprese, degli enti bilaterali, della sanità e pensioni integrative, sono le cose che noi operai dobbiamo combattere per migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro. L’aumento del costo della vita, dai beni di consumo alle bollette ai carburanti, non è sostenibile senza importanti e automatici aumenti salariali e senza interventi dello stato per casa, scuola, pensioni, trasporti, sanità pubblici”.
RIFORMA PENSIONI 2022, L’OSTACOLO PER IL POST-QUOTA 102
Come ricorda Il Sole 24 Ore, con il Def è stato evidenziato come la maggiore indicizzazione delle pensioni che ci sarà nei prossimi anni, a causa dell’aumento dell’inflazione, contribuirà alla crescita della spesa pensionistica, già levitata negli ultimi anni a causa di misure di riforma delle pensioni come Quota 100, sostituita da quest’anno da Quota 102, che però resterà in vigore fino al prossimo 31 dicembre.
E proprio i conti relativi alla spesa previdenziale potrebbero incidere sui provvedimenti da adottare per il post-Quota 102. All’elevato livello di spesa strutturale, spiega il Def, si sommeranno le ricadute delle uscite complessive per il welfare dovute all’impennata dell’inflazione con una “più elevata indicizzazione ai prezzi delle prestazioni”.
RIFORMA PENSIONI 2022, L’OSSERVAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI
Come spiega il quotidiano di Confindustria “le annotazioni contenute nel Def fanno capire come siano esigui gli spazi disponibili per tutelare maggiormente i trattamenti pensionistici e, allo stesso tempo, aprire la strada a forme di flessibilità in uscita, così come vorrebbero i sindacati, ma anche Leu e un parte del Pd e del M5s.
Sempre parlando di riforma pensioni, a caldeggiare la flessibilità in uscita è stata di fatto anche la Corte dei conti nell’ultima audizione in Parlamento nel rilanciare la proposta di ‘convergere gradualmente, ma in tempi rapidi, verso una età uniforme per lavoratori in regime retributivo e lavoratori in regime contributivo puro’ (quindi, a 64 anni d’età) attraverso l’adozione di ‘una correzione attuariale anche sulla componente retributiva dell’assegno’”.
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