RIFORMA PENSIONI, I DATI DELLA COVIP

Nel confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni della scorsa settimana si è parlato anche di previdenza complementare. Come ricorda Il Sole 24 Ore sembra però che “le rendite vitalizie abbiano in realtà un gradimento poco elevato”. Infatti, stando ai dati della Covip, “nel 2020, su 8,6 miliardi di euro di ‘uscite per prestazioni’ dei fondi pensione, le rendite rappresentano una quota intorno al 7%, circa 600 milioni di euro, contro i 3,4 miliardi di euro andati alle prestazioni in capitale”.



Secondo Sergio Corbello, Presidente di Assoprevidenza, le rendite “continueranno a essere ignorate sino a quando non appariranno indispensabili per integrare una modesta pensione di base”, mentre “oggi i trattamenti Inps hanno ancora un discreto tasso di sostituzione”.

RIFORMA PENSIONI, IL RUOLO CHE PUÒ AVERE LA RITA

Dunque, oltre a rilanciare la previdenza complementare, “sarebbe utile capire quali strade seguire per superare gli ostacoli che oggi, al di là delle legittime scelte personali, rendono evidentemente l’opzione per la rendita meno favorevole/conveniente rispetto all’opzione per il capitale”. Il quotidiano di Confindustria evidenzia che “l’unica tipologia di rendita che gli iscritti hanno dimostrato di apprezzare” in questa fase è la Rita. Dunque, “si potrebbe riflettere su un sistema dove i fondi pensione, attraverso la Rita, si ‘specializzano’ anche nell’erogare prestazioni per consentire il pensionamento anticipato, lasciando all’Inps la copertura delle pensioni di vecchiaia e di anzianità”, con un risparmio per le casse pubbliche.



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