LA POSIZIONE DEI SENATORI M5S
Come riporta Ansa, secondo i senatori e le senatrici del Movimento 5 Stelle occorre ristabilire “l’impianto originario del decreto Dignità e spingersi oltre guardando al modello spagnolo per rafforzarlo”. L’obiettivo deve essere quello di combattere la precarietà, perché “lavori discontinui e precari hanno un impatto negativo anche sulle pensioni di domani e sull’inevitabile aumento dell’età pensionabile”.
Secondo i pentastellati, “si potrebbe pensare a una pensione di garanzia per i giovani ma il problema va risolto all’origine”, per questo “dobbiamo dire basta al precariato e agevolare il lavoro stabile, sicuro e di qualità”. Federico Fornaro,, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, evidenzia invece la necessità, di fronte al “problema enorme dal punto di vista salariale” presente in Italia, aggravato dalla crescente inflazione, di “aumentare i salari, a partire dai rinnovi contrattuali, le pensioni e introdurre il salario minimo”.
L’ASSE LEGA-CISL SULLA RIFORMA DI QUOTA 41
Secondo la lettura fatta ieri sul nostro quotidiano dall’esperto pensioni Mauro Marino, la riforma in cantiere dopo la Quota 102 da lanciare assolutamente in vista della Manovra, potrebbe comunque non vedere del tutto scartata la Quota 41 rilanciata dalla Lega.
Si sta profilando un asse particolare tra la Lega di Salvini e la Cisl di Luigi Sbarra, anche se al più presto andrà affrontato, secondo Marino, una serie di quesiti immediatamente “dipendenti” da una nuova riforma pensioni come potrebbe essere quella di Quota 41: «flessibilità in uscita a partire dai 62 anni, l’istituzione di una pensione di garanzia per i giovani, per chi svolge il lavoro di cura, il riscatto agevolato della laurea e l’implementazione della previdenza complementare». Non occorre creare confusione nel già complicato mondo della previdenza, chiosa Mauro Marino su “IlSussidiario.net”, e anche per questo il segretario confederale della Cgil Ghiselli ci ha tenuto a precisare che la proposta del Carroccio prevede certamente l’uscita con 41 anni di contributi, «ma effettuando il calcolo solo col contributivo e una conseguente forte penalizzazione degli assegni previdenziali». Come a dire, di lavoro per trovare una quadra ne serve ancora: la Cisl è disposta, al momento Uil e Cgil contestano il procedere di Sbarra. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SBARRA E LANDINI
Luigi Sbarra, intervistato dal Quotidiano Nazionale si dice convinto che le risorse per combattere gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani ci siano, “ma serve utilizzarle bene”. Questo, per il Segretario generale della Cisl “significa, nell’immediato, continuare nella direzione del Dl Aiuti, redistribuendo l’extra-gettito su misure di integrazione, rendendo permanente la riduzione delle accise, soprattutto rivalutando le pensioni e introducendo bonus che abbattano l’Iva per gli acquisti di beni di largo consumo”.
Maurizio Landini, invece, intervenendo a Terni all’attivo dei delegati della Cgil, come riporta terninrete.it, ha detto che “siamo il Paese che ha l’evasione fiscale più alta in Europa e, contemporaneamente, siamo il Paese che ha un peso fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni, altissimo. E quasi il 90% dell’Irpef lo pagano i lavoratori e i pensionati. In nome dell’interesse generale, quelli che devono fare i sacrifici, che devono tirare la cinghia, sono sempre quelli, non c’è mai un momento in cui i bisogni di chi lavora per vivere diventano interesse generale”.
USB CONTRO IL GOVERNO DRAGHI
Secondo l’Usb, “la relazione annuale del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ci dà la linea per uscire dalla crisi: cacciare questo governo guerrafondaio, che si regge sulla rapina di salari e pensioni che sono già tra i più bassi d’Europa, che ha prodotto con le sue politiche economiche un’impennata dell’inflazione e quindi del carovita come non si vedeva da decenni, che sposta risorse dal lavoro e dalle famiglie verso la guerra e a sostegno della competizione economica dell’Unione Europea”.
Per l’Unione sindacale di base, la soddisfazione con cui “Draghi ha salutato l’accoglimento del suo progetto sul gas dalla Russia è inversamente proporzionale alla disperazione di chi, già oggi, sta pagando cara la politica energetica dell’Unione Europea, le scelte industriali del nostro Paese, l’indecente balletto sul reddito di cittadinanza ‘padre di tutti i mali italiani’, l’arrogante niet sindacale all’introduzione del salario minimo garantito, le minacce di un ulteriore inasprimento delle politiche pensionistiche di qui a qualche mese”.
RIFORMA PENSIONI, LA MOZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO
Come spiega l’edizione romana di Repubblica, il consiglio regionale del Lazio “ha accolto la proposta di un gruppo di camici bianchi del San Camillo di continuare a lavorare per un altro biennio anche dopo il raggiungimento dell’ età della pensione”.
Così è nata una mozione unitaria, firmata dai capigruppo, “che ‘impegna il presidente e la giunta regionali a porre in essere tutte le iniziative (…) per consentire che il collocamento a riposo per raggiunti limiti di età dei dirigenti medici (…), su richiesta dell’interessato e previo parere positivo del direttore generale, possa essere prorogato di due anni rispetto alla naturale scadenza’”. E a quanto pare “intorno alla proposta dei camici bianchi sulla soglia dei settant’anni, crescono le adesioni anche nel resto d’Italia”.
RIFORMA PENSIONI, L’EMENDAMENTO “IN GIACENZA” ALLA CAMERA
Il quotidiano ricorda che “la sfida era stata lanciata all’inizio dell’anno da un gruppo di clinici eccellenti, dal cardiochirurgo Francesco Musumeci al chirurgo cardiovascolare Nicola Mangialardi. Raccolta da decine di colleghi, la proposta si era poi, via via, estesa in tutt’Italia.
Tant’è, in vista del compimento dei loro settant’anni, i camici bianchi mirano a tre obiettivi: smaltire le prestazioni rimaste al palo con il coronavirus; ovviare alla carenza di medici in corsia, avviare alla pratica clinica i giovani colleghi che dovranno essere assunti. In due parole, assistenza e formazione”. Questa proposta, però, “aspetta ancora di essere benedetta dal Parlamento con l’approvazione di un emendamento dei deputati Vito De Filippo e Roberto Morassut, da inserire nell’ articolato di una legge economica”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.