LE PAROLE DI SALVINI
Come riporta Lapresse, in un video diffuso sui canali social, Matteo Salvini ha detto: “La sinistra e i suoi giornali si rassegnino. Gli italiani hanno votato, hanno scelto a milioni il centrodestra unito e stiamo lavorando tutti insieme, come Lega giorno e notte per dare risposte ai problemi del Paese. Il tema lavoro, pensioni, energia, bollette e cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate che dovranno essere fermate fra le priorità”. “Anche il tema di restituire sicurezza, fiducia e legalità ai cittadini italiani e bloccare gli sbarchi che continuano anche in queste ore sarà una delle nostre priorità per il prossimo governo”, ha aggiunto il leader della Lega. Ansa riporta invece le parole di Luigi Sbarra all’Open day della Cisl Siena: “O parte subito il tavolo sulle pensioni, oppure la Cisl è pronta alla mobilitazione”. “Lo diciamo ai prossimi presidente del Consiglio, al ministro del lavoro e a quello dell’economia”, ha aggiunto il Segretario generale della Cisl.
L’ANP-CIA CHIEDE L’AUMENTO DELLE MINIME
Secondo Alessandro Del Carlo, Presidente nazionale dell’Anp-Cia, “i Decreti Aiuti del governo Draghi sono stati un sollievo, ma servono interventi strutturali, a partire dall’aumento delle pensioni minime, per mettere al riparo tanti anziani dalla crisi e dal disagio sociale”. Per questo, dal suo punto di vista, “bisogna fare presto a formare il nuovo governo, al quale Anp intende rappresentare i problemi veri dei pensionati, che sono stati totalmente assenti nel dibattito della campagna elettorale”. Per il Presidente dell’Associazione nazionale pensionati aderente alla Confederazione italiana agricoltori, si tratta di “questioni fondamentali e urgenti, su cui l’Associazione continuerà a battersi, dalla richiesta di pensioni dignitose a più servizi sociali, in particolare nelle aree interne e rurali, passando per una sanità pubblica efficiente e universalista”.
L’ALLARME CGIL PER IL NUOVO GOVERNO
Il segretario della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, come riporta Il Mattino, si rivolge al nuovo Governo e alla presidenza della Giunta regionale per evidenziare che “bisogna ascoltare il lavoro: sulle politiche industriali e sulle grandi dismissioni e crisi la nostra Regione è un caso nazionale. E, purtroppo, quello che non aiuta è il contesto generale che viviamo: aumentano le bollette, si riducono i consumi e il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni si sono ridotti del 30%”. Angela Mondellini, Segretaria della Cgil Monza e Brianza, come riporta Il Giorno, ricorda l’importanza della manifestazione nazionale del suo sindacato in programma l’8 ottobre: “Chiediamo risposte concrete, a partire dalle necessità di aumentare i salari e di difendere i redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione; un impegno serio contro gli infortuni; lo stop alla precarietà e la riduzione e la ridistribuzione degli orari di lavoro per una nuova occupazione stabile e per il diritto alla formazione permanente; politiche di sviluppo e un nuovo intervento pubblico; diritti di cittadinanza e un nuovo stato sociale”.
I PEPP AL VIA IN SLOVACCHIA
Come riporta assinews.it, “d’ora in poi, i cittadini slovacchi potranno – per primi in Europa – integrare le loro pensioni attraverso il prodotto pensionistico privato europeo PEPP. Il broker FinTech slovacco Finax è infatti la prima società europea a ricevere la licenza. La Slovacchia ha approvato la legislazione necessaria per l’introduzione del PEPP all’inizio del 2022”. Va ricordato che “questa pensione europea è destinata a integrare le pensioni statali esistenti ed è aperta a tutti i residenti dell’Unione europea. I risparmiatori possono trasferire questo piano di risparmio volontario in un altro Paese quando cambiano residenza. La commissione è limitata all’1% del patrimonio risparmiato all’anno. Gli istituti che possono offrire il PEPP sono banche, assicurazioni, società di investimento e gestori patrimoniali”. Vedremo se presto ci saranno anche PEPP sottoscrivibili in Italia, visto che Finax, oltre che in Slovacchia, al momento opera solo in Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Croazia.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
In un’intervista a Radio Radicale, Cesare Damiano ha ricordato di non essere contrario a Quota 41, visto che già nel 2013 aveva presentato una proposta di legge in tal senso, ma che si tratta di una misura costosa e “i soldi li vedo scarseggiare”. Inoltre, Quota 41 potrebbe non aiutare chi non ha l’anzianità contributiva necessaria ad accedervi, e dovrebbe dunque attendere i 67 anni previsti dalla Legge Fornero per andare in quiescenza. L’ex ministro del Lavoro ha anche evidenziato che se non fosse caduto il Governo Draghi si sarebbe potuto portare a compimento il progetto di introdurre, d’accordo con i sindacati un principio di flessibilità, con il pensionamento anticipato a partire dai 63 anni di età.
LA PREOCCUPAZIONE SU OPZIONE DONNA E APE SOCIAL
Damiano ha spiegato che tale flessibilità dovrebbe prevedere “una piccola penalizzazione”, che era stata ipotizzata al 2-3% “sulla sola parte retributiva per ogni anno di anticipo rispetto ai 67” previsti appunto dalla Legge Fornero. L’esponente del Partito democratico si è anche detto “preoccupato, perché vorrei che Opzione donna, da una parte, e lavori gravosi, dall’altra, che scadono alla fine di quest’anno non fossero più una norma che si rinnova di anno in anno, ma avessero un carattere strutturale, cioè durassero per sempre, fossero riconosciuti come sistemici nell’ambito della previdenza”. Vedremo se nella Legge di bilancio, che il nuovo Governo, tra i suoi primissimi interventi, dovrà mettere a punto, ci saranno misure sulla previdenza nella direzione auspicata da Damiano oppure no.
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