LE PAROLE DI SBARRA
Luigi Sbarra è stato ospite della redazione di Bresciaoggi, cui ha rilasciato un’intervista, spiegando che “siamo nella più grave crisi economica dal Secondo Dopoguerra, abbiamo apprezzato l’annuncio di un nuovo decreto prima della pausa estiva che mette in campo risorse importanti per salvaguardare il potere di acquisto di salari e pensioni: questo è il tempo della responsabilità, mai come oggi il Paese ha necessità di governabilità e stabilità”.
Secondo il Segretario generale della Cisl, “dobbiamo alzare la produttività, sostenere il cammino delle riforme a partire da quella fiscale, tagliando le tasse a dipendenti e pensionati”. Dal suo punto di vista, poi, “il pluralismo sindacale è una ricchezza e abbiamo raggiunto tanti risultati con l’azione unitaria. Molte piattaforme sono frutto di azione unitaria su previdenza e pensioni, fisco, salute e sicurezza, Pnrr. Ma lo sciopero di dicembre è stato un errore, dopo mesi di patti siglati a Palazzo Chigi andava rafforzato il quadro delle relazioni sindacali con il governo, non bruciarlo”.
RISCATTO DI LAUREA, QUEL CHE NON VA NELLA PROPOSTA TRIDICO
In un articolo pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano, Mario Pomini commenta la proposta di riforma pensioni avanzata da Pasquale Tridico che mira a rendere gratuito il riscatto della laurea.
“La reale convenienza di aderire al riscatto agevolato consiste nella possibilità di ridurre l’età nella quale andare in pensione di 3 o 5 anni. Questo è dimostrato dal fatto che, come ci mostra il Rapporto sulle pensioni di Itinerari Previdenziali, un professionista su due iscritto alle Casse previdenziali è un pensionato attivo, cioè va in pensione ma continua a svolgere la sua attività professionale, pagando anche i contributi pensionistici. Se questo è vero, se cioè il laureato, in genere un professionista, continua a lavorare anche dopo la pensione, la proposta Tridico, pur interessante, non sembra raggiungere il suo scopo. Chi si iscrive all’università guarda alle opportunità presenti e non ai costi di un lontanissimo futuro”, scrive il Professore associato di Economia politica, ricordando che in Germania come in altri Paesi gli studenti di fatto non pagano tasse universitarie e forse sarebbe quindi bene provare a copiare questa misura.
LE MOSSE PER I GIOVANI
Secondo Luigi Sbarra, occorre uscire dalla retorica “dei giovani che rifiutano o non cercano più lavoro”. Intervistato dal QN, il Segretario generale della Cisl evidenzia, infatti, che “ci sono milioni di giovani e soprattutto di donne che non sono pagati abbastanza e a cui bisogna offrire un’occupazione stabile, salari giusti, parità di genere, una pensione dignitosa.
Tutto questo oggi non avviene. Detto ciò, c’è anche un problema di competenze in linea con la domanda delle aziende: dunque il tema della formazione perpetua e della riforma delle politiche attive, attraverso una integrazione con il privato, è cruciale”. Secondo il sindacalista, “bisogna potenziare i canali di ingresso stabili e professionalizzanti, a partire dall’apprendistato e rendere il lavoro a termine più costoso di quello stabile, immaginando anche di alimentare un fondo per le pensioni di garanzia per giovani e donne”. Inoltre, nel tagliare il cuneo fiscale, bisogna “scongiurare un intervento sui contributi previdenziali, che rischierebbe di penalizzare i futuri pensionati”.
I PENSIONATI DA NON DIMENTICARE
In un editoriale pubblicare sul Corriere del Mezzogiorno, Emanuele Imperiali evidenzia che “come sempre, in politica, bisogna fare alcune scelte, soprattutto quando la coperta è corta e finanziare altre voci di spesa a debito vorrebbe dire far salire lo spread oltre misura e imporre ancor più pesanti incrementi del costo del denaro.
Invece che erogare troppi bonus indiscriminatamente, dietro i quali sono proliferati truffe per svariati miliardi, come il caso del Superbonus, non sarebbe preferibile destinare questi soldi a un irrobustimento degli assegni previdenziali attraverso un totale recupero dell’aumento del costo della vita, contribuendo peraltro così a un aumento della domanda di consumi? Anche questo vuol dire puntare su una politica riformista e gradualista e porre le basi di un Patto sociale che duri nel tempo. I sindacati certamente metteranno al primo posto le legittime richieste dei lavoratori attivi e il rinnovo dei loro contratti ma c’è da auspicare che non dimentichino quei pensionati la cui voce è atona ma non per questo non hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini più fortunati di loro”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MARIANI (PEGASO)
Tra i temi che la prossima riforma delle pensioni dovrà affrontare c’è anche l’incentivazione della previdenza complementare. Andrea Mariani, direttore generale di Pegaso, fondo pensione di categoria per i dipendenti delle imprese dei servizi di pubblica utilità, intervistato da MF-Milano Finanza spiega che “due sono gli aspetti su cui si dovrebbe fare leva. Primo, prevedere un’iscrizione automatica del lavoratore, accompagnata però anche dalla contribuzione a carico del datore di lavoro, cosicché in futuro la scelta più semplice sia rappresentata dal mantenere il Tfr nel fondo anziché riportarlo in azienda. Secondo, prevedere che l’adesione effettuata con queste modalità costituisca un periodo di prova del fondo per un termine temporale congruo, ad esempio 12 mesi”.
LE LEVE PER LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
In questo modo, infatti, si consentirebbe “al lavoratore di verificare l’effettiva convenienza dell’iscrizione e facendo sì che la stessa non solo sia una scelta consapevole ma anche l’opzione favorita”. Secondo Mariano, “al fine di garantire poi la massima flessibilità agli iscritti, soprattutto all’avvicinarsi del raggiungimento del requisito pensionistico, si dovrebbe consentire il trasferimento al fondo pensione del Tfr maturato anche qualora sia accantonato presso l’Inps, così come viceversa il ricongiungimento di tutta o parte della posizione accantonata nel fondo con i versamenti fatti al sistema di previdenza obbligatoria, come alternativa a una richiesta di rendita sempre meno appetibile sul mercato in termini di condizioni offerte dalle compagnie di assicurazione”.
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