GOVERNO MELONI, LA RIFORMA PENSIONI E COSA PUÒ CAMBIARE

Certamente occorre attendere la formazione del Governo Meloni per poter effettivamente vedere cosa e quanto potrà essere cambiato sul fronte riforma pensioni, sempre tenuto conto che la Manovra Economica 2023 si giocherà sul filo di lana per evitare limitazioni europee sull’esercizio provvisorio di bilancio (qualora si sforasse il 31 dicembre 2022). Eppure già con l’arrivo del Centrodestra a Palazzo Chigi qualcosa può essere immaginato, specie su cosa sicuramente non cambierà nel breve periodo sul fronte pensioni.



Fratelli d’Italia nel suo programma alle Elezioni puntava su «l’innalzamento delle pensioni minime e sociali», ma anche su aumento «strutturale e progressivo delle pensioni di invalidità, che non potranno essere inferiori ad altre forme di assistenza sociale». Giorgia Meloni dunque non intende puntare al momento sulle Quote (come Lega) e neanche su eccessivi rialzi immediati della spesa pensionistica (come Forza Italia): sarà da capire l’interlocuzione dei tre partiti come avverrà, specie ricordando come per FdI occorra sulla riforma pensioni introdurre «meccanismo di solidarietà intergenerazionale, con agevolazioni fiscali per i percettori di redditi di pensione e per gli over 65 che sostengono oneri in favore di parenti under 36, diretti e indiretti per spese sanitarie, istruzione scolastica e universitaria, pratica sportiva dilettantistica, canoni di locazione per uso abitativo, acquisto della prima casa», recita il programma. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Mauro Marino ricorda che i dossier sul tavolo del nuovo Governo sono parecchi e piuttosto critici, “in primis l’enorme problema delle bollette che sta generando panico nelle piccole aziende e nelle famiglie, l’altissima inflazione, una questione geopolitica difficilissima con una guerra nel cuore dell’Europa, ma anche la previdenza è all’ordine del giorno perché come tutti sappiamo, i tre istituti di Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 102 sono in scadenza alla fine dell’anno per cui necessariamente va fatto un intervento in ambito previdenziale”. L’esperto di previdenza, in un articolo pubblicato su penionipertutti.it, sottolinea che al momento Giorgia Meloni “sta avendo un atteggiamento molto prudente in tema di conti pubblici”.



LE PAROLE DI CAVALLO (FAP-ACLI)

Questo fa ritenere a Marino “che quest’anno, proprio per gli importanti temi che sono sul tappeto, possa intervenire in ambito previdenziale solamente con pochi interventi mirati come i rinnovi per un altro anno di Opzione Donna e Ape Sociale, Quota 102 ed eventualmente operare una qualche forma di flessibilità in uscita, ma che la completa riforma possa essere attuata e votata il prossimo anno”. Intanto Rosario Cavallo, coordinatore nazionale di Fap-Acli, intervistato da interiss.it, auspica “una maggiore attenzione da parte della Politica verso la categoria degli anziani, anche attraverso una legge sulla non autosufficienza che possa raccogliere il bisogno di tante famiglie italiane, nonché un’adeguata riforma delle pensioni che possa davvero essere allacciata al costo della vita”.

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