LA POSIZIONE DELLA CONFAEL
Il Segretario generale della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori, Domenico Marrella, spiega che “noi siamo aperti a Quota 41 anche per mettere nel dimenticatoio la Legge Fornero e guardare a tutte le strade utili per anticipare la pensione ai lavoratori, specie quelli più in difficoltà, le donne, i disoccupati, chi ha carriere discontinue”.
Come riporta newtuscia.it, il sindacalista evidenzia che il costo della misura di riforma delle pensioni, sostenuta in particolare dalla Lega, “può arrivare a 1,3 miliardi ipotizzando che solo il 40% degli aventi diritto la chiederebbe, un po’ come Quota 100, togliendo la parte contributiva dell’assegno che non è un costo per lo Stato, solo un anticipo dei contributi che hai versato. Non considerando poi i lavoratori precoci, quelli che hanno iniziato a lavorare da minorenni, già coperti da quota 41 nelle categorie dell’Ape sociale come ad esempio il precoce e disoccupato oppure precoce e impiegato in mansioni gravose”. Dunque arriva un altro sostegno sindacale per Quota 41.
LE RICHIESTE DELL’ANP-CIA
Secondo l’Anp-Cia di Padova, “saranno un autunno e un inverno difficilissimi per i quasi 200mila pensionati padovani, tra inflazione galoppante e aumenti esponenziali del costo dell’energia”. Il Presidente Carlo Miatello, come riporta padovaoggi.it, evidenzia che per i circa 50.000 pensionati che percepiscono la minima, “sarà impossibile mettere insieme il pranzo con la cena. Siamo fortemente preoccupati per ciò che potrà capitare in termini di tenuta sociale da qui al prossimo mese e mezzo”.
Per questo, “al nuovo Governo, di qualunque colore sarà, chiediamo fin d’ora una particolare attenzione nei confronti dei pensionati, ma anche dei nuclei famigliari e delle donne”. Secondo l’Anp-Cia, in particolare, “occorre aumentare le minime almeno a 780 euro; bisogna poi modificare i criteri di accesso alle pensioni di cittadinanza, adeguare le modalità di indicizzazione delle pensioni per difendere il potere d’acquisto degli anziani (che è calato del 4%) e istituire una pensione di garanzia per i giovani, le donne e gli imprenditori agricoli”.
DI NICOLA CONTRO IL CENTRODESTRA
Primo Di Nicola, va all’attacco del centrodestra, anche per le sue promesse in materia di riforma delle pensioni. “Oggi Giorgia Meloni si accorge che le promesse elettorali che hanno fatto lei e i suoi alleati Berlusconi e Salvini come la flat tax, quota 41 per i lavoratori e l’innalzamento delle pensioni minime a 1000 euro, sono irrealizzabili perché manderebbero in frantumi le casse dello Stato.
Ma perché, allora, sia lei, che i suoi amici continuano a raccontare in campagna elettorale frottole e a lanciare promesse che non possono mantenere? Perché sono abituati così. In campagna elettorale hanno sempre promesso cose che non hanno realizzato”, sono le parole del Presidente dei senatori di Impegno Civico riportate da Adnkronos. Di Nicola poi aggiunge: “Berlusconi, Salvini e Meloni hanno avuto varie esperienze di governo e, chissà come mai, hanno aumentato le tasse invece di diminuirle come avevano giurato di fare. Prendete Berlusconi. Prometteva dentiere gratis 20 anni fa e continua a prometterle oggi”.
LE PAROLE DI CALENDA
A un mese dalle elezioni, secondo Carlo Calenda, per la prima volta è possibile “spezzare la maledizione che ci condanna da 30 anni a votare sempre la stessa cosa”. Come riporta Adnkronos, l’ex ministro spiega che “tra una sinistra che ha dentro tutto e il contrario di tutto. Fratoianni, Bonelli, Casini. Come era ieri Mastella, Bertinotti, Pecoraro Scanio. E dall’altro lato la destra che promette qualsiasi cosa: miracoli italiani, flat tax, 65 miliardi sulle pensioni. E ci vuole portare nella serie C dell’Europa. Possiamo spezzare tutto questo. C’è stata una novità che si chiama Draghi che ha proposto un’agenda seria: termovalorizzatori, rigassificatori ma anche salario minimo, investimenti su sanità e istruzione. Un’Italia seria, vera che si assume le sue responsabilità Potete votare questa Italia, votando il Terzo Polo. Abbiamo bisogno che l’Italia seria si alzi in piedi e si impegni insieme a noi. Partiamo a Milano il 2 settembre alle ore 18″.
RIFORMA PENSIONI, LE PROPOSTE DI M5S E UP
In un articolo pubblicato sul sito del Sole 24 Ore vengono ricordate le proposte di riforma pensioni contenute nei programmi elettorali dei diversi partiti. Scopriamo così che “M5s chiede di evitare il ritorno alla legge Fornero, ‘attraverso l’ampliamento delle categorie dei lavori gravosi e usuranti e attraverso meccanismi di uscita flessibile dal lavoro’. E di ‘completare l’incremento delle pensioni di invalidità per le persone con disabilità’”. Unione popolare, invece, “propone l’abolizione della legge Fornero ‘per giungere all’età pensionabile di 60 anni o 35 anni di contributi, con tetto massimo alle pensioni alte che pesano molto sulla spesa pensionistica’. Nonché ‘l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro al mese e l’introduzione per le pensioni future di un massimo di pensione e di cumulo di trattamenti pensionistici a 5.000 euro mensili’”.
IL PROGRAMMA DI AZIONE E ITALIA VIVA
A proposito di programmi elettorali e riforma delle pensioni, Giuliano Cazzola, in un articolo pubblicato su startmag.it, analizza le proposte di Azione e Italia Viva, evidenziando di non essere “riuscito a trovare nulla che ricordasse la solita solfa che mi perseguita da decenni in materia di pensioni, con un’accelerazione particolare dal 2012 quando è entrata in vigore la riforma Fornero”, ma di aver trovato riferimenti al fatto che “il trattamento a livello pensionistico è peggiore di quello del lavoro dipendente” e che va incentivata “l’attivazione di piani di previdenza complementare per gli under 35, con un regime fiscale più favorevole allo scopo di consentire un montante contributivo più elevato”.
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