LE PAROLE DI CONTE

Giuseppe Conte ha preso parte a un comizio elettorale ad Asti, parlando anche di riforma delle pensioni. Come riporta atnews.it, infatti, il leader del Movimento 5 Stelle ha detto: “Dobbiamo incominciare a pensare a delle pensioni di garanzia per i più giovani, i nostri figli entrano nel mondo del lavoro ad un’età che non gli permette più di ricevere un trattamento pensionistico adeguato. Se noi stiamo male loro se la passano peggio”.



L’ex Premier è tornato anche sul tema dell’invio alle armi all’Ucraina, spiegando che “qualcuno voleva che i nostri soldi finissero nelle armi. Il MoVimento 5 Stelle ha sempre detto un secco no alla logica della escalation militare. Abbiamo tenuto il punto e siamo stati tacciati di collaborazionismo, dicendo che l’Italia dava il cattivo esempio all’occidente. Io credo sia vero il contrario: è l’Italia che pensa che serva un negoziato ad ogni costo ed ora la pace sembra tornata di moda”.



ANIEF: “SERVE RIFORMA PENSIONI SU SCUOLA E ATA”

«Le norme che regolano l’accesso alla pensione vanno cambiate, e di molto»: parla schietto il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico, riferendosi alla situazione delle pensioni nel mondo scuola, in particolare sul personale Ata.

In una lunga nota apparsa su “Orizzonte Scuola”, il leader del sindacato scolastico contesta le non-mosse dello Stato in termini di riforme e contratti: «Siamo fortemente contrariati della non curanza e della totale assenza di considerazione nei confronti del ruolo fondamentale che il personale ATA svolge all’interno delle scuole, anche per questo abbiamo scioperato il 6 ed il 30 maggio, ma la nostra battaglia non di fermerà certo adesso. Abbiamo in corso un rinnovo contrattuale dove faremo valere le ragioni di migliaia di lavoratrici e lavoratori che garantiscono la tenuta del sistema scolastico». Ancora Pacifico sottolinea come ad oggi le norme che regolano l’accesso alla pensioni sono insufficienti, «vanno cambiate, e di molto. Su questo tema, ANIEF afferma che da quota 96 in vigore fino a qualche anno fa si sta andando verso quota 120 e forse più. È inammissibile, ancora oggi in Germania si ha diritto all’assegno di quiescenza con soli 27 anni di contributi e senza riduzioni». Il Presidente di Anief osserva il confronto con gli altri Paesi europei: dai 62 anni della Francia, ai 55 per Polonia e Cipro: «In molti altri paesi, come Belgio, Danimarca, Irlanda, Grecia, Spagna e Lussemburgo, allo stesso modo, è possibile ottenere una pensione piena al completamento del numero di anni di servizio richiesti», chiosa Marcello Pacifico.



LA RICHIESTA DI BARBAGALLO

Intervenendo al congresso regionale della Uilp Basilicata, Carmelo Barbagallo ha spiegato che “salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni dall’aggressione dell’inflazione oggi al 7% deve diventare una priorità per il Parlamento impegnato a rivedere il ‘decreto Aiuti’.

Non basta l’introduzione del bonus di 200 euro per le pensioni sotto i 35mila euro perché è una misura che  non tiene conto delle grandi difficoltà di milioni di famiglie di pensionati”. Come riporta sassilive.it, secondo il Segretario generale della Uilp bisognerebbe far diventare stabile il bonus da 200 euro per i redditi fino a 35.000 euro. Barbagallo ha ricordato che “ci sono misure che come sindacati dei pensionati e confederali insieme abbiamo riproposto per salvare i nostri pensionati e le loro famiglie specie per le spese per la salute, quelle farmaceutiche e parafarmaceutiche che  sono in forte crescita. E c’è poi la questione fiscale che spinge i nostri pensionati a trasferirsi alle Canarie dove le agevolazioni sono tante e con una media di prelievo fiscale al di sotto del 10% rispetto a quella italiana del 22,5%”.

LE PAROLE DI SBARRA (CISL)

Intervenendo ai microfoni del TG4, Luigi Sbarra ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che “dobbiamo costruire una pensione di garanzia  per i giovani e le donne, incentivare l’adesione alla previdenza complementare, allargare e  rendere strutturale  l’Ape Sociale e poi aprire una flessibilità di uscita dal mercato del lavoro”.

Il Segretario generale della Cisl ha quindi rivolto un appello al Governo: “Occorre aprire subito  un confronto sul tema delle riforme: riforma fiscale, cambiare il sistema pensionistico e previdenziale, accelerare l’attuazione del Pnrr per creare le condizioni della qualità, della stabilità del lavoro, del contrasto ad ogni forma di sfruttamento e di precarietà”. Infine, il sindacalista ha ricorda che “l’aumento  dell’inflazione, dei prezzi dell’energia stanno mettendo in grande difficoltà salari, stipendi e pensioni. Ecco perché bisogna rinnovare i contratti, tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati, defiscalizzare per intero i frutti della contrattazione di secondo livello”.

RIFORMA PENSIONI, IL MESSAGGIO INPS “IGNOTO” MA IMPORTANTE

Avvenire dedica un articolo a un messaggio dell’Inps molto importante ma che è finito tra “i messaggi ‘ignoti’ (quelli non pubblicati sul suo sito)” e che riguarda “i numerosi cittadini interessati ai sussidi economici per l’invalidità civile”. Come spiega Vittorio Spinelli, “la nota dell’ente, inspiegabilmente destinata ai soli uffici locali, riguarda l’indennità di accompagnamento, detta comunemente ‘accompagno’, riservata agli invalidi che secondo la Commissione medica dell’Inps non sono in grado di camminare o compiere da soli gli atti quotidiani della vita” e che “quest’anno spetta nell’importo di 525,17 euro mensili e senza alcun collegamento con i redditi personali. Il pagamento veloce viene ora esteso ad una fascia di cittadini che finora non beneficiava della liquidazione automatizzata”.

GLI EFFETTI PER GLI INVALIDI CIVILI

In particolare, “si tratta degli invalidi civili che hanno superato i 67 anni (cosiddetta ‘fascia 42’) e che attendono l’accompagno già richiesto dallo scorso anno. Oltre a questo gruppo, la procedura in automatico è ora attiva anche per i cittadini il cui verbale positivo di invalidità riporta una data di revisione e, inoltre, per coloro che sono esentati dalla visita di controllo sullo stato invalidante per la presenza di gravi patologie (neoplasie, insufficienza cardiaca o respiratoria, perdite anatomiche ecc.)”. Spinelli ricorda che “le domande per l’indennità scartate dal processo automatizzato possono essere sottoposte ad una ulteriore istruttoria a cura degli operatori di sede” e che “sono oltre 2 milioni e 200 mila le indennità in carico all’Inps (dati del Rendiconto 2020), delle quali il 70% riconosciuto oltre i 65 anni di età”.

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