RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI FERRARI
Il Segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, ribadisce i limiti della Legge di bilancio anche sul fronte della riforma delle pensioni. “Così non vengono affrontate in alcun modo le criticità presenti nel nostro sistema pensionistico, e men che meno si prefigurano le condizioni per una riforma complessiva del nostro impianto previdenziale. Nessun superamento della legge Fornero, dunque, e nemmeno la possibilità di accedere al pensionamento con 41 anni di contribuzione”, sono le parole riportate da collettiva.it del sindacalista, secondo cui “non solo non c’è alcun miglioramento né allargamento delle tutele e dei diritti previdenziali, ma c’è un intervento regressivo rispetto alla situazione attuale”. Di conseguenza, “si procede spediti verso un ritorno alla legge Fornero ‘in purezza’”.
L’ANALISI DI CIGNA
Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, ricorda che Quota 103 “sarà rivolta di fatto solo a coloro che sono nati nel 1960 e nel 1961. Infatti chi avrà almeno 41 anni di contributi nel 2023, nel 2020 aveva già raggiunto i 38 anni di contribuzione”. “Chi è nato entro il 31 dicembre 1959 aveva già il requisito di ‘quota 100’ (62 anni e 38 di contributi) e quindi, maturato il diritto alla pensione. Il risultato è che il prossimo anno con ‘quota 103’ andranno in pensione – secondo le nostre analisi – 11.340 persone, di cui 9.355 lavoratori e appena 1.985 lavoratrici, in luogo delle 41.100 annunciate”, aggiunge Cigna, che sottolinea inoltre che se Opzione donna dovesse rimanere come prevista dalla Legge di bilancio “sarà assolutamente inutile: solo 870 persone potranno utilizzarla”.
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