Riforma pensioni 2022: tutto saltato per la guerra?

La riforma pensioni che sarebbe dovuta essere varata quest’anno per poi entrare in vigore nel 2023, non è stata inserita nella presentazione del documento economia e finanza (Def) presentato a Palazzo Chigi il 7 aprile 2022, a causa della profonda crisi economica, che già aveva avuto una flessione in periodo pre pandemico per poi acuirsi nel periodo post pandemico e durante il conflitto in Ucraina. Il caro energia e l’inasprimento del conflitto internazionale rendono infatti prioritarie altre decisioni.



Una situazione che ha fatto ipotizzare come il governo non avesse la minima intenzione di affrontare la riforma pensioni 2022, un argomento tanto delicato, proprio in vista di uno scenario di stagflazione e di inflazione strutturale.

Riforma pensioni 2022: le proposte tornano sul tavolo

Tuttavia, c’è chi pensa che il ritorno della riforma pensioni della Fornero creerebbe un malcontento generale viste le lunghissime trattative con i sindacati e le parti sociali che si sono affaccendati sui tavoli del Ministero del lavoro negli ultimi mesi e che hanno portato ad alcune proposte, un pensionamento raggiunti 41 anni di contributi, raggiunti i 62 o 64 anni di età.
La riforma pensioni della Fornero invece prevede un pensionamento a 67 anni, oltre all’eliminazione radicale di quota 100 che è stata già eliminata nell’ultima legge di bilancio ma che, sto l’apprezzamento delle parti sociali e degli italiani, c’è chi vorrebbe riadattarla con l’introduzione di quota 102.



A settembre però si apre la breccia per una nuova speranza: in autunno infatti il conflitto Russo ucraino sarà abbondantemente decorso e si avranno maggiori proiezioni sugli sviluppi macroeconomici che la guerra ha generato in tutti i paesi dell’UE e del mondo.
Inoltre sarebbero integrate anche le linee programmatiche relativamente alla previdenza complementare e alle pensioni dei giovani: su questo punto l’Italia registra un ritardo notevole petto da altri paesi dell’Unione Europea.

Riforma pensioni 2022: speranze in vista della naDef

La nota di aggiornamento del def è prevista proprio per il settembre 2022. L’appuntamento quindi è rimandato a data da destinarsi e, probabilmente, fino a quella data ci sarà maggiore possibilità di attuare una proposta concreta di riforma pensioni da inserire nella legge di bilancio 2023 che verrà approvata entro dicembre 2022.
Fino a quel momento infatti ci sarà più tempo per trovare un accordo fra le parti sociali, elemento che potrebbe sovvertire l’attuale scenario: spostando infatti l’attuazione della riforma pensioni 2022, si ha la possibilità di approdare ad una proposta di riforma che sia realmente soddisfacente ed equa, perché includerebbe le proposte ben strutturate di tutte le parti sociali. Sarebbero dunque introdotte le proroghe degli attuali strumenti esistenti per la flessibilità in uscita e i presupposti di quota 102 e del prepensionamento a 62 anni. Si potrebbe inoltre decidere una misura temporanea di proroga della quota 102, Opzione donna e Ape sociale che potrebbero essere rese strutturabili così come già proposto dal Ministro Orlando.