LE PAROLE DI DAMIANO
In un’intervista a Radio Radicale, Cesare Damiano ha affrontato, tra le altre cose, il tema dell’inflazione che sta erodendo il potere d’acquisto sia dei lavoratori che dei pensionati. L’ex ministro del Lavoro, riguardo la seconda categorie di cittadini, ha ricordato che occorrerebbe un intervento che vada al di là della mera rivalutazione degli assegni in base al tasso di inflazione.
“Il sindacato propone ed esempio di estendere la famosa quattordicesima e credo che anche questa possa essere una strada giusta”, ha detto Damiano, evidenziando che l’idea è quella di “aggiungere la quattordicesima mensilità di cinquecento euro una tantum nel mese di luglio a quelli che hanno non solo fino a mille euro di pensione al mese, ma diciamo fino a millecinquecento euro”. Dal suo punto di vista “sarebbe una distribuzione verso il basso di salario che proteggerebbe i più deboli”. E ovvio però che un intervento del genere ha un costo non indifferente per le casse dello Stato. Vedremo quindi se potrà essere preso o meno in considerazione dal Governo.
LA RICHIESTA SINDACALE
Come riporta Radiocor, nel corso dell’audizione presso la Commissione parlamentare per il controllo degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, Andrea Ladogana e Pierluigi Sernaglia (Cisl Fp), Fabio Migliorini (Cgil Fp), Marco Di Caro (Uil Pa) e Luca Malcotti (Ugl Terziario) hanno evidenziato “la necessità di riformare il sistema delle casse privatizzate, garantendone l’autonomia ma rafforzando l’omogeneità e la coesione del comparto”.
Per questo, “i sindacati hanno formulato un pacchetto di proposte ed osservazioni tra le quali il riconoscimento della personalità giuridica dell’Adepp (l’Associazione degli enti previdenziali privati), un sistema di solidarietà previdenziale tra le casse che ne garantisca la sostenibilità di fronte ai cambiamenti in atto, poteri di controllo ed indirizzo dei ministeri vigilanti più snelli e più efficaci, un meccanismo di mobilità intercassa del personale ed una politica delle risorse umane condivisa con un sistema unitario di Welfare aziendale e di bilateralità”.
IL BILANCIO DELLA CASSA RAGIONIERI
L’assemblea dei delegati della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, come riporta Labitalia/Adnkronos, ha approvato a larga maggioranza il bilancio d’esercizio dell’anno 2021, che chiude con un utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore pari a 183,7 milioni di euro (utile netto pari a 117,8 milioni).
“Il risultato a consuntivo, rispetto al preventivo assestato di novembre 2021, è influenzato positivamente dalla minore rettifica dei valori mobiliari iscritti nel circolante, che ha comportato una svalutazione netta di 11,8 milioni a fronte dei 20 milioni stimati nel preventivo assestato, nonché dai lusinghieri risultati della gestione del patrimonio mobiliare grazie al più che positivo andamento dei mercati finanziari”. Nel frattempo, “la spesa previdenziale si è attestata a 239,9 milioni a fronte di una previsione assestata di 242,08. L’accertamento delle entrate per contributi è pari a 327,9 milioni (incluse le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento) a fronte di una previsione assestata di 312,1 milioni”.
RIFONDAZIONE CONTRO IL GOVERNO
Come riporta vipiu.it, Rifondazione Comunista ha deciso di sostenere la mobilitazione con sciopero promossa dall’Usb nella giornata di oggi contro il “governo e del carovita e della guerra”, per “alzare i salari e abbassare le armi”.
In un comunicato Rifondazione Comunista spiega che “di fronte ad un governo che invece di adottare misure serie contro il carovita e gli aumenti delle bollette alimenta a fianco della Nato la spirale di sanzioni, riarmo e inasprimento della tragedia della guerra, l’unica risposta è il rilancio e l’estensione delle lotte”. “Occorre rilanciare le lotte costruendo un unico movimento contro la guerra e l’attacco ai salari e alle pensioni, alle condizioni di vita dei ceti popolari, per il blocco degli aumenti delle bollette, un salario minimo orario di dieci euro orari, un piano per l’occupazione, il rilancio degli investimenti nella scuola e nella sanità, per la riconversione ecologica”, aggiunge Rifondazione, invitando tutti a partecipare alla manifestazione nazionale di oggi a Roma.
RIFORMA PENSIONI 2022, MISURE NON PRIMA DELLA MANOVRA
Molto probabilmente la settimana prossima ci sarà un nuovo incontro tra Governo e sindacati, ma non è chiaro quanto il tema della riforma delle pensioni 2022 sarà sul tavolo, visto che per Cgil, Cisl e Uil è importante affrontare anche la difesa del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati di fronte al crescente tasso di inflazione.
Sembra comunque, come segnalato dal Sole 24 Ore, che “l’unico sbocco per eventuali nuove misure” sulla riforma delle pensioni “sia quello della manovra autunnale, sempreché la situazione della finanza pubblica e il quadro geo-politico lo consentano”. Anche perché nelle risoluzioni sul Def approvate da Camera e Senato è sparito ogni riferimento al tema della previdenza, nonostante il parere della commissione Lavoro di Montecitorio.
RIFROMA PENSIONI 2022, IL PARERE DELLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA
Il quotidiano di Confindustria riguardo la riforma pensioni 2022 ricorda infatti che “a incalzare il governo sono state direttamente anche le commissioni parlamentari nei loro pareri di merito sul Def. A cominciare da quello espresso, con annesse osservazioni, dalla commissione Lavoro di Montecitorio in cui si chiede di considerare l’opportunità di introdurre, compatibilmente con i vincoli di bilancio, il riscatto della laurea gratuito e la pensione di garanzia per i giovani. E tra le sollecitazioni della Commissione non poteva mancare quella sulla soglia minima di pensionamento. Con la richiesta di valutare forme di ‘flessibilità in uscita con modifiche alla legge Fornero, prevedendo anche interventi mirati per le lavoratrici, in quanto soggette a lavori spesso discontinui e a bassi salari, l’allargamento delle categorie dei lavori usuranti e di implementare la staffetta generazionale’”.
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