LA QUADRA DA TROVARE SU OPZIONE DONNA

Si continua a discutere della modifica a Opzione donna contenuta nella Legge di bilancio. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, “gran parte della maggioranza spinge per la proroga secca di 6 mesi dello schema attualmente in vigore (uscite a 58 anni, 59 per le ‘autonome’, con 35 anni di versamenti)”, ma “sul tavolo c’è anche un’ipotesi, meno costosa, che prevede una soglia anagrafica d’uscita per tutte lavoratrici a 59 anni, rendendo possibile il pensionamento a 58 anni solo per quelle in possesso dei requisiti dell’Ape sociale”. Di fatto salterebbe la “variabile figli”, mentre le limitazioni “alle lavoratrici che assistono famigliari in difficoltà, a quelle licenziate o con un’invalidità civile di almeno il 74%” resterebbero in vigore solamente per chi volesse andare in pensione un anno prima. Tuttavia, in questo secondo caso, si avrebbe un aumento di un anno del requisito anagrafico. Non è chiaro se resterebbe o meno la distinzione tra lavoratrici dipendenti e autonome attualmente esistente.



LA CRITICA DELLA COMMISSIONE UE SULLA RIFORMA PENSIONI IN MANOVRA

Un ok sostanziale con qualche rilievo critico, per l’appunto sulla riforma pensioni 2022-2023: la Commissione europea ha pubblicato un giudizio «complessivamente positivo» sulla manovra di bilancio presentata dal governo Meloni. Ma nel comunicato sulle sue valutazioni, avverte che il piano «include misure incoerenti con la parte strutturale delle precedenti raccomandazioni sul Bilancio (da parte dell’Ue), in particolare sui settori di pensioni e dell’evasione fiscale, incluso sull’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici e la soglia legale dei pagamenti in contanti». Sul fronte Quota 103 e altre misure presenti nella parte sulla riforma pensioni in Manovra, la Commissione Ue sottolinea «Il 9 luglio 2019 il Consiglio, tra gli altri, ha raccomandato all’Italia di combattere l’evasione fiscale, in particolare sotto forma di omessa fatturazione, anche rafforzando l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, anche mediante l’abbassamento delle soglie legali per i pagamenti in contanti, nonché di attuare pienamente riforme pensionistiche per ridurre la quota delle pensioni nella spesa pubblica».



Entrando nelle pieghe delle critiche mosse da Bruxelles ad una parte della Finanziaria – che nel complesso resta comunque positiva, come riconoscono Gentiloni e Dombrovskis – si legge: «il rinnovo, con criteri di età più stringenti, nel 2023 dei piani di prepensionamento scaduti a fine 2022 non rispetta le raccomandazioni Ue». Dalla Ue insomma non vengono riconosciute come passo avanti le proroghe a particolari misure sulle pensioni anticipate: come noto, il ritorno della legge Fornero è tema piuttosto caldeggiato dalle parti di Bruxelles. (agg. di Niccolò Magnani)

L’AUDIZIONE DI CALDERONE

Nel corso dell’audizione alla commissione Affari sociali del Senato, Marina Calderone ha spiegato che “con le parti sociali sui tavoli specialistici già convocati si darà forma a una revisione del sistema pensionistico nel segno della solidarietà e della sostenibilità per le future generazioni”. La ministra del Lavoro, come riporta Adnkronos, ha evidenziato che tra gli obiettivi principali in tema dei riforma delle pensioni c’è quello di “chiudere la stagione delle forme di accesso a pensioni sperimentali” per “individuare l’accesso a pensioni più compatibili con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore e al contempo di ricambio generazionale dei datori di lavoro, evitando pericolosi ‘scaloni’ anagrafici”, perseguendo anche “una razionalizzazione degli strumenti di prepensionamento a oggi esistenti, prevedendo forme sostenibili di compartecipazione fra oneri a carico del datore di lavoro e dello Stato con esodo dei lavoratori più vicini alla pensione e percorsi ‘mirati’ di staffetta generazionale”.



LE PAROLE DI BERLUSCONI

Silvio Berlusconi è tornato a parlare della misura bandiera di Forza Italia per quel che riguarda le pensioni, ovvero l’innalzamento delle minime a mille euro netti al mese. Come riporta Ansa, l’ex Premier, durante la festa di Natale del Monza, ha detto: “La pensione per gli anziani, abbiamo detto che nella legislatura la porteremo a mille euro. Bene, adesso con i pochi soldi che abbiamo possiamo cominciare a portarla a 600 euro. Poi con cento euro all’anno dovremo arrivare ai mille euro”. Vedremo se effettivamente nella Legge di bilancio si arriverà, tramite gli emendamenti della maggioranza, alla soglia dei 600 euro netti e per tutti, cosa che al momento sembra difficile. Berlusconi ha anche parlato della necessità di “detassare e decontribuire le assunzioni dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Questo dà a tutti gli imprenditori e tutte le imprese una grande convenienza di assumere giovani per un contratto a tempo indeterminato e non gli costa più come con gli altri. Oggi se uno dà 1.500 euro a un suo dipendente, all’azienda costa due volte tanto, 3.300 euro”.

RIFORMA PENSIONI, LE TRATTATIVE NELLA MAGGIORANZA

Nella maggioranza si continua a lavorare per trovare una quadra sulle misure di riforma delle pensioni contenute nella Legge di bilancio. Secondo Il Sole 24 Ore, gli sforzi sono particolarmente concentrati “per migliorare il testo su Opzione donna” e “diventa sempre più intenso il pressing di gran parte del centrodestra per rinunciare alla stretta prevista dal Ddl di bilancio e aprire la strada a una mini-proroga secca di sei mesi dello schema attualmente in vigore (uscite con 58 anni, 59 per le lavoratrici autonome, e 35 di contributi), in attesa di varare la riforma organica della previdenza. Una soluzione che non dispiace al ministro del Lavoro, Marina Calderone, ma che non sembra convincere ancora i tecnici del Mef”.

IL NODO DELL’AUMENTO DELLE MINIME

Infatti, in via XX settembre “opporrebbero minore resistenza all’eliminazione della cosiddetta ‘variabile figli’ lasciando però invariato il nuovo dispositivo introdotto dalla manovra.”. Secondo il quotidiano di Confindustria si starebbe riducendo le distanze per l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75. “L’ok sarebbe a un passo, anche se ci si potrebbe fermare a 590 euro (senza arrivare a 600 euro richiesti) e l’incremento potrebbe essere vincolato all’Isee (e quindi destinato solo agli over 75 con reddito più basso). Resta poi in piedi l’ipotesi di prevedere un mini-bonus per consentire la permanenza in attività per altri due anni, senza perdere il diritto alla pensione anticipata, a chi è in possesso del requisito contributivo necessario ma non ha ancora raggiunto la soglia anagrafica richiesta”.

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