LE PAROLE DI PACIFICO

Interpellato da Teleborsa, Marcello Pacifico evidenzia che in tema di riforma delle pensioni “qualcuno parla di quota 41 e qualcuno parla di quota 64 anni. Noi siamo più che convinti che, al di là delle opinioni personali, bisogna fare quello che si fa negli altri Paesi economicamente sviluppati dove si va in pensione a 63 anni col massimo dei contributi”. Secondo il Presidente nazionale di Anief è poi importante “riconoscere gratuitamente da parte dello Stato il riscatto degli anni di studio” e “c’è poi un punto fondamentale: le donne che lavorano devono avere qualcosa di riconosciuto, un qualche contributo importante, in particolar modo se hanno dovuto affrontare anche la maternità, perché se si vuole avere un Ministro della Natalità in Italia bisogna anche intervenire concretamente per garantire il diritto delle donne ad essere madri e lavoratrici”. Secondo Pacifico è poi necessario “svecchiare il mondo della scuola, dato che abbiamo la classe docente più vecchia del mondo”.



CALDERONE PENSA A MISURA PER LE DONNE

Intervistato da Repubblica, il sottosegretario all’Economia Federico Freni spiega che “per noi è importante avviare il percorso verso una quota 41 piena, e, soprattutto, abolire la legge Fornero. Che poi nel 2023 si inizi il percorso con una mitigazione di Quota 41 con 61 o 62 anni è un tema in corso di valutazione. Non darei nulla per scontato, se non che dal primo gennaio offriremo un’alternativa concreta alla Fornero”. Intanto, come riporta La Stampa, Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, evidenzia che con questa nuova Quota creerà comunque problemi alle donne, perché sarà sempre difficile per loro arrivare a un’anzianità contributiva di 41 anni. “Al Governo abbiamo detto che la riforma del sistema non si fa con un numero magico. La proposta unitaria del sindacato dà la possibilità a 62 anni di aprire la flessibilità in uscita, solo così riusciamo a rispondere anche alle donne”, aggiunge il sindacalista. Secondo il quotidiano torinese, la ministra del Lavoro Calderone starebbe “provando a far passare una norma che renda ‘più attrattiva’ Opzione donna”.



LA RICHIESTA DI PAMPANELLI (CGIL)

Come riporta umbrianotizieweb.it, secondo Sergio Pampanelli, Segretario generale della Cgil di Perugia, di fronte all’aumento dell’inflazione sono necessari interventi immediati e a tutti i livelli: “In momenti straordinari servono strumenti straordinari, dunque prima di tutto vanno aumentati in maniera strutturale i salari e le pensioni, andando a prendere i soldi dove ci sono, nella rendita finanziaria e nei grandi patrimoni, secondo un principio di solidarietà. Vanno poi rinnovati in maniera adeguata i contratti nazionali e implementati gli accordi aziendali di secondo livello, non confondendoli con i bonus messi a disposizione dal governo, peraltro anch’essi poco praticati dalle aziende”. Intanto, come riporta Radiocor, Matteo Salvini, intervenendo al webinar “Molto Futuro” del Messaggero, ha spiegato che nella Legge di bilancio “non ci sarà la manovra quinquennale che esaurisce gli impegni in campagna elettorale ma daremo i primi punti fermi”. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, il ministro delle Infrastrutture ha detto che ci sarà lo “stop alla legge Fornero che altrimenti entra in vigore il 1 gennaio e quindi l’avvio di quota 41”.



GLI ISCRITTI ALLE CASSE PRIVATIZZATE

In un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, Lorenzo Vaiani ricorda che nel 2021 il numero totale degli iscritti alle Casse privatizzare dei liberi professionisti in Italia “è cresciuto dello 0,75%, arrivando a 1,705.807. I tre enti che hanno fatto registrare l’incremento maggiore sono ENPAP, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza degli psicologi, (+6,8%), ENPAB, l’ente di riferimento per i biologi (+6,1%), ed ENPAPI, ovvero i periti industriali (+3,4%); al contrario, fanno segnare il decremento maggiore Cassa notariato (-2,2%), CNPR (la Cassa dei ragionieri, -2,1%) e Cassa Forense (-1,3%). Oltre al numero di iscritti, sale – come evidenziato dal Nono Report dedicato agli investitori istituzionali italiani a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali – anche il numero di soggetti in quiescenza, +17.702 unità, assestandosi a 474.137. L’incremento maggiore del numero di neopensionati rispetto a quello dei nuovi iscritti ha comportato per il 2021 una leggera riduzione del rapporto iscritti/pensionati, che è sceso da 3,67 a 3,59”.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MERCER

Analizzando il Mercer CFA Institute Global Pension Index relativo al 2022, Carlo Mazzaferro, in un articolo pubblicato su lavoce.info evidenzia che “per l’Italia, sono le condizioni relative alla sostenibilità delle finanze pubbliche e alla crescita corrente e prospettica dell’economia gli elementi di maggiore criticità. Sono estremamente indicativi gli indirizzi di (ulteriore) riforma segnalati nel rapporto per il nostro paese: i) aumentare la copertura della previdenza privata; ii) continuare nel processo di crescita della partecipazione al mercato del lavoro da parte degli individui con più di 60 anni; iii) restringere la generosità delle prestazioni quando vengono erogate prima dell’età legale di pensionamento; iv) ridurre il debito e la spesa pubblica”.

LA NECESSARIA CRESCITA DELL’ECONOMIA

L’economista spiega che in sintesi occorre “più risparmio e più offerta di lavoro. Almeno nel lungo termine, questo dovrebbe portare l’economia su sentieri di crescita più adeguati rispetto a quelli sperimentati negli ultimi decenni. Dal punto di vista individuale, del resto, è quasi lapalissiano affermare che l’importo della pensione (o del reddito durante la vecchiaia) dipende positivamente da quanto risparmiato da giovani e da quanto a lungo si è rimasti nel mercato del lavoro. Il messaggio fondamentale sulle criticità del sistema pensionistico e sulla sua sostenibilità sembra quindi riguardare in modo prevalente il contesto complessivo all’interno del quale si trova, il peso eccessivo della componente pubblica e la scarsa crescita dell’economia”.

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