IL MESSAGGIO INPS SUL RISCATTO DI LAUREA
Come spiega Il Sole 24 Ore, in un messaggio Inps non disponibile nella sezione del sito accessibile al pubblico, viene affrontato “il tema del riscatto di laurea ai fini pensionistici, sia in formula ordinaria che agevolata, con particolare riferimento a possibili percorsi di studi caratterizzati dal fatto che gli anni di iscrizione all’università risultino inferiori a quelli previsti dall’ordinamento. Ciò può verificarsi nel caso di riconoscimento, a domanda da parte dello studente, di attività formative a livello post secondario che vengono tradotte in Cfu (crediti formativi universitari) secondo le modalità ed entro i limiti previsti dal regolamento di ogni singolo ateneo”. In generale, comunque, l’Inps fa sapere che in questi casi “è comunque possibile arrivare a riscattare un periodo pari alla durata legale del corso di studi”. Servirà però “un’apposita attestazione dell’università acquisita dalla sede Inps competente”. Una buona notizia, dunque, per i diretti interessati.
PENSIONI ANTICIPATE, REQUISITI CONTRIBUTI VOLONTARI
In attesa che per i prossimi mesi possa concretizzarsi la trattativa sindacati-Governo sulla nuova riforma pensioni, una possibile via alternativa alla legge sulla previdenza rimane la scelta dei contributi volontari.
Anticipare l’uscita dal mondo del lavoro è possibile con requisiti particolari e fissati dall’Inps dopo l’ultima Manovra di Bilancio: per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps, i versamenti volontari possono essere concessi per gli artigiani ed i commercianti «cinque anni di contribuzione effettiva riferita a qualsiasi periodo oppure, in via alternativa, tre anni di contributi versati nei cinque precedenti la domanda di autorizzazione; per i coltivatori diretti, coloni e mezzadri, cinque anni di contributi in tutta la vita assicurativa, o 279 contributi giornalieri per gli uomini e 186 contributi giornalieri per le donne ed i giovani nei cinque anni precedenti la domanda di autorizzazione; per i lavoratori parasubordinati, un anno di contribuzione versato nei cinque anni precedenti la domanda di autorizzazione», riporta il focus del “Sole 24 ore”. Per i dipendenti invece il via libera può arrivare solo se: cinque anni di contributi effettivi, riguardanti qualsiasi epoca lavorativa; oppure, in maniera alternativa al requisito precedente, tre anni di contributi nei cinque precedenti la domanda di autorizzazione. Per tutte le altre specifiche, le regole e l’accesso alla pensione qui il focus Inps con tanto di regolamento ufficiale. (agg. di Niccolò Magnani)
LA CRITICA DELL’USB A LANDINI
L’Usb critica il Segretario generale della Cgil Landini secondo cui occorre avviare la discussione con il Governo sull’erosione del potere d’acquisto di salari e pensioni partendo “da un piano energia”. Secondo il sindacato di base, infatti, “non ci può essere alcun confronto serio senza la fuoriuscita immediata dell’Italia dalla guerra, senza un intervento deciso e definitivo attraverso la ripubblicizzazione dell’aziende che producono e distribuiscono gas ed energia elettrica che solo può calmierare i prezzi riportandone il controllo sotto l’egida pubblica. Non ci può essere nessun confronto che non parta dall’introduzione di un salario minimo di almeno 10 euro l’ora previsto per legge per chiunque lavori, affiancato da un reddito di cittadinanza senza condizionalità per chi non ha lavoro e da un blocco degli sfratti per chi non è più in grado di pagare affitti senza controllo, ma soprattutto serve un aumento immediato dei salari e delle pensioni che sono oggi al minimo storico rispetto a tutto il resto d’Europa”.
IL DISSERVIZIO DELL’INPS
L’edizione umbra della Nazione racconta la vicenda di bracciante agricolo che, dopo aver presentato domanda di pensione all’Inps, ha deciso di rivolgersi a un patronato in quanto l’importo liquidato gli è parso troppo basso. “Dal patronato mi hanno spiegato che l’Inps doveva approvare il cosiddetto allargamento delle giornate a completamento di quelle mancanti. Così il patronato ha fatto opposizione al provvedimento di liquidazione di accoglimento della pensione anticipata di vecchiaia, in base alle leggi, la 233 del ’90 e la 638 dell’83, che prevedono la spettanza delle giornate piene. Dopo circa un anno siamo venuti a sapere tramite il liquidatore che l’Inps non disponeva più del programma online per i calcoli dell’ampliamento e dunque ecco perché l’importo non era stato adeguato”, racconta l’uomo, vittima di quello che il patronato definisce “un disservizio che va a limitare i diritti di un lavoratore che già percepisce somme da fame. Faremo vertenza attraverso la Lega dei Consumatori per il reintegro delle spettanze dovute al nostro assistito”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI CAPPUCCIO (PREVIMODA)
Tra le prossime misure di riforma delle pensioni potrebbe esserci anche un nuovo semestre di silenzio-assenso per cercare di aumentare il numero di adesioni alla previdenza complementare, che risulterà sempre più importante man mano che le liquidazioni delle pensioni avverranno con il sistema contributivo pieno. Sul sito del Sole 24 Ore, Fabio Cappuccio, Direttore generale del fondo pensione Previmoda (tessile, abbigliamento, sistema moda), si chiede se questa misura da sola basterà a far capire ai lavoratori, specie più giovani, quanto sia necessaria “una pensione integrativa dato che nel momento in cui andranno in pensione percepiranno il 35/40% in meno dell’ultimo stipendio”. E la sua risposta, basata sull’esperienza degli ultimi anni, è negativa.
LE LEVE PER INCENTIVARE LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
“Facendo tesoro di quanto accaduto in passato, sarebbe necessario affiancare a tale iniziativa una campagna informativa che favorisca nei luoghi di lavoro la diffusione di una cultura previdenziale e finanziaria. A mio avviso per sviluppare e incentivare veramente la previdenza complementare è necessario intervenire in maniera decisa introducendo, soprattutto per i neoassunti e i giovani, l’adesione automatica al fondo pensione collettivo di riferimento con il Tfr e la quota minima di contribuzione a carico del lavoratore e dell’azienda, prevedendo la possibilità di un eventuale recesso entro un determinato periodo”, aggiunge Cappuccio, spiegando che “altri elementi per incentivare l’adesione potrebbero essere quelli legati ad un miglioramento della leva fiscale”.
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