Riforma pensioni 2022: la guerra costa cara a precari e docenti

A causa della crisi in Ucraina il governo Draghi ha dovuto eliminare dalla presentazione del Def del 7 aprile scorso, la bozza di Riforma pensioni 2022. Ma la guerra è costata cara anche ai precari della scuola e ai docenti fuori sede.

Riforma pensioni 2022: sempre meno iscritti e sempre meno cattedre

Come riportato infatti da Investire Oggi, fonti ministeriali avrebbero comunicato che dall’anno prossimo ci saranno circa 120 mila studenti in meno. In realtà questo problema le classe dell’infanzia lo stanno sperimentando da anni: infatti il calo demografico che interessa l’Italia ormai da decenni, sta cominciando a dare i suoi frutti. In alcune scuole le classi sono addirittura di 5 bambini, tantissime altre scuole dell’infanzia invece, stanno chiudendo le sezioni per mancanza di iscritti, costringendo i precari ad una mobilità decisa dal plesso scolastico. Inoltre gli insegnanti fuori sede non ancora di ruolo hanno difficoltà ad avvicinarsi a casa. Problemi che si sarebbero risolti liquidando oggi i lavoratori più anziani, abbassando le tasse sugli assegni pensionistici e rinnovando la classe lavorativa di materne, elementari, medie e superiori.



Riforma pensioni 2022: sempre meno trasferimenti

La mancanza di una Riforma delle pensioni che possa garantire pensionamenti una volta raggiunti i 62 anni di età, o la strutturabilità di Opzione Donna come avrebbe voluto il Ministro Orlando dunque, si riflette in modo più che negativo sul mondo della scuola, facendo emergere problemi che non si immaginava si sarebbero manifestati in maniera così dirompente, come il calo demografico.



Con il congelamento della riforma delle pensioni e l’ipotesi dell’introduzione nella NaDef del settembre 2022, si ferma la regolamentazione della previdenza sociale complementare, la flessibilità in uscita dal 2023 e il turnover delle cattedre tra lavoratori in uscita e precari che potrebbero subentrare di ruolo, così da poter ottenere il trasferimento tanto agognato.

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