LA CRITICA A SALVINI

In un articolo pubblicato su lanuovacalabria.it, Sabatino Nicola Ventura critica la proposta di Matteo Salvini di una misura di riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41, definendola una proposta ingannatrice che “di fatto manterrebbe, peggiorando, la legge Fornero”, una legge che “non è mai stata abolita, non ci sarà pertanto a gennaio nessun ritorno”.



Dal suo punto di vista, “sarebbe, invece, più giusto, oso dire più umano, diversificare l’età pensionabile, con diverse opportunità, non penalizzanti, in base al lavoro che si è svolto (lavori usuranti, rischiosi, particolarmente impegnativi, ecc.). Salvini, pertanto, agita un falso ed inventato problema. Non dico altro, perché l’argomento pensioni è molto più complesso e delicato; riguarda aspetti economici, sociali, di bilancio, di tenuta delle casse Inps, i rapporti di sinergia con l’Europa, e merita una riflessione più compiuta”. 



DL AIUTI E PENSIONI, LA BOCCIATURA DELLA UIL

Dopo l’incontro al Ministero dell’Economia e Finanza stamane sul prossimo Decreto Aiuti, il leader nazionale della Uil Pierpaolo Bombardieri non vede di buon occhio le misure in arrivo sul fronte pensioni: in attesa di una riforma specifica, a questo punto attesa dopo le Elezioni 2022, il segretario generale contesta le misure in spesa che andranno per aiutare i pensionati.

«L’incontro non e’ andato bene. Per quello che ci riguarda l’intervento sul cuneo e sulle pensioni previsto nel dl aiuti bis è poco più di un’elemosina», sottolinea Bombardieri indicando dove l’accordo nel Dl Aiuti non soddisfa il sindacato. «Per i pensionati la rivalutazione del 2% è di 10 euro ogni 500 euro per tre mesi, e l’anticipo del conguaglio per l’anno in corso comporta sull’anno un aumento di un euro al mese ogni 500 euro. Siamo a poco più di un’elemosina, il giudizio è insufficiente», conclude davanti ai giornalisti Bombardieri lanciando un appello a tutti i partiti politici in vista del voto di settembre «Siamo curiosi di sapere cosa pensano i partiti che stanno facendo la campagna elettorale. Il corpo della manovra doveva riguardare lavoratori dipendenti e pensionati». (agg. di Niccolò Magnani)



LA MISURA NEL DECRETO AIUTI-BIS

Secondo quanto riporta Ansa, stamane c’è stato un incontro a palazzo Chigi tra Governo e partiti per illustrare lo schema del Decreto aiuti-bis e spiegarne gli interventi più importanti. “Un punto in più di taglio del cuneo, che arriva così all’1,8%, a partire dal primo luglio e fino alla fine dell’anno.

E un anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, con gli assegni che aumenteranno del 2% a partire da ottobre”, sono tra le misure che finiranno verosimilmente domani sul tavolo del Consiglio dei ministri. L’agenzia di stampa spiega che “nel corso dell’incontro non sarebbero stati quantificate le risorse necessarie per i due interventi. Confermato che la decontribuzione riguarderà i redditi fino a 35mila euro”. A quanto pare, invece, l’anticipo della rivalutazione riguarderà tutte le pensioni e non solo quelle inferiore a un certo importo. Tuttavia bisognerà attendere maggiori dettagli sull’incontro di oggi per avere una conferma in merito.

LE PAROLE DI ROTA (FAI-CISL)

Onofrio Rota evidenzia che “purtroppo la campagna elettorale è partita in modo aggressivo e confusionario, sentiamo parlare molto di alleanze e poco di cose concrete, invece bisogna già guardare alla legge di bilancio”.

In questo senso il Segretario generale della Fai-Cisl, intervistato da Agra Press, indica alcuni punti fondamentali da affrontare: “Rilanciare salari e pensioni valorizzando la contrattazione, puntare su formazione e politiche attive per creare opportunità occupazionali, specialmente per giovani e donne, realizzare gli obiettivi del Pnrr, sostenere i comparti agroalimentari e ambientali come leva di sviluppo e transizione ecologica: c’è un’agenda sociale ben conosciuta che tutta la politica dovrà gestire, speriamo con responsabilità e visione”. Come noto, nella Legge di bilancio bisognerà anche decidere cosa fare in tema di riforma delle pensioni vista la scadenza di misure come Quota 102, Ape social e Opzione donna.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI GRONCHI

In un articolo pubblicato su lavoce.info, Sandro Gronchi ricorda che in tema di riforma delle pensioni “le principali ipotesi in campo” per il post-Quota 102 “sono due. Entrambe consentono ai misti di anticipare il pensionamento fino a 64 anni purché possano vantare un’anzianità di almeno 35 e abbiano maturato una pensione almeno uguale a 2,2 volte l’assegno sociale”. L’autore ricorda che “entrambe le ipotesi prevedono interventi sulla componente retributiva della pensione. L’ipotesi più ‘severa’ ne contempla addirittura la scomparsa, cioè il ricalcolo contributivo. L’ipotesi più ‘mite’ prevede di moltiplicarla per un ‘correttore attuariale’ che coinvolge i coefficienti di trasformazione devoluti al calcolo della componente contributiva”.

IL PESO DELLA PENSIONE DI ANZIANITÀ

In realtà esiste anche una “variante” dell’ipotesi “mite” che “quantifica il correttore nella misura forfettaria del 3 per cento per ogni anno di anticipo”. Gronchi evidenzia che “le ipotesi in campo non sfiorano la pensione d’anzianità, un istituto tipicamente italiano che riduce l’età media di pensionamento a valori tra i più bassi in Europa. È diffusa l’idea che diventerà ‘innocua’ quando il sistema contributivo andrà a regime perché la sua superiore durata sarà compensata da coefficienti di trasformazione inferiori. In realtà, la compensazione potrà essere solo parziale”. Dunque, sottolinea l’economista, “già spina nel fianco del sistema retributivo, la pensione d’anzianità resterà quindi tale per quello contributivo”. Una questione non proprio banale.

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