LA RICHIESTA DEL CODS
Dalla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social di cui è amministratrice, Orietta Armiliato lancia un messaggio rivolto ai Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil su una misura di riforma pensioni tanto semplice quanto “rivoluzionaria”, che non è stata però ancora adottata negli ultimi anni nonostante le incessanti richieste in tal senso.
“Messaggio per i segretari confederali UIL Domenico Proietti, CGIL Roberto Ghiselli, CISL Ignazio Ganga, per ribadire la necessità di estendere il cumulo gratuito anche alle donne che vogliano usufruire del regime Opzione donna. Cari Segretari, non dimentichiamo la possibilità di reciprocità contributiva fra casse (vedi cumulo) anche per le Donne che desiderano raggiungere la quiescenza esercitando la misura dell’Opzione Donna, ingiustizia evidenziatasi dopo il varo della LdB 2017, che deve essere sanata. Le donne del Comitato Opzione Donna Social, contano sul vostro aiuto”, sono infatti le parole di Armiliato, che ricordano come ancora oggi il cumulo contributivo gratuito non possa essere utilizzato per accedere a Opzione donna.
OK INPS A LIQUIDAZIONE PENSIONI QUOTA 102
Con il messaggio n. 1976/2022 l’Inps ha reso noto il via libera alla liquidazione delle pensioni con riforma Quota 102 (la legge in vigore fino al 31 dicembre 2022).
Grazie a questo documento sarà possibile alle sedi territoriali la liquidazione di tutti gli assegni del personale che matura 64 anni di età e 38 di contributi durante l’anno corrente. “Pensione anticipata quota 102”, la dicitura esatta dell’operazione con cui verranno liquidate le nuove pensioni: come spiega il focus di “Pensioni Oggi”, la prima decorrenza utile è il 1° maggio 2022 per le gestioni private (2 aprile 2022 per la gestione Ipost ed ex-FFSS), mentre sarà l’1 agosto 2022 per le gestioni pubbliche (1° settembre 2022 per il settore scuola). Va ricordato come chi accedere alla riforma pensioni di Quota 102, «incorre dalla decorrenza della pensione sino al compimento del 67° anno di età nel divieto di cumulo con i redditi da lavoro dipendente o autonomo ad eccezione di quelli di lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000€ annui ed è soggetto a specifici obblighi dichiarativi». (agg. di Niccolò Magnani)
LO SCIOPERO COBAS
Venerdì 20 maggio si terrà uno sciopero generale proclamato dai sindacati di base cui aderisce anche il Cobas. In una nota a firma di Roberto Aprile e Cosimo Quaranta, come riporta brindisireport.it, viene spiegato che si tratta di “uno sciopero generale per la pace, per fermare la guerra e fermare il riarmo.
Per dire no alla decisione dei governi europei e in particolare quello italiano di intervenire nel conflitto tra Russia e Ucraina inviando armi all’Ucraina, per dire no all’utilizzo logistico e operativo delle basi militari sul nostro territorio. Per dire no all’economia di guerra, imposta dal governo Draghi attraverso il carovita, privatizzazioni e licenziamenti, che non tassa ancora gli extra profitti delle società energetiche che stanno speculando sul conflitto russo-ucraino, che non riduce le spese militari, anzi le aumenta. Per una Europa di pace e di accoglienza per tutti i popoli e per il pieno sostegno ai profughi che scappano da tutte le guerre e dalle oppressioni. Per dire sì all’aumento delle spese per il sociale, per dire sì all’aumento dei salari e delle pensioni, per dire sì a un reddito adeguato e garantito a tutti e per il diritto alla casa”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO
In un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, Mauro Marino boccia la proposta di riforma delle pensioni avanzata nei mesi scorsi da Pasquale Tridico, evidenziando soprattutto di temere che possa essere “la ‘testa di ponte’ della vera, reale proposta che farà il Governo in autunno ai sindacati e che già ha avuto modo di evidenziare, ovviamente sempre senza mai definire esattamente i termini e le condizioni. Sto parlando della proposta chiamata ‘Opzione Tutti’, quella che consentirebbe una flessibilità in uscita a partire dai 63/64 anni di età a chi ha almeno 20/25 anni di contributi optando però, al pari di Opzione Donna, per il conteggio dell’assegno previdenziale effettuato integralmente con il calcolo contributivo e conseguente perdita per sempre per il lavoratore di almeno il 25% della pensione”.
LA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA DELLE PENSIONI INTEGRALE
Per Marino, “queste ipotesi non sono quelle di cui i cittadini hanno bisogno”. Serve invece “una riforma delle pensioni strutturale che impatti su tutti gli aspetti che interessano la previdenza. Quindi oltre alla flessibilità in uscita affrontare anche il discorso dei precoci, delle persone cioè che sono entrate giovanissime nel mondo del lavoro e che, ritengo, arrivati a 41 anni di contribuzione debbano uscire dal mondo del lavoro indipendentemente dall’età anagrafica e senza penalizzazioni. Affrontare inoltre la problematica della flessibilità uscita concedendola dai 62 anni, con una lieve penalizzazione annua e consentendo, a chi lo volesse, di rimanere oltre l’età prevista percependo un incentivo”. Dunque occorre “affrontare il problema previdenziale nella sua interezza dando ai cittadini italiani equità e certezza del diritto”.
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