LE PAROLE DI SALVINI
Ospite di Radio Anch’io, Matteo Salvini ha detto che “la Lega ha esperienza di governo, basta pensare alle pensioni, su questo vogliamo essere precisi con gli italiani e spiegare prima del voto cosa facciamo. E il nome di qualche ministro sarà indice di serietà”.
Intanto l’Inps, come riporta Radiocor, ha dato vita al portale multiservizio Asi “con l’obiettivo di consolidare e potenziare l’interoperabilità tra le Amministrazioni pubbliche e l’Istituto nelle attività propedeutiche alla definizione e liquidazione delle pratiche di pensione dei dipendenti pubblici. Asi è dotato di un’area ‘multiservizi’ personalizzata che consente alle Pa, al collocamento a riposo dei propri dipendenti, di certificare e comunicare all’Inps data e motivo di cessazione dal servizio del dipendente, gli ultimi dati retributivi (dati di ‘ultimo miglio’) e le informazioni delle ritenute da applicare in continuità con lo stipendio”.
RIFORMA PENSIONI, RISCHIO LEGGE FORNERO: COSA DICE IL CENTROSINISTRA
Dovesse trionfare il Centrosinistra alle prossime Elezioni 2022, seppure i sondaggi diano il “campo largo” di Letta in netto svantaggio attualmente, tra le prime misure da mettere sotto forte attenzione è la riforma pensioni di cui il Paese necessita in vista della scadenza a fine 2022 della riforma Quota 102. Ebbene, il Pd di Letta e Orlando punta a modificare i termini della Legge Fornero puntando maggiormente su Ape Sociale e Opzione Donna, con aiuti ai giovani.
Si guarda alla sostenibilità futura per evitare che coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 – e dunque interamente nel sistema contributivo – si ritrovino in pensione sui 70 anni e con importi molto bassi. Fronte “centro” invece la Legge Fornero rappresenta, con qualche correttivo, la giusta riforma pensioni da ri-adottare: Azione-Calenda e Italia Viva-Renzi accettano la legge al posto di Quota 100 da loro sempre ritenuta un errore. Ape Social ok ma esaminando ogni singolo caso in quanto «non vi sono risorse per tutte le categorie di lavori usuranti», osservano da Italia Viva. La strategia è quella di investire subito su lavoro dei giovani affinché possano reggere il sistema pensionistico di “domani”. (agg. di Niccolò Magnani)
LA POSIZIONE DELLA CISL
Ignazio Ganga spiega che “la decisione del Governo di anticipare a settembre l’applicazione della rivalutazione delle pensioni con l’attribuzione, a quanto si apprende, del 2%, è per noi una notizia positiva che risponde almeno in parte alle istanze che la settimana scorsa abbiamo presentato al Governo per tutelare i redditi dei pensionati, insieme a quelli dei lavoratori, per i quali si lavorerà sul miglioramento del cuneo fiscale”.
Il Segretario confederale della Cisl, come riporta Ansa, evidenzia che “il ruolo dei pensionati e delle pensionate è fondamentale per le famiglie italiane perché oltre a contribuire al welfare informale delle famiglie, molto spesso sostengono figli e nipoti con il reddito che deriva dalle loro pensioni”. Per questo, “l’operazione sulla rivalutazione delle pensioni è un vantaggio per l’intera collettività e non solo per i pensionati. I dettagli tecnici dell’operazione ancora non li conosciamo ma siamo fiduciosi che prima dell’emanazione del decreto si terrà l’incontro tecnico con il Governo nel quale sarà possibile acquisire maggiori elementi di dettaglio”.
LE PAROLE DI TAJANI
Come riporta Ansa, Antonio Tajani, ospite di Mezz’ora in più, la trasmissione in onda su Rai 3, ha spiegato che “si possono tagliare almeno 10 miliardi” dal Reddito di cittadinanza per indirizzarli “verso l’aumento delle pensioni”.
Secondo il coordinatore nazionale di Forza Italia, “bisogna cambiare la politica di sostegno ai deboli: il reddito che di principio poteva essere giusto si è trasformata in sostegno a tante persone che non hanno bisogno di aiuto, bisogna ridisegnare la politica di assistenza ai più deboli tra cui ci sono i pensionati. Perché dare più soldi a un giovanotto di 20 anni e non aumentare la pensione a un 80enne che ha lavorato tutta la vita?”. Non sarà d’accordo ovviamente il Movimento 5 Stelle, che sul proprio sito ha appena ricordato che nella legislatura è riuscito a introdurre la pensione di cittadinanza e a fare in modo che anche i parlamentari abbiano una pensione calcolata in base ai contributi versati.
RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DI SCHIRÒ E PORTA
In una nota riportata dall’agenzia agenparl, Angela Schirò e Fabio Porta evidenziano che “con l’interruzione anticipata della Legislatura la tanto decantata e auspicata Riforma (con la R maiuscola) delle pensioni non è stata realizzata e lo ‘spauracchio’ per molti, anche se residenti all’estero, del ritorno nel 2023 delle legge Fornero si agita ostinato. Al di là delle sconce sparate del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha già promesso strenne previdenziali irrealizzabili – sia per i costi che l’equità – come quella della pensione minima a 1.000 euro per tutti (si valutano in 38 miliardi di euro i relativi costi!), le pensioni sono già in campagna elettorale”. I due parlamentari del Pd eletti all’estero elencano quindi le diverse proposte già emerse in questi ultimi giorni.
L’UNICA CERTEZZA IN MEZZO A TANTE PROMESSE
“Di fronte a tutte queste promesse l’unica certezza è che dal primo gennaio 2023 potranno andare in pensione di vecchiaia solo coloro i quali compiranno i 67 anni e potranno far valere 20 anni di contribuzione (perfezionabili anche con il meccanismo della totalizzazione dei contributi esteri), o quella anticipata – cioè a qualunque età anagrafica – con 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini. Nel 2023 inoltre (altra certezza) ci sarà una rivalutazione più sostanziosa delle pensioni visto che l’inflazione di quest’anno è stata intorno all’8 per cento. Insomma aspettiamoci, anche all’estero, una campagna elettorale estiva con il tema delle pensioni prioritario nell’agenda dei partiti”, concludono quindi Schirò e Porta.
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