GLI OSTACOLI AGLI ENTI PREVIDENZIALI PROFESSIONALI
Gianluca Cantalamessa, deputato della Lega e membro della commissione Finanze, nel corso del webinar “Dalla doppia tassazione ai limiti agli investimenti: l’autonomia della previdenza privatizzata è in pericolo?” promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei Ragionieri e degli Esperti contabili ha evidenziato, come riporta ilroma.net, che “l’Italia è il Paese delle cose fatte a metà come avvenuto per la privatizzazione delle casse di previdenza.
Si è lavorato fino al raggiungimento di un primo step e poi si è arenato tutto. Condivido l’analisi del professore Sabino Cassese quando afferma che bisogna superare tutte le incongruenze che impediscono agli enti previdenziali professionali la loro piena autonomia. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, a partire dal fenomeno della doppia tassazione che è profondamente iniquo. Oggi gli istituti pensionistici privatizzati da una parte vengono considerati alla stregua dei fondi pensioni e dall’altra come organismi pubblici”.
LA BRUTTA SORPRESA PER I GIORNALISTI
Il passaggio dell’Inpgi all’Inps rischia di essere “doloroso” per i giornalisti. I ministeri dell’Economia e del Lavoro, infatti, come ricorda articolo21.org, hanno deciso di “dar corso a una delibera approvata dal Cda dell’Inpgi prima dell’approvazione della norma che dispone il passaggio all’Inps”, norma prevista tra le misure di riforma pensioni nella Legge di bilancio 2022, e così, “a partire da gennaio 2022 e per i prossimi cinque anni, i giornalisti attivi e pensionati dovranno subire un prelievo previdenziale addizionale dell’uno per cento mensile”.
Tale provvedimento, però, “era stato adottato dall’Inpgi nell’ambito delle misure di riequilibrio dei conti sollecitate dal Governo. Con il passaggio all’Inps tale maggiorazione è diventata inutile, oltre che iniqua, dal momento che dal primo luglio 2022 i giornalisti sono equiparati a tutti gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti dell’Inps”. La Fnsi ha quindi chiesto un intervento dei ministeri per evitare possibili contenziosi.
LA RICHIESTA DELL’ANIEF
Dall’Anief arriva la richiesta di utilizzare i risparmi derivanti dalle domande per Quota 100 inferiore al previsto per altre misure di riforma delle pensioni, in particolare per fare in modo che “lo Stato provveda finalmente a pagare il riscatto degli anni di studio universitari.
Riscattare gratuitamente la laurea diventa infatti decisivo per permettere a tanti lavoratori di raggiungere un monte di anni tali da uscire dal lavoro attorno ai 60 anni. A questo proposito, soprattutto per determinate categorie a rischio burnout, come nella scuola e nella sanità, occorre approvare con urgenza una norma che permetta di uscire dal mondo lavorativo nella fascia di età anagrafica 59-63 anni senza penalizzazioni: è un passaggio fondamentale, che prevede il riconoscimento del lavoro usurante a scuola con una ‘finestra’ di uscita dedicata e un ‘bonus’ di almeno un anno per le donne lavoratrici madri”. Richieste molto chiare in linea con quelle già presentate nei mesi scorsi dal sindacato.
IL PASSAGGIO DELL’INPGI ALL’INPS
L’Inps ricorda che in base a quanto disposto da una misura di riforma pensioni contenuta nella Legge di bilancio, dal 1° luglio “la gestione sostitutiva dell’Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani) passerà all’Inps.
L’Inps ha già disposto i pagamenti delle prestazioni pensionistiche a partire dalla stessa data”. L’Istituto, inoltre, “in sinergia con Inpgi, utilizzando gli strumenti postali e di comunicazione elettronica, ha recepito le corrette coordinate di pagamento da parte di quei beneficiari i cui Iban presentavano criticità. I pensionati che non hanno ancora fornito un Iban idoneo hanno ricevuto un’apposita comunicazione nella quale sono riportate le istruzioni utili per ottenere il rateo di luglio 2022 tramite bonifico domiciliato. Tale opzione consentirà all’utente, nell’immediato, di ritirare la pensione in contanti presso qualunque ufficio postale. Per ovviare ogni difficoltà futura, nella stessa comunicazione sono fornite – inoltre – le indicazioni per trasmettere un Iban valido”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SCOTTO
Arturo Scotto, in un’intervista all’Argomento in cui commenta il risultato delle elezioni parlamentari francesi, ricorda l’importanza del tema della riforma delle pensioni per la sinistra. Il coordinatore di Articolo Uno evidenzia infatti che “è chiaro che la sinistra torna a vincere se si riappropria della questione sociale: dalle pensioni, alla salute, dal salario minimo alla lotta alla precarietà. Tuttavia se non riesci nell’impresa di saldare i perdenti della globalizzazione con i nuovi bisogni dei ceti metropolitani non riesci ad essere maggioranza. E infatti, pur nel grande balzo di Mélenchon, è quello che è mancato. Noi abbiamo comunque qualcosa da imparare: il campo progressista deve rinnovarsi e unirsi e darsi una connotazione sociale forte. Con meno di questo la partita è già segnata”.
I MAGGIORI COSTI DELL’ADEGUAMENTO ALL’INFLAZIONE
Intanto, come riportato da MF-Milano Finanza, dal rapporto Inps-Upb su Quota 100 emerge che “il combinato disposto di maggiore inflazione e di una indicizzazione più generosa avrà un impatto di 20,6 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025. E anche maggiore negli anni a seguire. Al netto dell’indicizzazione l’aumento sarà invece di circa 15 miliardi”. A proposito del meccanismo adeguamento delle pensioni all’inflazione, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, come riporta Radiocor, durante il question time alla Camera ha evidenziato che “esso è improntato ad una automatica perequazione dell’importo delle pensioni a fronte delle variazioni percentuali, calcolate dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Pertanto, esso non può garantire una risposta reattiva alle contingenze economiche e finanziarie”.
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