LEGA D’ACCORDO CON I SINDACATI SU QUOTA 41
Tiziana Nisini ha apprezzato le parole di Luigi Sbarra sulla riforma delle pensioni e in una nota riporta dall’agenzia Dire la sottosegretaria al Lavoro ricorda che “Obiettivo della Lega e sindacati è azzerare la Legge Fornero e arrivare a Quota 41.
Si conduca una battaglia comune per una riforma del sistema previdenziale che dia alle pensioni maggiore consistenza, sostenibilità sociale e inclusività e una maggiore flessibilità in uscita permettendo ad ogni persona di uscire liberamente dopo 41 anni di contributi o raggiunti i 62 anni di età”. Adnkronos, citando fonti del partito guidato da Matteo Salvini, conferma la sintonia con il sindacato: “Dal congresso Cisl attacco frontale alla legge Fornero e allo ‘scalone’ a 67 anni dal primo gennaio 2023. Obiettivo comune, di Lega e sindacati, è azzerare una volta per tutte la legge Fornero e arrivare a Quota 41”. Obiettivo, quest’ultimo, confermato anche dallo stesso Salvini durante il forum Ansa: “Dal primo gennaio torna la Fornero se non si fa nulla, noi stiamo lavorano a Quota 41”.
SALVINI SULLA RIFORMA PENSIONI: “NO A RITORNO DELLA FORNERO”
«I prossimi mesi saranno duri per le imprese ed il terziario per cui sarebbe un problema innalzare l’età pensionabile, noi siamo pronti a fare le barricate. La scorsa settimana ho incontrato i sindacati e con loro vorrei fare un percorso comune per arrivare a quota 41»: secondo Matteo Salvini, intervenuto al Forum ANSA sul tema della riforma pensioni, i prossimi mesi prima della Manovra Economica saranno decisivi per capire cosa potrà avvenire alle pensioni nel biennio 2022-2023.
«Quota 100 è costata 11 miliardi in 3 anni ma ha liberato 400.000 persone e soprattutto ha creato tantissimi nuovi posti di lavoro. Se in manovra non si fa nulla torna la Fornero», avverte il leader della Lega contestando la sua stessa maggioranza, fronte Centrosinistra. Il 31 dicembre scade la Quota 102, sottolinea ancora Salvini all’ANSA, «Se in manovra economica ad ottobre non si fa nulla, torna la Legge Fornero. Quindi vuol dire 66-67 anni. Impensabile». La Lega farà le “barricate” per evitarlo, conclude l’ex Ministro degli Interni riproponendo l’ipotesi della Quota 41: «Vorrei – ha dichiarato – fare un percorso comune che abbia al centro il numero 41. 41 anni di contributi per andare in pensione. Si può ragionare su un tetto d’età». L’obiettivo del Carroccio, ribadisce Salvini, è «confermare Opzione Donna e aprire il mondo a Quota 41, anche per dare un ricambio generazionale perchè in alcuni settori l’età media è di 50-55 anni». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CAPONE (UGL)
Paolo Capone, Segretario generale dell’Ugl, chiede a Mario Draghi di riaprire “il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni interrotto a causa della guerra in Ucraina. Urge un intervento volto a scongiurare il ritorno in vigore della legge Fornero e la scadenza di misure come Quota 102, Opzione Donna e l’Ape sociale, a partire dal primo gennaio 2023.
Come sindacato Ugl, ribadiamo l’importanza di prevedere nuovi strumenti di flessibilità in uscita che incentivino il turnover generazionale e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Non accetteremo ulteriori tagli ai diritti acquisiti o misure di macelleria sociale a danno dei lavoratori, in nome dei vincoli di bilancio o dei ‘diktat’ di Bruxelles. Come evidenziato dall’Inps, attualmente il sistema appare sostenibile in quanto sono stati risparmiati 1,1 miliardi di euro di assegni previdenziali nel 2020 a causa dell’innalzamento della mortalità per effetto della pandemia. È fondamentale, dunque, partire da una proposta come Quota 41, che prevede 41 anni di contributi, a prescindere dall’età lavorativa, dando risposte certe ai lavoratori riguardo il proprio futuro”.
LE PAROLE DI SBARRA
Durante la relazione di apertura del Congresso confederale della Cisl in corso a Roma, Luigi Sbarra ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che “la nostra richiesta, è molto semplice: 62 anni di età o 41 di contributi devono bastare”.
Per il Segretario generale del sindacato di via Po occorre quindi una pensione di garanzia per i giovani, “va riconosciuto e valorizzato il valore sociale della maternità e del lavoro di cura, tenendo conto che i percorsi lavorativi più discontinui e la maggior presenza di part-time al momento del pensionamento penalizzano le donne”. Bisogna poi “stabilizzare l’Ape Sociale e allargare il perimetro dei lavori usuranti e gravosi, così come c’è da sostenere la previdenza complementare, da estendere le quattordicesime e da sbloccare l’adeguamento di tutti gli assegni pensionistici, perché il potere d’acquisto delle pensioni si è ridotto del 30 per cento in vent’anni”. Per Sbarra, “le risorse non mancano: basta riorientare parte degli enormi risparmi garantiti dalla Legge Fornero in questi anni (80 miliardi al netto delle salvaguardie) ai quali si aggiungono altri 8 miliardi ‘avanzati’ da Quota 100”.
RIFORMA PENSIONI, A RISCHIO LA PAX SINDACALE
In un articolo pubblicato sul sito dei Repubblica viene evidenziato che “la campagna elettorale è già iniziata. E sul fronte previdenziale la Lega batte tutti, quanto a sprint. Il segretario Matteo Salvini ha già incontrato i sindacati, la settimana scorsa. Assicurando che lavoro e riforma pensioni saranno tra le priorità della piattaforma elettorale leghista.
Al centro della proposta di riforma pensioni della Lega c’è Quota 41, vecchio cavallo di battaglia della Lega: in pensione chi ha 41 anni di contributi versati. Ai sindacati piace Quota 41. E non dispiace una certa flessibilità a partire dai 62 anni. Se però il governo non presentasse una sua proposta in tempo utile per il 2023, la pax sindacale con l’esecutivo potrebbe saltare. E in un anno congressuale per la Cgil, questo potrebbe dire anche la piazza. Di nuovo come a dicembre 2021”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ZAIA
Restando in casa Lega, l’Ansa riporta le dichiarazioni di Luca Zaia a commento di un’operazione della Guardia di Finanza della provincia di Rovigo che ha portato alla denuncia di un centinaio di cittadini di nazionalità rumena per aver indebitamente ricevuto la Pensione di cittadinanza. “Dopo il reddito di cittadinanza ora scopriamo anche che c’è chi, purtroppo, senza averne i requisiti ha avuto accesso alla Pensione di Cittadinanza”, ha detto il Presidente della Regione Veneto, evidenziando che “il presidio e il controllo delle Fiamme Gialle hanno permesso di sventare questo nuovo sistema per accedere a benefici pubblici in maniera irregolare. Mi congratulo con i nostri finanzieri che sono riusciti ad intercettare questa condotta illecita, che altrimenti avrebbe garantito a numerose persone di ottenere illegalmente soldi della comunità”.
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