LE PAROLE DI SALVINI
Matteo Salvini, come riporta Ansa, ha spiegato che in caso di vittoria alle elezioni, al primo consiglio dei ministri ci sarà “una moratoria fiscale immediata”, come secondo provvedimento “portare la flat tax a 100mila euro” e poi “una riforma delle pensioni equilibrata, anche per permettere di avere manodopera più smart e digitale. Restituire la vita a chi fatica da 41 anni e fare entrare linfa nuova rendere giustizia a chi se l’è meritata e crea un grande ricambio generazionale”. La candidata alla Camera per la Lega Simona Loizzo, come riporta corrieredellacalabria.it, evidenzia che il suo è stato “il partito che ha realizzato quota 100 consentendo a tanti italiani, bloccati dalla Fornero, di poter finalmente andare in quiescenza. Chiediamo il voto agli elettori sulla base delle certezze che abbiamo realizzato anche in materia previdenziale, mentre il centrosinistra vorrebbe il ritorno della legge Fornero che è stata una vera sciagura”.
RIFORMA PENSIONI, L’APPELLO DI PAPA FRANCESCO A CONFINDUSTRIA
«Il problema del lavoro non può risolversi se resta ancorato nei confini del solo mercato del lavoro: è il modello di ordine sociale da mettere in discussione»: nella lungo intervento di Papa Francesco ai partecipanti dell’assemblea pubblica di Confindustria, giunti fin in Aula Paolo VI in Vaticano stamane, il tema della riforma pensioni assieme al futuro stesso del mondo del lavoro con previdenza annessa è stato più volte rilanciato. Il Santo Padre, nel sottolineare quale modello “umano” di ordine sociale si possa tendere, ha sottolineato come principale il nodo della denatalità: «combinata con il rapido invecchiamento della popolazione, sta aggravando la situazione per gli imprenditori, ma anche per l’economia in generale».
Secondo Papa Francesco è la denatalità e i problemi annessi a far diminuire l’offerta dei lavoratori, aumenta la spesa delle pensioni a carico della finanza pubblica e quant’altro: «È urgente sostenere nei fatti le famiglie e la natalità. Su questo dobbiamo lavorare, per uscire il più presto possibile dall’inverno demografico nel quale vive l’Italia e anche altri Paesi. È un brutto inverno demografico, che va contro di noi e ci impedisce questa capacità di crescere. Oggi fare i figli è una questione, io direi, patriottica, anche per portare il Paese avanti». Al termine del suo intervento, il leader della CISL Luigi Sbarra ha richiamato l’appello fatto da Papa Francesco agli industriali rilanciandolo all’intera politica, alle porte delle Elezioni 2022: «tocca alle istituzioni, alla politica e alle parti sociali non ignorare l’appello di Papa Francesco: bisogna ripartire dalla centralità e dalla dignità del lavoro, dare un futuro ai giovani, tutelare salari e pensioni, rispettare la donna, la famiglia, l’ambiente». (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI SPINGE SU QUOTA 41
Matteo Salvini torna a spingere su Quota 41 e a criticare il Reddito di cittadinanza. Intervenendo alla trasmissione “Agorà”, infatti, come riporta Adnkronos, ha ricordato infatti che “la proposta di quota 41 costa per il 2023 secondo le stime della Cgil, quindi non mie, 1 miliardo e 300milioni. Se consideriamo che solo il reddito di cittadinanza ne costa 9, sistemando il reddito di cittadinanza e togliendolo ai furbetti che ne stanno approfittando, ce ne paghi due di quota 41. Quindi diritto alla pensione, diritto al lavoro per i giovani, diritto al reddito di cittadinanza per chi non può lavorare ma se rifiuti offerte di lavoro non puoi continuare a percepire denaro pubblico”. Il leader della Lega ha anche evidenziato che “quando dico di cancellare la legge Fornero e scegliere quota 100 o 41 significa dare la possibilità di scegliere”, perché “Quota 41 dal primo gennaio significa che se lavori da 41 anni hai diritto di lasciare il posto a un giovane, che sei libero di farlo. Che milioni di lavoratrici e lavoratori possono scegliere”.
LE PAROLE DI LANDINI
In un’intervista al Quotidiano Nazionale, Maurizio Landini ha parlato anche di riforma delle pensioni, facendo notare “che in questi anni i governi non hanno cambiato la riforma, al punto che, se non si interviene, dal primo gennaio torniamo alla situazione precedente. L’uscita con 41 anni di contributi è solo uno dei punti della nostra piattaforma”. Fulvio Martusciello, commissario regionale di Forza Italia, invece, intervistato da cronachesalerno.it, spiega che per il suo partito “la priorità è il caro bolletta, la tutela degli anziani, l’aumento delle pensioni inserito in un contesto di tutela delle fasce deboli. Non è solo un aumento delle pensioni minime ma è aiutare parte di una società, dimenticata in questi anni. Il nostro slogan, aiutare chi è rimasto indietro, usato nella campagna elettorale del 2001 è quanto mai attuale: ci sono troppi anziani, troppe persone indifesa che oggi non hanno alcuna possibilità di vivere decentemente e di loro dobbiamo occuparcene con priorità”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano evidenzia che la Lega “ad ogni campagna elettorale, promette di cancellare la legge Fornero” e adesso lo fa proponendo ‘Quota’ 41. Un’altra promessa che non potrà essere mantenuta, perché chi non sarà in grado di mettere insieme 41 anni di contributi continuerà ad andare in pensione a 67 anni”. L’ex ministro del Lavoro, intervistato da pensionipertutti.it, spiega che il Partito democratico è “d’accordo con chi vuole cancellare la Monti-Fornero, ma per farlo bisogna affrontare il nodo principale, quello dell’anticipo pensionistico prima dei 67 anni, che va reso possibile per tutti, anche per chi non svolge lavori usuranti o gravosi che dispongono già di normative specifiche di flessibilità”.
LE PROPOSTE DEL PD
Secondo Damiano, quindi, Quota 41 “non basta: ci vuole la flessibilità a partire dai 63 anni, confermando quella già esistente per chi svolge lavori usuranti o gravosi. Era l’obiettivo al quale stavamo lavorando con il ministro Orlando con una commissione che vedeva la presenza dei sindacati, della Presidenza del Consiglio, dei ministeri del lavoro e dell’economia. Concludendo. Il tema della flessibilità, con l’accesso alla pensione a partire dai 63 anni, noi la riproponiamo seguendo lo schema del 2013: una leggera penalizzazione, del 2-3%, per ogni anno di anticipo sulla sola parte dell’assegno previdenziale calcolata con il sistema retributivo. Inoltre, mantenimento della Quota prevista per i lavori usuranti, trasformazione dell’Ape sociale e di Opzione Donna in misura strutturale e abbassamento a 41 degli anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età”.
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