Come sappiamo il governo non è riuscito a proporre la riforma pensioni16 entro la presentazione del documento economia e finanza avvenuta il 7 aprile scorso a palazzo Chigi.
Inoltre l’esecutivo ha bocciato quota 100 e ha bloccato quota 102 anche per gli anni a venire, quindi la soluzione sarebbe stata quella di formulare una riforma pensioni che avesse garantito il pensionamento almeno a 62 o 64 anni. Tuttavia uno spiraglio si potrebbe ottenere almeno per i lavoratori delle aziende in crisi che, paradossalmente, potrebbero guadagnare un’uscita anticipata anche a 62 o 63 anni. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Riforma pensioni 2022: di cosa si tratta
Tuttavia benché qualche spiraglio per quota 100 è rimasto per alcuni lavoratori che avevano la possibilità di fare ancora domanda, vi è anche la possibilità per i lavoratori di aziende in crisi di usufruire della pensionamento anticipato. Si tratta di un’opportunità offerta ai dipendenti di aziende medio piccole che si trovano in crisi. Questa volta l’uscita anticipata può essere richiesta dal datore di lavoro che, in accordo con il lavoratore potrebbe usufruire di un montante di 550 milioni di euro.
La legge di bilancio pubblicata il 31 dicembre 2021 all’articolo 1 comma 89 ha stanziato per il 2022 150 milioni di euro che salgono a 200 per il 2023 e il 2024. È questo il montante complessivo che riguarda le aziende medio piccole che si trovano in una situazione critica. L’accordo del pensionamento anticipato con i dipendenti deve essere raggiunto con il lavoratore su base volontaria e non obbligatoria i lavoratori coinvolti sono circa 10 o 20.000.
Riforma pensioni 2022: come aderire
Possono usufruire della opportunità le aziende che hanno almeno 15 dipendenti e un fatturato non superiore a 50 milioni di euro oppure che abbiano un bilancio annuo di 43 milioni. Inoltre l’azienda deve dimostrare di aver raggiunto un fatturato inferiore almeno del 30% rispetto alla media del 2019 nei 12 mesi precedenti la richiesta.
Le aziende che volessero usufruire di questa opportunità devono fare domanda all’INPS almeno 90 giorni prima della data di uscita del lavoro del dipendente. Quindi se un dipendente volesse uscire a dicembre 2022, l’azienda deve fare richiesta almeno entro settembre 2022. Il costo dell’assegno mensile per tutta la durata dell’anticipo è sempre a carico dell’azienda.
Il contratto di espansione è stato pensato per accompagnare quelle aziende con più di 15 lavoratori e contribuisce alla ristrutturazione aziendale di alcune aziende in crisi oltre ad evitare il fenomeno degli esodati. La misura è stata prorogata fino al 2023.