RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Secondo Cesare Damiano, il Pd “dovrebbe scrivere un ‘programma popolare’, perché non si tratta di contendere solo voti al centro, ma anche di recuperare un vasto elettorato di sinistra che non si è più riconosciuto nelle sue politiche e che si è rifugiato nell’astensionismo e nel populismo”. Tra i punti di questo programma, secondo Cesare Damiano ce ne dovrebbe essere uno riguardante la riforma delle pensioni, per evidenziare la necessità di “superare la legge Monti-Fornero. Si può recuperare la legge che, insieme all’on. Gnecchi, presentammo nel 2013: prevedere una flessibilità in uscita dai 63 anni anche per chi svolge lavori normali, cioè non usuranti o gravosi che già prevedono un anticipo, prevedendo una penalizzazione del 2-3% per ogni anno di anticipo da calcolare solo sulla parte retributiva”.
I PUNTI IMPORTANTI PER IL PROGRAMMA DEL PD
Come riporta Italpress, secondo Damiano occorre anche “abbassare a 41 anni di contributi l’uscita dal lavoro per i cosiddetti ‘precoci’, coloro che hanno cominciato a lavorare prima dei 20 anni”, oltre che “rendere strutturali l’Ape Sociale e Opzione Donna, che scadono a fine anno”, “valorizzare i contributi delle figure più fragili, donne e giovani, considerando i periodi di maternità e di formazione”, “rilanciare la previdenza complementare con un nuovo semestre di silenzio assenso e “rivalutare le pensioni fino a 1.500 euro lordi mensili, quelle che comprendono i lavoratori di qualifica più bassa”. Inoltre, “la quattordicesima mensilità rivalutata tenendo conto dei contributi versati, altrimenti si incentiva il lavoro nero”.
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