LE PAROLE DI COLOMBANI
La First-Cisl, attraverso il suo Segretario generale Riccardo Colombani, ricorda che “l’educazione finanziaria può dare un contributo fondamentale a ridurre il gap di genere ed a combattere le disuguaglianze”. Il gender gap, infatti, pesa molto in Italia anche “sul terreno previdenziale. Una pensionata su quattro (24,7%) rientra nella fascia con pensioni di importo più basso e solo il 13,2% si colloca in quella di importo più elevato; per gli uomini, invece, tali quote si attestano, rispettivamente, al 15,3% e al 27,4%. Per quanto riguarda la previdenza complementare, emerge che tra le donne la percentuale di adesione è di 18 punti inferiore a quella degli uomini, un dato che rischia di influire negativamente sui trattamenti pensionistici futuri”. Repubblica, intanto, parla di “lavoratori in fuga da Mps: uno su cinque preferisce attendere la pensione con l’85% dell’ultimo stipendio piuttosto che vedere l’alba della settima ricapitalizzazione”. La banca toscana ha infatti ricevuto richieste di esodo anticipato da 4.125 contro i 3.500 esodi stimati nel piano industriale di giugno.
RIFORMA PENSIONI QUOTA 41 IN MANOVRA 2022? I DUBBI DI FDI
La Lega insiste nel cercare di presentare già nella Manovra 2022-2023 la riforma pensioni di Quota 41: il tempo è ridottissimo e potrebbe non bastare per valutare al meglio la riforma strutturale che blocchi il ritorno della Legge Fornero dal 1 gennaio 2023. Con la promessa del Premier Meloni sul rinnovo delle riforme pensionistiche attuali in attesa di coinvolgere un dibattito più a fondo con la maxi-riforma “anti-Fornero”, il Carroccio vorrebbe già inserire un inizio di Quota 41 da fine dicembre 2022: se non vi dovesse riuscire ecco che il “piano B” riguarda la proroga temporanea di Opzione Donna, Ape Social e soprattutto Quota 102.
A domanda diretta oggi a “24 Mattino” su Radio 24, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) nutre più di un dubbio sulla possibilità di inserire la Quota 41 già dalla Finanziaria che a breve il Governo Meloni dovrà presentare: « Sulle pensioni non lo so, perché l’impatto sui conti pubblici è più alto e non è che dobbiamo fare tutto nella prima finanziaria, anche perché i tempi sono brevissimi e la situazione economica è quella che conosciamo, per cui speriamo di avere il tempo per fare tutto quanto». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SBARRA
Intervistato dal Corriere della Sera, Luigi Sbarra ricorda che “la ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato l’apertura di un tavolo la prossima settimana su salute e sicurezza, pensioni e crescita dei salari. Sono questioni su cui la Cisl non farà mancare proposte e responsabilità”. A proposito della possibilità che vengano rinnovate le misure di riforma delle pensioni in scadenza a fine anno, tra cui Quota 102, come annunciato da Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico, il Segretario generale della Cisl spiega che “sarebbe solo una toppa, la partita vera si gioca su una riforma strutturale incentrata su flessibilità, sostenibilità sociale, inclusione di giovani e donne. Bisogna far partire subito il tavolo”. Sbarra ha anche apprezzato il richiamo della Premier all’importanza dei corpi intermedi, “ma ora ci aspettiamo un dialogo costruttivo per arrivare a un nuovo Patto sociale. Su questo incalziamo e sfidiamo il Governo”.
LE PAROLE DI GIORGIA MELONI
Nel suo discorso programmatico alla Camera, Giorgia Meloni ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che, oltre che ai lavoratori, “le tutele adeguate vanno riconosciute anche a chi, dopo una vita di lavoro, va in pensione o vorrebbe andarci. Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno, ma la priorità per il futuro dovrà essere un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo, perché è una bomba sociale che noi continuiamo a ignorare, ma che in futuro investirà milioni di attuali lavoratori che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli, già inadeguati, che vengono percepiti oggi”. Dunque oltre a misure di flessibilità, il Governo vuol ragionare su interventi per quanti si trovano nel sistema contributivo puro.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI DE NICOLA
In un articolo pubblicato su Affari & Finanza, supplemento di Repubblica, Alessandro De Nicola ricorda che quello della riforma delle pensioni è il tema su cui ci sono più rumors e anche preoccupazioni rispetto ai costi delle misure che potrebbero essere adottate, tenuto conto che la spesa pensionistica su Pil è prevista in crescita a causa dell’adeguamento degli assegni all’inflazione. Dal suo punto di vista, quindi, “proposte che aggravino ulteriormente l’onere per il bilancio dello Stato sono sconsigliabili, soprattutto perché tra due mesi scade il periodo provvisorio conosciuto come Quota 102 e si dovrebbe tornare al pieno regime della Legge Fornero, l’unica che ha dimostrato di tenere in equilibrio i conti”.
IL CONSIGLIO AL GOVERNO MELONI
Secondo l’economista, “in una società che invecchia molto velocemente e nella quale si rischia a breve di avere un lavoratore per ogni pensionato, l’uscita dal mercato del lavoro di persone ancora perfettamente in grado di lavorare, magari imponendo dei divieti di cumulo tra reddito pensionistico e di lavoro, è profondamente sbagliata non solo perché si tolgono risorse esperte (il problema semmai è la loro formazione continua e riqualificazione) ma anche in quanto si disegna un modello di società apatico dove i cittadini assumono già in età poco più che adulta lo status di beneficiario passivo dell’attività del resto della società. Insomma, prima di far danni che potrebbero pure ritorcersi contro elettoralmente, è bene che la coalizione di centrodestra ci pensi attentamente, magari davanti a del buon Lambrusco meglio consumato a Roma che a Mosca”.
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