IL SUGGERIMENTO DI BRAMBILLA
Di fronte alle incertezze in tema di riforma delle pensioni, tra Quota 41, Opzione uomo e Quota flessibile, in un articolo pubblicato su L’Economia, inserto del Corriere della Sera, Alberto Brambilla suggerisce al nuovo Governo “di mantenere Quota 102 che è un ottimo punto di caduta e rinnovare per un anno Opzione donna e Ape, mentre per il 2023 restano in vigore i 42 anni e 10 mesi, i 67 anni per la vecchiaia e i 41 anni per i precoci, tutti senza adeguamento all’aspettativa di vita, oltre a Isopensione, contratti di espansione e fondi di esubero. Poi ci sarà il tempo il prossimo anno per rimediare ai problemi della legge Fornero. Suggerisco anche di evitare un nuovo attacco alle cosiddette pensioni d’oro e qualsiasi riduzione della rivalutazione delle pensioni reintrodotta finalmente dal Governo Draghi, prevista dalla normativa del 1996 e sempre disattesa da tutti i governi dai Monti al Conte 2 con enormi penalizzazioni per i pensionati”.
COSA HA DETTO LA PREMIER MELONI SULLA RIFORMA PENSIONI 2022-2023
Un passaggio molto importante del lungo discorso di Giorgia Meloni alla Camera per il primo voto di fiducia del Governo è stato dedicato alla prossima riforma pensioni da costruire dopo la Manovra 2022: la leader di FdI ha spiegato come «Le tutele adeguate vanno riconosciute anche a chi, dopo una vita di lavoro, va in pensione o vorrebbe andarci. Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno».
Opzione Donna, Ape Social e flessibilità con possibilità – tutta da capire in sede di discussione della Finanziaria – di un rinnovo di Quota 102 con alcune specifiche: il tutto però orientando il Governo verso una riforma strutturale da lanciare dopo la Manovra, recuperando quanto stipulato nel programma di Governo con Salvini e Berlusconi. «La priorità per il futuro dovrà essere un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo, perché è una bomba sociale che noi continuiamo a ignorare, ma che in futuro investirà milioni di attuali lavoratori che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli, già inadeguati, che vengono percepiti oggi», conclude Meloni citando anche se indirettamente il progetto di Quota 41 del Carroccio. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI SU QUOTA 41
Ospite di Porta a Porta, Matteo Salvini ha spiegato che la Lega intende fare in modo che nella Legge di bilancio, tra le misure di riforma delle pensioni, vi sia Quota 41. “L’importante è bloccare una volta per tutte la legge Fornero, che innalza a 66 e 67 anni l’età per andare in pensione dall’1 gennaio, una follia. Stiamo studiando diversi modelli, come Lega, simulando l’avvio di quota 41 con 61 o 62 anni di età minima senza penalizzazioni, come opzione”, ha detto il Segretario del Carroccio come riportato da Ansa. Salvini ha aggiunto che “stiamo studiando un altro meccanismo, soprattutto nel pubblico impiego, che possa consentire ad alcuni, ad esempio i medici, che superano l’età pensionabile di continuare a lavorare avendo uno stipendio maggiorato fruendo della decontribuzione”. Da ricordare che nella giornata di ieri Matteo Salvini, insieme al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e ad altri esponenti della Lega che si occupano di economia, ha tenuto un vertice proprio per fare il punto in vista della Legge di bilancio.
LE PAROLE DI CAPONE (UGL)
Secondo Paolo Capone, “una delle grandi sfide per il Governo riguarda l’attuazione di una riforma complessiva del sistema pensionistico. Come Ugl, riteniamo indispensabile prorogare l’Ape Social e Opzione Donna in scadenza al 31 dicembre e aprire, nell’immediato, un tavolo di confronto per impedire il ritorno in vigore della Legge Fornero a partire dal primo gennaio 2023. Una misura che ha danneggiato fortemente i lavoratori diminuendo le soglie di tutela”. Il Segretario generale dell’Ugl ribadisce in questo senso di ritenere che “una proposta come Quota 41, che prevede 41 anni di contributi a prescindere dall’età lavorativa, possa favorire la flessibilità in uscita e incentivi l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. In tal senso, salvaguardare i diritti acquisiti dai lavoratori rappresenta il presupposto essenziale per garantire la coesione e la stabilità sociale”. Anche gli altri sindacati si sono sempre dichiarati favorevoli a Quota 41, evidenziando che però non è sufficiente per parlare di una vera riforma delle pensioni. Vedremo ora cosa deciderà di fare il Governo Meloni sul tema.
RIFORMA PENSIONI, LA POSIZIONE DELLO SPI-CGIL
Elena Di Gregorio, Segretaria generale dello Spi-Cgil del Veneto, ricorda, come riporta notizieplus.it, le proposte del sindacato per sostenere i pensionati di fronte ai rincari: “Chiediamo l’incremento della 14esima mensilità e l’allargamento agli assegni previdenziali fino a tre volte il minimo, circa 1.500 euro lordi mensili. Fondamentale poi il tema della rivalutazione, tanto più oggi con l’inflazione che erode giorno dopo giorno il potere d’acquisto delle famiglie e dei pensionati. Dobbiamo riaffermare la necessità di un meccanismo di calcolo di rivalutazione della pensione più adeguato al reale costo della vita, chiudendo con una politica che fa uso delle risorse delle pensioni, attraverso i continui blocchi sulla rivalutazione, per fare cassa”.
LE PAROLE DI CAZZOLA
L’ex deputato Giuliano Cazzola, invece, in una lettera al direttore pubblicata sul Foglio spiega di non condividere “la proposta di estendere agli uomini i requisiti vigenti per Opzione donna. Mentre nel caso delle lavoratrici si tratta di una via d’uscita residuale, perché è purtroppo difficile che una donna – è solo questa la ragione del limitato utilizzo dell’Opzione – sia in grado di accumulare 35 anni di contributi, nel caso degli uomini – soprattutto per le coorti baby boomer che vantano lunghi periodi di contribuzione – si aprirebbe non solo una nuova via d’uscita fra le tante, ma un’autostrada per il pensionamento anticipato a un’età ancora più bassa di quelle vigenti e sperimentate (compresa quota 100)”. Vedremo se il Governo percorrerà effettivamente la strada di Opzione uomo per la riforma delle pensioni.
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