PD E AZIONE “DIVISI” SULLA RIFORMA PENSIONI
La novità politica del giorno riguarda l’accordo raggiunto in vista delle Elezioni 2022 tra Pd e Azione-Più Europa: osservando però i principali punti di accordo trovati tra Letta, Calenda e Della Vedova si nota la mancanza di un tema cruciale come la riforma pensioni 2022-2023. Mentre fronte Centrodestra la questione previdenziale è stata subito posta al centro della campagna elettorale, in casa Centrosinistra i temi sociali al momento non contengono riferimenti specifici sulla riforma post-Quota 102.
Il motivo è molto semplice: Pd e Calenda hanno idee diverse in merito, ribadite anche di recente. Per la fine delle “quote” il Partito Democratico con il Ministro del Lavoro Orlando vede come punto di miglioria una maggiore flessibilità pensionistica in uscita, ma che sia sostenibile: non disdegna del tutto la legge Fornero ma reputa principale l’aumento dell’Ape Social e della Opzione Donna. Di contro invece, Renzi e Calenda da tempo ritengono le riforme pensionistiche propone dal Centrodestra troppo dispendiose e non vedono invece problemi circa il ritorno dal 1 gennaio 2023 della Legge Fornero. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI TAJANI
Antonio Tajani è stato intervistato dal Giornale e gli è stata posta anche una domanda su come il centrodestra riuscirà a trovare un accordo programmatico in tema di riforma delle pensioni.
“Ne stiamo parlando. Cercheremo di trovare un equilibrio. Su Quota 100 non eravamo tanto favorevoli. Abbiamo un minimo comun denominatore e poi, una volta al governo, vedremo come realizzare le singole proposte”, ha risposto il Coordinatore di Forza Italia, che è tornato a ribadire anche un concetto già espresso in precedenti interviste: “Basta con la politica del reddito di cittadinanza. Sì alla politica di sostegno alla dignità delle persone, chi non può lavorare deve essere sostenuto, le pensioni devono essere dignitose sia per anziani che disabili. Ma rimodulando il reddito di cittadinanza si recuperano introiti per tagliare il cuneo fiscale. Se diciamo che ogni proposta avrà una copertura finanziaria, lo diciamo a ragion veduta”.
LE VERIFICHE DELL’INPS
In un articolo pubblicato su Avvenire viene ricordato che “ferie, calura e rallentamenti dell’estate non fermano l’Inps ora nelle vesti di investigatore. Nelle maglie dell’Istituto ricadono in questi giorni i pensionati dello Stato, degli enti locali e di altre amministrazioni in carico alla Gestione Pubblica dell’ente.
Come i privati, anche i dipendenti pubblici ricevono assegni talvolta collegati ai redditi personali e familiari. Le relative liquidazioni avvengono sempre in via provvisoria perché i redditi da verificare sono disponibili solo quando l’Agenzia delle Entrate, dopo le dichiarazioni annuali, li accerta come definitivi. L’amministrazione finanziaria ha elaborato i modelli 730, CU e Redditi 2020 e, da essi, i cosiddetti “redditi influenti”, cioè diversi dai redditi da pensione, degli anni 2019 e 2020. Diverse le prestazioni oggetto delle verifiche degli uffici della previdenza, come la quattordicesima riscossa nel 2020. Qualora risulti che sono stati corrisposti importi superiori a quelli spettanti, la differenza sarà recuperata a partire dalla rata di dicembre 2022”.
RIFORMA PENSIONI, LE IDEE DEI PARTITI
In un articolo pubblicato su Repubblica si cerca di fare il punto sulle proposte di riforma pensioni dei partiti considerando che sarà il nuovo Governo a dover prendere decisioni per il post-Quota 102. Se è ben nota la posizione di Forza Italia, esplicitata da Silvio Berlusconi tramite la promessa di alzare l’importo degli assegni ad almeno 1.000 euro, meno è probabilmente nota la posizione del Movimento 5 Stelle, che dovrebbe rifarsi alle proposte di Pasquale Tridico di un’uscita dal mondo del lavoro a 63-64 anni, con un assegno in due tempi: prima la parte contributiva della pensione e poi anche quella retributiva, una volta raggiunti i 67 anni. Il Presidente dell’Inps preme anche perché vi sia il riscatto gratuito della laurea.
L’ATTESA PER I PROGRAMMI ELETTORALI
La Quota 41 proposta dalla Lega, secondo il quotidiano romano, non dispiace a Fratelli d’Italia, che vorrebbe anche tagliare le pensioni d’oro. Il Carroccio propone anche uno sconto contributivo per le donne in base al numero di figli avuti, così che si possa andare in pensione anche con 38 o meno anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica. In casa Pd si sembra puntare sulla proroga di Ape social e Opzione donna, oltre che sull’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani. Anche secondo Italia Viva bisognerebbe prorogare l’Ape social ,ampliandola. Azione sembra invece più determinata nel chiedere che resti la Legge Fornero dopo la scadenza di Quota 102. Vedremo se cambierà qualcosa nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi del 25 settembre e la presentazione dei programmi elettorali.
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