LE PAROLE DI CONTE E MELONI
In un’intervista a Metro, Giorgia Meloni spiega che in tema di riforma delle pensioni “è necessario costruire un sistema che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo, eliminando diverse ingiustizie oggi presenti. Bisogna adeguare le pensioni minime e sociali per restituire dignità alle persone che vivono difficoltà quotidiane e garantire la pensione sociale ai sessantenni privi di reddito. Bisogna rafforzare gli strumenti di flessibilità in uscita, favorendo al contempo il ricambio generazionale, e rinnovare la misura Opzione donna”. Giuseppe Conte, invece, al Forum Ansa propone “di alzare la soglia di detassazione dagli 8.500 ai 13 mila euro. Una operazione che renderebbe più pesanti le pensioni da 1000 euro al mese con un costo complessivo di soli 5 miliardi di euro”. Inoltre, dal suo punto di vista “si potrebbe ragionare sui prepensionamenti garantendo l’uscita anticipata con il sistema contributivo per poi riagganciarsi, dai 67 anni in poi, anche al retributivo”.
LE PAROLE DI FRATOIANNI
Nicola Fratoianni, ospite del Forum Ansa, ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che “bisogna evitare che la Fornero si traduca in condizioni peggiorative per chi va in pensione”. Secondo il Segretario nazionale di Sinistra Italiana, successivamente “il dibattito sull’età pensionabile sarà destinato a scomparire con le nuove generazioni che guadagnano molto poco e fanno lavori discontinui, con il rischio di non poter andare proprio in pensione. C’è quindi il problema delle garanzie future per i giovani di oggi”. Un tema su cui anche i sindacati auspicano un intervento, come del resto già evidente dalla loro piattaforma unitaria sindacale. Anche il Partito democratico ritiene si debba dare vita a una pensione di garanzia per i giovani. Resta da capire quale potrebbe essere la modalità migliore per farlo, soprattutto per quel che riguarda l’impatto sulle casse pubbliche nel medio e lungo periodo.
IL PROBLEMA DEI PENSIONATI
La Cgil di Bari ha organizzato per stasera un flash mob davanti alla terrazza del Fortino Sant’Antonio, con delle fiaccole che illumineranno il perimetro della muraglia “proprio per simboleggiare la difficoltà di chi si ritrova a dover pagare bollette della luce o di altre utenze, che superano l’intero importo della pensione o dello stipendio”. Come riportato da bariseranews.it, la Segretaria generale del sindacato Gigia Bucci ha spiegato che “l’iniziativa ha come obiettivo puntare i riflettori sulle priorità di lavoratori, pensionati, famiglie: salari, aumento delle pensioni, tetto alle bollette, tassazione degli extra profitti, superamento della precarietà, alcuni dei punti del decalogo targato Cgil”. Collettiva.it riporta invece le parole di Maria Pistorello, delegata della Lega Spi di Vicenza, che evidenzia come i pensionati in questo periodo “lamentano soprattutto l’aumento del costo dell’energia, che poi è arrivato dopo due anni in cui abbiamo dovuto affrontare tutte le tematiche relative al Covid che ha impoverito le nostre famiglie”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CHIANDUSSI
Pierino Chiandussi, Presidente del Cupla Fvg, come riporta friulisera.it, ha inviato un chiaro messaggio ai candidati alle elezioni anche in tema di riforma delle pensioni, con la richiesta di “adeguare, seppur gradualmente, i trattamenti minimi di pensione al 40% del reddito medio nazionale”. Il Cupla Fvg, ha aggiunto Chiandussi, ha auspicato anche “la riforma del meccanismo di rivalutazione annuale delle pensioni calcolata dall’Istat, adottando l’indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi Ue, l’Ipca”, oltre che una soluzione per colmare “lo svantaggio esistente sulla tassazione a danno dei pensionati”. Chiandussi ha proposto di “allineare le detrazioni da lavoro dipendente e la pensione o introdurre un nuovo bonus Irpef per i pensioni che percepiscono pensioni basse”.
LE RICHIESTE DELL’ANMIC
In vista del voto arrivano anche le richieste dell’Anmic, ente nazionale a tutela delle persone con disabilità, il cui Presidente Nazaro Pagano evidenzia la necessità di aumentare l’importo delle pensioni di invalidità, “perché i 290€ al mese non consentono più di sopravvivere. E laddove abbiamo delle situazioni, diciamo così, di invalidità totale, anche con accompagnamento con oltre 520€ al mese. Di fronte a questa crisi e inflazionistica che si sta manifestando non sono certamente sufficienti”. Per l’Anmic, risulta necessario anche un aumento anche delle indennità di accompagnamento. Si deve tenere conto che da oltre trent’anni non sono mai stati riviste, sono soltanto aumentate leggermente per quanto riguarda le pensioni in questi ultimi venti anni, di circa 30€, perché ogni anno vi è uno scarto di 1,52€ euro”.
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