BONUS 200 EURO NELLE PENSIONI: COME FUNZIONERÀ
Come stabilito dalle ultime migliorie al Decreto Aiuti, arriverà con gli assegni di luglio nelle pensioni il bonus 200 euro destinato al mondo della previdenza: dal 1 luglio i titolari di pensione, che ancora attendono novità dal Governo sul fronte della riforma pensioni 2022-2023 (che a questo punto arriveranno, presumibilmente, alla vigilia della prossima Manovra di Bilancio), riceveranno nell’assegno il bonus sociale da 200 euro.
Lo riceveranno anche i “pre-pensionati” e pure chi ha appena percepito l’indennità di disoccupazione (Naspi e Dis-Coll), così come i percettori di reddito o pensione di cittadinanza. Il bonus una tantum optato dal Governo si aggiungerà anche alle Quattordicesima in arrivo sempre a luglio (tra i 300 e i 500 euro per i pensionati con reddito personale annuo inferiore ai 13.659,88 euro), rendendo così l’assegno “maxi” in piena estate. Ricordiamo che il tetto massimo per chi potrà ricevere il bonus del Dl Aiuti è di 35mila euro annui di ISEE. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, I DATI SULL’AVVOCATURA
Cfnews.it riporta alcuni dati contenuti nel Rapporto Censis sull’Avvocatura 2022. In particolare, considerando le pensioni degli avvocati erogate nel 2021, “il 47,6% è costituito da pensioni di vecchiaia, mentre più di un terzo riguarda pensioni di reversibilità e indirette, i cui beneficiari sono coniugi o figli (fino al limite dei 26 anni) dei professionisti deceduti.
Nel 2021, i professionisti ancora contribuenti, che scelgono di continuare a lavorare dopo la pensione, sono 13.903: il rapporto fra questi ultimi e la somma delle pensioni di vecchiaia, delle pensioni contributive (iscritti per un periodo inferiore a 35 anni) e quelle in cumulo (pensioni erogate in parte pro quota da altri enti), è pari al 75,7%”.
LE POSSIBILI CRITICITÀ
In un’ottica di sostenibilità del sistema, “la piramide per età degli iscritti segnala, allo stato attuale, la presenza di un’ampia platea di professionisti più giovani e in attività su cui possono contare – in termini di versamenti contributivi – le classi d’età più avanzate, prossime all’accesso alla pensione o già pensionate. Eventuali criticità cominceranno, invece, a manifestarsi in assenza di correttivi quando si avvicinerà alla pensione la classe d’età oggi compresa fra i 37 e i 57 anni, la quale dovrà confrontarsi con una minore consistenza di colleghi più giovani e, di conseguenza, con una disponibilità di risorse economiche condizionata da un diverso equilibrio finanziario rispetto a quello attuale”. Infine, va detto che è alta “la quota di donne che sa di poter percepire una pensione insufficiente, una volta conclusa l’attività di avvocato (37,3% contro il 28,3% degli uomini)”.
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