RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DEL CUPLA

Il Coordinamento pensionati aderenti alle Associazioni dei lavoratori autonomi del commercio (Cupla), come si legge sul sito dell’Anap-Confartigianato, evidenzia che “le pensioni si sono enormemente impoverite a causa dell’effetto combinato di tre fattori, due strutturali e uno più contingente. Il primo fattore strutturale è rappresentato dal meccanismo di adeguamento automatico del valore delle pensioni alle variazioni dei prezzi, che è il responsabile principale della perdita di potere di acquisto delle pensioni superiori a 1.500 euro lordi mensili. Il secondo fattore è rappresentato dall’aumentato del prelievo fiscale sui redditi pensionistici, specialmente con l’espansione delle addizionali locali”. Infine, vi è l’aumento “abnorme del costo della vita”, che “non potrà mai essere recuperato dalla rivalutazione automatica delle pensioni”.



LA DIFESA DEGLI ASSEGNI PENSIONISTICI

Il Cupla avanza quindi alcune proposte in tema di riforma delle pensioni, come “adeguare, seppur gradualmente, i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale”, “riformare il meccanismo di rivalutazione annuale calcolata dall’Istat adottando l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea (Ipca)”,  “ripristinare la doppia indicizzazione delle pensioni, non solo in base alle variazioni dei prezzi, ma anche in base alla variazione della massa delle retribuzioni lorde di contabilità nazionale” e “colmare lo svantaggio in fatto di tassazione ai danni dei pensionati o allineando le detrazioni da lavoro dipendente e da pensione, oppure introducendo un nuovo bonus Irpef pensionati, che coinvolga, ad esempio tutti coloro che percepiscono pensioni basse, escluse quelle assistenziali”.



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