LE PAROLE DI CROSETTO
Lunedì a Borgomanero c’è stato un incontro cui hanno preso parte il Senatore di Fratelli d’Italia Gaetano Nastri e l’ex parlamentare Guido Crosetto, il quale, come riporta buongiornonovara.com, ha ricordato l’importanza di sostenere “le imprese solide, altrimenti risulterebbe decisamente difficile poter pensare di continuare a pagare pensioni e servizi funzionali”, evidenziando che “le pensioni, il reddito di cittadinanza, la Sanità, i servizi essenziali sono pagati dallo Stato con la ricchezza che viene prodotta dalle imprese. Ma se le imprese chiudono non ci potremo più permettere di mantenere in piedi tutto questo”.
In un’assemblea pubblica organizzata a Genova, la Cgil, come riporta lavocedigenova.it, ha invece ricordato la necessità di “mettere in atto una vera riforma delle pensioni che tenga conto del futuro dei giovani, salvaguardare i pensionati e le pensionate di oggi con l’adeguamento serio e concreto delle pensioni”.
ANTICIPO PENSIONI CON AZIENDE IN CRISI: PRONTO IL DECRETO
Dopo essere stata inserita nella Manovra di Bilancio 2022, la norma che punta all’anticipo delle pensioni se l’azienda è in crisi potrebbe vedere finalmente piena applicabilità con il Decreto del MISE.
In attesa di una riforma pensioni più ad ampio raggio da lanciare dopo la Quota 102 del 2022, l’intervento del Decreto ministeriale fissa fino al 2024 la possibilità di lasciare prima il posto di lavoro prendendo un’indennità quasi pari all’assegno pensionistico. Il tutto, ovviamente, se l’azienda fosse riconosciuta come in crisi. Sono al momento 10mila i lavoratori potenzialmente interessati alla norma che ha ottenuto un tesoretto di 150 milioni per il 2022, 200 milioni per il 2023 e altri 200 per il 2024. Le imprese interessate alla norma sulle pensioni anticipate sono quelle che hanno tra 15 e 250 dipendenti (le Piccole-Medie) e non devono fatturare più di 50 milioni di euro l’anno, o comunque avere un bilancio totale oltre i 43milioni. Per il concetto di “crisi” il Governo intende una diminuzione media del fatturato nei 12 mesi antecedenti alla richiesta di almeno il 30% rispetto alla media del fatturato 2019, spiegano le fonti MISE al Sole 24 ore. L’uscita dall’azienda può avvenire al massimo 3 anni prima rispetto ai requisiti pensionistici attuali: entro il 31 dicembre 2024 il limite fissato o si deve avere l’età della pensione di vecchiaia (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi) o l’età del pensionamento anticipato (42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Ai lavoratori che firmano l’accordo va un’indennità mensile che sarà del 90% del trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro. (agg. di Niccolò Magnani)
RISCATTO DI LAUREA, LE DEDUZIONI E DETRAZIONI
Rispondendo a un quesito posto da un lettore del sito di Repubblica all’Esperto pensioni, la Fondazione Studi Consulenti del lavoro ricorda che “il riscatto di laurea è sempre deducibile per chi lo richiede.
Dal 2007, nel solo caso del riscatto richiesto da soggetti inoccupati (privi di qualsiasi contributo da lavoro), il soggetto che abbia a carico il beneficiario può beneficiare della detrazione d’imposta al 19%; la detrazione al 50% è stata prevista solo per la cd. pace contributiva, conclusasi nella sua sperimentazione al 31.12.2021 e dunque a oggi non più disponibile”. Viene inoltre ricordato che se un “neolaureato ha svolto solo incarichi di stage può ancora richiedere il riscatto per inoccupati, in questo caso, invece, una volta assunto a tempo indeterminato, perde tale diritto, ma potrà attivare il riscatto di laurea light ex art. 20 c. 6 D.L. n. 4/2019 a prezzo forfettario di euro 5300 c.ca per anno, con deducibilità dal reddito fiscalmente imponibile”.
LE PAROLE DI TRIPODI (UIL)
Tra le città in cui si vota domenica c’è anche Messina. E a quanto pare anche il tema delle pensioni viene giudicato importante dagli elettori. Ivan Tripodi, appena rieletto alla guida della Uil locale, come riporta tempostretto.it, ha infatti detto: “Ci auguriamo di trovare un sindaco che voglia confrontarsi, ma il punto è il lavoro.
Abbiamo ragazzi che vanno via a studiare, a formarsi e cercare fortuna. Abbiamo disoccupati che hanno perso il posto di lavoro e sperano di trovarne altri lontano. E poi abbiamo i soggetti fragili, deboli, che devono supplire all’assenza delle istituzioni. Spesso si sostituiscono i nonni, che con pensioni basse sostengono figli e nipoti. Oltre a tutto quel mondo di invisibili, donne e giovani: bisogna riuscire a sostenere tutti loro. In Italia ci sono stipendi più bassi d’Europa. Non bisogna prendere l’Europa a modello solo quando c’è da fare tagli, perché nessuno parla anche dei modelli positivi?”.
RIFORMA PENSIONI, LA BATTAGLIA DELLA LEGA
Tiziana Nisini, come riporta strill.it, ricorda che il partito a cui appartiene, ovvero la Lega, “sta conducendo una battaglia per un sistema previdenziale che dia alle pensioni maggiore consistenza, sostenibilità sociale e inclusività e una maggiore flessibilità in uscita permettendo ad ogni persona di uscire liberamente dopo 41 anni di contributi o raggiunti i 62 anni di età”.
Il sottosegretario al Lavoro sottolinea anche l’attuale situazione relativa al potere d’acquisto delle pensioni, “esponenzialmente diminuito negli ultimi anni, e che sta mettendo in ginocchio una buona fetta della nostra popolazione che, in taluni casi, coincide purtroppo con le fasce più deboli e che necessitano di maggiori tutele”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MINASI
A questo proposito, l’assessore alle Politiche sociali della Regione Calabria, Tilde Minasi, evidenzia che “gli over 65 hanno capacità di spesa pro-capite più alta degli under 40 e alimentano dunque una grossa fetta di consumi di beni e servizi”. Di fatto, sottolinea l’esponente leghista, “difendere il potere d’acquisto delle loro pensioni significa, perciò, difendere la stessa economia. Viceversa, non farlo può comportare un alto rischio di migrazioni verso Paesi in cui gli anziani possono vivere meglio. Un fenomeno a cui abbiamo già assistito negli ultimi anni e che rischia di diventare strutturale. A tal proposito, potrebbero essere introdotte agevolazioni per gli over 65 che decidono di trasferirsi nei borghi spopolati o nelle aree del Sud, caratterizzate da clima mite e ospitalità, con la possibilità di rivitalizzare centri ormai disabitati”.
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