LE PAROLE DI SALVINI
Come riporta Tgcom24, “per Matteo Salvini, intervenuto al Tg4, uno dei punti fermi della campagna elettorale della Lega è ‘fermare una volta per tutte la legge Fornero’. Sul tema delle pensioni, infatti, il leader della Lega ha detto che l’obiettivo è ‘quota 41’ per aiutare chi lavora da 41 anni e aiutare i giovani a mettere un piede nel mondo del lavoro non da precari”.
L’ex ministro dell’Interno insiste quindi sulla misura di riforma delle pensioni che dovrebbe sostituire Quota 102. Intanto, come riporta forzeitaliane.it, “il Sindacato Autonomo di Polizia ha inoltrato una richiesta scritta al Ministero dell’Interno al fine di sciogliere i dubbi del personale della Polizia di Stato in materia di pensione e previdenza. Nella fattispecie, i chiarimenti sono in merito alle maggiorazioni, ai fini pensionistici e previdenziali, di un quinto del servizio e in particolar modo sapere da quando decorrono le maggiorazioni figurative del quinto e se possono essere valorizzare tramite il riscatto”.
LE PAROLE DI COTTARELLI
In un’intervista alla Provincia di Cremona, Carlo Cottarelli, candidato alle politiche nelle fila del Pd, spiega che in tema di riforma delle pensioni “si può aumentare la flessibilità in uscita, ma senza metterci troppi altri soldi. Ne abbiamo già messi tanti. Io i soldi li metterei sulla Pubblica Istruzione.
Siamo il Paese che spende di meno in Europa su questo capitolo, che il più basso numero di laureati dopo la Romania e i risultati dei test Invalsi stanno peggiorando. Il problema non è il numero di insegnanti, ma il fatto che sono pagati troppo poco. E in più sono oberati da adempimenti burocratici che sottraggono tempo all’insegnamento. Sono poco formati nel corso della loro carriera. E la loro progressione di carriera è minima. Eppure la scuola è il futuro del Paese, che può crescere solo se i cittadini sono istruiti. Io sono un prodotto della scuola pubblica: asilo ed elementari alla Monteverdi, medie alla Virgilio e alla Guido Grandi, superiori al Manin e laurea a Siena”.
IL PROGRAMMA DI EUROPA VERDE E SINISTRA ITALIANA
In una conferenza stampa è stato presentato il programma elettorale di Europa Verde e Sinistra Italiana. I due partiti sono alleati con il Pd e tale accordo di fatto è stato quello che ha fatto saltare l’intesa raggiunta tra Letta e Calenda, il quale ha quindi deciso in seguito di unirsi a Renzi.
Il programma, come spiega startmag.it, è stato presentato in dal segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni e dai i due portavoce nazionali di Europa Verde, Eleonora Evi e Angelo Bonelli. Tra i 110 punti che lo compongono vi sono anche proposte in tema di riforma delle pensioni, che “vanno in una direzione contraria a quanto visto nell’ultimo decennio: pensioni a 62 anni o con 41 anni di contributi, riconoscendo i periodi di disoccupazione involontaria, con pensione minima non inferiore a 1.000 euro”. Per certi versi, sono misure che ricordano alcune del centrodestra. Dunque, non sarà facile per il Pd criticare Quota 41 e l’innalzamento delle pensioni a 1.000 euro al mese.
I MIGRANTI PREVIDENZIALI
In un articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno viene ricordato che “negli ultimi 11 anni hanno lasciato l’Italia in media 4.300 pensionati all’anno, che percentualmente significa un incremento del 56,3 per cento.
In linea generale, guardando l’intero fenomeno delle partenze verso l’estero, stando alle stime della Fondazione Migrantes, nell’ultimo anno è stata la Lombardia a registrare il maggior numero di trasferimenti all’estero (19.402), a seguire altre regioni come la Puglia con circa 4.391 partenze di cui circa 400 titolari di trattamento previdenziale”. E “a spingere verso l’alto il numero dei trasferimenti” è la possibilità di andare in Paesi “dove tutto costa meno, il regime fiscale è più conveniente, rispetto a quello italiano” e si può “percepire l’importo lordo della pensione, senza l’applicazione delle imposte regionali, comunali e Irpef”, purché ci si trasferisca “in quei Paesi che hanno stipulato una convenzione che impedisce la doppia imposizione fiscale”.
RIFORMA PENSIONI, LA PROPOSTA DI PERFETTO
Claudio Maria Perfetto, in un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, presenta una proposta di riforma delle pensioni “a carattere strutturale che tiene conto sia dell’andamento demografico della popolazione italiana che della sostenibilità finanziaria del Sistema Previdenziale (perché si autosostiene). Tale Proposta affonda le sue radici nell’economia digitale. Nel 2023 ci sarebbe il tempo necessario per poterla esaminare e discuterla, in modo da poterla attuare già nel 2024. La Proposta verte sulla considerazione che, come gli organi artificiali possono sostituire gli organi naturali mancanti in persone affette da deficit organici, le macchine potranno sostituire la popolazione mancante in nazioni con deficit demografici”.
LA TASSAZIONE SULLE MACCHINE
In buona sostanza, se le macchine “sostituiscono l’uomo, svolgendo le stesse funzioni lavorative degli umani, in maniera autonoma, vanno equiparate alla forza lavoro umana” e vanno assoggettate a “una imposta sul reddito da lavoro”, con cui poter “finanziare le pensioni di lavoratori che potranno accedere alla pensione a partire dai 59 anni di età anagrafica, nonché a coprire vuoti contributivi di lavoratori che a causa dell’automazione vanno soggetti a periodi di disoccupazione”. Inoltre, “la dismissione di forza lavoro anziana, non più in linea con i requisiti dell’economia digitale, procurerà alle aziende un ritorno in termini di redditività”, con cui “le aziende potranno investire sui giovani”, i quali “potranno contare su un lavoro stabile e adeguatamente retribuito, potranno formarsi una famiglia, e avere dei figli”.
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