USCITE ANTICIPATE IN STELLANTIS
Come riporta Repubblica, tra Stellantis e i sindacati metalmeccanici, con l’esclusione della Fiom, è stata raggiunta un’intesa “su un’altra tranche di uscite volontarie dagli stabilimenti del gruppo in Italia”, che riguarderà 1.820 lavoratori.
In base all’accordo, sono “ritoccati al rialzo gli incentivi per chi è prossimo alla pensione, mentre chi lascia senza un aggancio all’assegno Inps riceve 55 mila euro, più 20 mila extra se aderisce entro settembre”. Importante innovazione in questo accordo è il fatto che “Stellantis sperimenterà per la prima volta in Italia lo strumento dell’active placement per gli impiegati: chi vuole lasciare per un altro lavoro potrà continuare a lavorare mentre un’agenzia cercherà un nuovo posto. Il colletto bianco, con il passaggio, riceverà anche il 50% di incentivo”. La Fiom evidenzia che, considerando anche queste uscite, “si arriva ad oltre 4 mila lavoratori in meno dal 2021”. Fim e Uilm spiegano invece che “stiamo provando a gestire le ricadute occupazionali della transizione energetica in anticipo attraverso una pluralità di strategie e strumenti”.
I DISSERVIZI SEGNALATI DAI SINDACATI
I Segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil di Lecce hanno diramato una nota congiunta per segnalare “i gravi disservizi che si stanno verificando in questi giorni negli uffici postali del Salento”.
I sindacalisti spiegano che “sembra essere diventata consuetudine quella di non rifornire di contante gli sportelli Atm, tanto è vero che dopo lunghe file – non certo al riparo dal sole in questi giorni di caldo torrido – i cittadini sono costretti a far ritorno a casa senza aver potuto prelevare quanto necessario per sostenere le spese delle quotidianità. Ma c’è ancora qualcosa di più mortificante! Giungono presso le sedi Sindacali costanti segnalazioni di carenza di liquidità anche all’interno degli uffici proprio in giorni come questi in cui è previsto il pagamento delle pensioni”. I sindacati invitano quindi “Poste Italiane a porre fine a questi disagi ampiamente segnalati alla Direzione territoriale dai dipendenti dei propri Uffici, da noi stessi e da una parte della società civile di questo territorio”.
LE PAROLE DI STUMPO (LEU)
Secondo Nico Stumpo, il Decreto Aiuti, grazie ai 16 miliardi messi in campo, dà “sollievo a famiglie e imprese alle prese con la drammatica crisi dei prezzi dell’energia”. Tuttavia, evidenzia il deputato di LeU, “nei prossimi mesi dovremo dare risposte alle questioni sociali aperte a partire dalla difesa del potere di acquisto di salari e pensioni. Perché la crisi morde e sono necessarie risposte adeguate e di giustizia sociale. Questo deve essere il senso con il quale le forze di maggioranza si rapportano con il governo per dare risposte vere ai cittadini”. Intervistato da Leggo, intanto, Gianluigi De Palo, ricorda che la crisi delle nascite è “gravissima. Sta per crollare il sistema. Sono i numeri a dirlo”. Il presidente nazionale Forum delle Associazioni Familiari evidenzia in particolare che il crollo “si vedrà in welfare, scuola, pensioni, sanità. I Comuni che oggi hanno una scuola, magari non la avranno più. La sanità, che ora è gratuita, sarà a pagamento. E via dicendo”.
LA PRIORITÀ PER L’ANP-CIA
Come riportato da lanuovasavona.it, a Garlenda si è tenuta “l’assemblea elettiva dell’Anp della CIA di Savona, che ha rinnovato i suoi vertici: Gianna Benedetti è stata eletta presidente provinciale dell’associazione Pensionati della Confederazione Agricoltori savonese”.
Tra gli interventi ritenuti prioritari dall’Anp-Cia c’è quello dell’adeguamento delle pensioni minime oggi percepite dagli agricoltori, “inferiori al reddito di cittadinanza. Anp “è stata protagonista anche di una raccolta firme sul tema pensionistico nel comparto agricolo, tema quanto mai attuale con i pesanti rincari e la perdita di potere d’acquisto”. Giorgio Brunengo, Direttore del patronato Inac di Savona, ha spiegato che “è paradossale che persone anziane bisognose di cura che hanno lavorato oltre 35 anni, e a volte oltre 50, riscuotano un assegno mensile inferiore a quello di un giovane chi è inoccupato. È profondamente ingiusto”. Vedremo se queste istanze riusciranno a tradursi in misure di riforma delle pensioni effettivamente attuate.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA
In un recente articolo pubblicato sul Messaggero, Alberto Brambilla ha ricordato che i pensionati “saranno gli unici italiani a recuperare appieno il potere d’acquisto delle loro rendite, svalutato pesantemente in questi ultimi mesi. Infatti, a decorrere dal prossimo 1 gennaio, le loro pensioni recupereranno tutta l’inflazione del 2022”. E ciò avverrà “in modo automatico alla luce dell’attuale normativa, senza bisogno di ulteriori provvedimenti né di accantonamenti di bilancio. Del resto, negli ultimi 8 anni, a fronte di un’inflazione inferiore al 3%, le pensioni non sono state praticamente rivalutate nonostante nei calcoli di sostenibilità si consideri sempre un’inflazione di circa il 2% annuo. Ulteriori ripensamenti, oltre a essere ingiusti, sarebbero complicati sia per evitare un no della Corte Costituzionale sia perché di lì a pochi mesi ci saranno le elezioni.
L’EFFETTO DELLE GRANDI DIMISSIONI SULLA PREVIDENZA
In un articolo di qualche giorno prima, sempre sul quotidiano romano, l’ex sottosegretario al Welfare aveva ricordato che il fenomeno delle “grandi dimissioni” avrà effetti anche sul sistema pensionistico. “Attualmente su 16 milioni di pensionati, 3,7 sono totalmente a carico dello Stato, mentre circa 4 milioni sono parzialmente assistiti, per un costo totale di circa 35 miliardi l’anno. Se consideriamo la differenza tra le persone in età da lavoro e quelli che effettivamente lavorano è probabile che, di questo passo, gli assistiti nei prossimi anni aumentino ulteriormente con costi, dando per scontato l’allargamento dell’integrazione al minimo anche ai contributivi puri, per oltre 3 miliardi, cui si aggiungerebbero i 18 miliardi ipotizzati per la decontribuzione”, aveva evidenziato il Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali.
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