IL RISCATTO VALIDO PER QUOTA 102
Rispondendo a una domanda posta da un lettore del sito di Repubblica all’esperto pensioni, la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ricorda che “la penalizzazione nel passaggio da metodo misto a metodo di calcolo contributivo puro è variabile e dipende” dalle ultime retribuzioni prima della cessazione, “oltre che dal numero di contributi accantonati ai fini del diritto entro il 31.12.1995”.
Nella riposta a un altro quesito, la Fondazione sottolinea che “il riscatto di laurea, sia in formula ordinaria sia Light (da operare previa opzione per il metodo contributivo come da circolare Inps 54/21 nel caso di corsi di studio localizzati ante 1996), è valido per raggiungere i 38 anni di contributi da avere entro il 31.12.2022” per poter accedere a Quota 102. Ovviamente insieme ai 64 anni di età previsti dal requisito anagrafico della misura di riforma pensioni valida solo per quest’anno. Viene però evidenziato che “l’onere di riscatto andrà versato tutto prima di accedere a pensione”.
BONUS PENSIONI NEL DECRETO AIUTI: COME FUNZIONA
In attesa di capire come il Governo cercherà di innovare la prossima riforma pensioni 2022-2023, una importante novità anche per i pensionati arriva con l’ultimo Decreto Aiuti da 14 miliardi di euro complessivi. Il “Salva-Italia” di Draghi pone all’attenzione un nuovo bonus di 200 euro una tantum destinato a lavoratori ma anche pensionati.
«Per i pensionati ci penseranno invece le casse di previdenza e l’importo», ha spiegato ieri in conferenza stampa il Ministro dell’Economia Daniele Franco. Il bonus sarà erogato in luglio, integrato all’assegno pensionistico: il requisito principale è l’essere contribuenti fino a 35mila euro annui, con finanziamento complessivo di 6 miliardi di euro. Niente taglio del cuneo fiscale dunque, ipotesi rimasta fino all’ultimo ieri nella Cabina di regia pre-Cdm, poi esclusa dall’utilizzo del bonus anti-crisi nel Dl Aiuti. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PROPOSTE DI DAMIANO
Intervistato da Avvenire a proposito della conferma arrivata dal Rapporto Bes 2021 sul fatto che a pagare maggiormente l’impatto del Covid sul fronte del lavoro sono stati giovani e donne, Cesare Damiano evidenzia che “se non ci occupiamo delle categorie più fragili andremo incontro a una crisi sociale profonda che macro-eventi come pandemia e guerra non faranno altro che acuire.
Esistono tante azioni possibili: dal ricorso alla detassazione degli aumenti salariali alla riforma del sistema previdenziale con forme di sostegno per i giovani (attraverso la valorizzazione della formazione ai fini contributivi o l’aumento del montante pensionistico che valorizzi il numero dei figli). Ma la questione di fondo non è solo normativa. Serve una visione. E bisogna spostare il pensiero dall’oggi al dopodomani, dall’ombelico all’orizzonte”. Per l’ex ministro del Lavoro servirebbe anche “una detassazione permanente per le assunzioni a tempo indeterminato. Se non si scommette sula stabilità, non si investe sulla famiglia, sulla natalità e si entra in una spirale perversa di decrescita”.
LE PAROLE DI LUCIDI (UILP)
Come riporta Il Messaggero, Emilio Lucidi è stato eletto segretario area Uil pensionati di Frosinone e nel corso della sua relazione ha detto: “Noi anziani rappresentiamo circa un quarto della popolazione. È il momento di costruire insieme alle pensionate, ai pensionati, persone anziane e giovani, le rivendicazioni.
Siamo stanchi di essere considerati un peso per la nuova società, un ostacolo ai diritti e alle giuste rivendicazioni dei giovani, ladri del loro futuro, problema della sanità e dell’assistenza, fino a considerarci lo scarto della società. Siamo stanchi di assistere ad attacchi indiscriminati alle pensioni, descritte come fonte di privilegi, ruberie e bancomat di qualsiasi Governo. Le nostre pensioni sono state ottenute dopo anni di lavoro, di versamenti, di contributi, di pagamento di tasse e imposte. Siamo stanchi di essere discriminati per l’età, contribuiamo ogni giorno alla vita sociale ed economica del Paese, dei figli, nipoti, famiglie e amici che hanno bisogno di aiuto e affetto”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANI (FORZA ITALIA)
Intervenendo al webinar “Il miraggio della pensione, un riordino è d’obbligo fra le mille opzioni di un sistema caotico” organizzato dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, il senatore di Forza Italia Dario Damiani ha spiegato che “serve un complesso di norme che sia in grado di superare i vecchi sistemi di ‘Quota 100’ e ‘Quota 102’.
Dal punto di vista della sostenibilità dobbiamo perseguire un sistema più forte e strutturato attraverso un’attenta politica attiva del lavoro, perché il sistema si deve sostenere in maniera circolare. Tra entrate e uscite serve riequilibrio con politiche occupazionali adeguate, riducendo il costo del lavoro per bilanciare i quadri economici. Non è più rimandabile una riforma delle pensioni, ma prima viene quella del mercato del lavoro”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MENGA (EUROPA VERDE)
Come riporta pupia.tv, Rosa Menga, deputata di Europa Verde ritiene invece “assolutamente necessario un riordino del sistema per dare certezze ai lavoratori che si affacciano alla pensione e che hanno necessità di programmare il loro futuro. Misure spot che assecondano le esigenze politiche senza alcuna prospettiva non aiutano.
Quota 102 non può rappresentare una certezza, è un’altra misura a termine che ne segue un’altra altrettanto a termine come è stata ‘Quota 100’. Agli italiani occorrono misure stabili ed eque, una vera riforma delle pensioni, tenendo presente che i costi del sistema saranno sempre più a carico dei giovani. Una riforma delle pensioni equa e solidale eviterà il conflitto generazionale, già in atto, a causa di interessi divergenti. Il Governo deve intervenire per raggiungere equità e prospettive con orizzonti di lungo termine”.
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