LA RICHIESTA DELL’ANP-CIA

Giancarlo Innocenti evidenzia che “stiamo vivendo un momento particolarmente difficile e complesso, tant’è che ogni giorno vengono forniti dati che evidenziano un drammatico aumento della povertà che, evidentemente, pesa soprattutto sugli anziani e i pensionati.

In questa situazione la scelta dei nostri politici è da intendersi come un totale disprezzo degli incoraggianti progressi registrati nel dibattito sulle possibili misure atte a conseguire l’allineamento delle pensioni minime ai livelli di salvaguardia del potere di acquisto, all’aspirazione di una vita più dignitosa, ad una maggiore equità nel regime di aiuti alle persone più bisognose e meno abbienti”. Il Presidente dell’Anp-Cia di Grosseto, come riporta ilgiunco.net, sottolinea che “i nostri pensionati non possono assolutamente essere lasciati soli, per questo invitiamo il Governo, pur nella ordinarietà delle sue funzioni, a non lasciare nulla di intentato per attenuare le difficoltà di una fetta, sempre più consistente, di cittadini”.



ORLANDO: “TAVOLO SU RIFORMA PENSIONI È ANCORA APERTO”

In vista dei prossimi delicati mesi prima e dopo le Elezioni politiche, il Ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando fa sapere in una conferenza stampa stamane che per il Governo comunque il taglio del cuneo e la riforma per la rivalutazione delle pensioni sono ancora priorità per i prossimi mesi.



«C’è un tavolo ancora aperto non abbiamo numeri definitivi. Il punto fermo è che ci sarà un taglio di carattere strutturale e che nell’ambito delle pensioni ci sarà un anticipo della rivalutazione dell’anno prossimo», ha spiegato il titolare del Ministero del Lavoro rispondendo alle richieste partorire ieri dai sindacati dopo l’incontro a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Mario Draghi. «Si sta lavorando sulle coperture e c’è una interlocuzione aperta con le forze sociali. Alla fine del giro, ieri abbiamo finito di incontrare i datoriali, dovremo tirare delle conclusioni. C’è anche un lavoro di confronto politico che si svilupperà nelle prossime ore», ha concluso Orlando.



RIVALUTAZIONE ANTICIPATA PER LE PENSIONI

Nel Decreto aiuti-bis dovrebbe entrare anche una misura per anticipare la rivalutazione delle pensioni in base all’inflazione che scatterebbe altrimenti dal 1° gennaio 2023. Come spiega Il Sole 24 Ore, l’ipotesi è quella di far arrivare ai pensionati, a partire dal mese di settembre, la rivalutazione calcolata a partire dal mese di luglio, sulla base dell’andamento dei prezzi nei primi sei mesi dell’anno.

Dunque, non si tratterà di un aumento cospicuo e in linea con l’inflazione attuale, ma consentirà comunque ai pensionati di vedere eroso in misura minore il loro potere d’acquisto. Va detto che ovviamente dal 1° gennaio si avrà solo una sorta di “conguaglio” rispetto a questo anticipo, il quale ancora non è chiaro se verrà garantito per tutte le pensioni o solo per quelle sotto una certa soglia. Per il quotidiano di Confindustria l’operazione dovrebbe costare meno di un miliardo di euro, che andrebbe poi ovviamente a diminuire l’entità della Legge di bilancio nella parte relativa appunto all’indicizzazione delle pensioni.

LE PAROLE DI NANNICINI

Sembra essere ormai vicinissimo l’accordo pensionistico tra Italia e Albania. Tommaso Nannicini, capo della delegazione italiana, parla di “momento storico per le tante lavoratrici e i tanti lavoratori che hanno versato contributi in entrambi i Paesi”.

Come spiega Ansa, “sono stati stanziati 200 milioni in 10 anni per finanziare il riconoscimento di diritti pensionistici oggi negati a tante persone in entrambi i paesi”. A Tirana è stato definito il testo della convenzione previdenziale che dovrà essere firmata a Roma dai ministri di Italia e Albania. “Con questo passaggio si concretizza una battaglia per i diritti che in tanti portiamo avanti da anni. Finalmente diamo concretezza al legame che unisce le nostre comunità, colmiamo un gap di diritti per donne e uomini che hanno lavorato su entrambe le sponde dell’Adriatico. Da mesi diciamo che il 2022 era l’anno giusto. Oggi possiamo dire che siamo ormai arrivati all’obiettivo”, spiega il Senatore del Partito democratico.

RIFORMA PENSIONI, LA SIMULAZIONE DELLA RGS

Il Sole 24 Ore riporta le conclusioni di una simulazione condotta dalla Ragioneria generale dello Stato riguardo l’impatto sui conti pensionistici che avrebbe la trasformazione di Quota 102, la misura temporanea di riforma delle pensioni che scade il 31 dicembre, in misura strutturale: “un ‘maggior onere’ valutabile in 4,3 punti percentuali di Pil” cumulativamente di qui al 2044. “I tecnici della Ragioneria fanno notare che il ricorso in via permanente a Quota 102 (adeguata biennalmente alla variazione della speranza di vita) produce un aumento significativo del rapporto spesa pensionistica-Pil nel primo ventennio del periodo di previsione”, si legge sul quotidiano di Confindustria, che va poi più nello specifico.

IL PICCO DI SPESA SU PIL

“In particolare, negli anni 2022-2044, l’incidenza delle uscite in rapporto al Prodotto interno aumenterebbe, in media, di 0,25 punti percentuali. E il picco verrebbe raggiunto nel 2042, ‘due anni prima rispetto al valore di massimo previsto a legislazione vigente e con un valore dei 16,9%, in linea con il dato dello scenario nazionale’ base”. La Ragioneria ha anche condotto una simulazione sull’impatto dell’abolizione permanente dell’adeguamento alla speranza di vita per il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contribuzione (un anno in meno per le donne), per il momento congelato fino al 2026. “In questo caso la spesa in rapporto al Pil inizierebbe a salire in modo graduale dopo il 2026 in modo graduale e, dal 2031, si manterrebbe più elevata di circa tre decimi di punto fino al 2045 (di un decimo di punto nel periodo successivo)”.

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