IL PUNTO DELL’USB PENSIONATI

La Usb pensionati evidenzia che “si fa un gran parlare di abrogare la Legge Fornero che è intervenuta prevalentemente solo in merito alla revisione dei criteri di uscita dal mondo del lavoro, dimenticando o facendo finta di dimenticare la cosiddetta riforma Dini del 1995 che introducendo il calcolo contributivo ha radicalmente trasformato il sistema, riducendo le pensioni a pensioni da fame, in particolare per le future generazioni la cui contribuzione è assolutamente inesistente a causa della discontinuità e povertà dei rapporti di lavoro e delle relative retribuzioni”. Il sindacato di base critica anche il sistema di rivalutazione delle pensioni, che “comporta un aumento della pensione minima di 38,27 euro, vale a dire neanche un giorno di spesa visto l’aumento reale del costo della vita, per non parlare dell’aumento delle bollette energetiche”. Intanto Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, al TG1 ha annunciato che il suo partito cercherà di aumentare ancora le pensioni minime.



PENSIONI, CAMBIA L’OPZIONE DONNA IN MANOVRA

Nel giorno dell’approdo alla Camera della Manovra di Bilancio emergono alcune novità riguardo la riforma pensioni prorogata anche per tutto il 2023 dell’Opzione Donna: secondo quanto riportato da “La Repubblica”, il requisito anagrafico della misura viene alzato a 60 anni e viene legato al numero di figli, mentre resta uguale l’anzianità contributiva di almeno 35 anni per l’uscita anticipata dal lavoro (fino al 31 dicembre 2023). Il tema dei figli è quello che maggiormente ha destato polemiche negli scorsi giorni attorno alla proroga dell’Opzione Donna.



Ebbene, secondo quanto inserito nella bozza di Manovra (dunque perfettibile e modificabile in Parlamento prima di fine anno, ndr) l’anticipo della pensione può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due. lLe lavoratrici con un figlio usciranno a 59, chi ne ha due uscirà a 58 anni: inoltre, il riconoscimento dell’uscita anticipata viene ridotta a sole tre categorie (caregiver, invalidità superiore al 74% o licenziata/dipendente di un’impresa con attivo il tavolo di crisi). Per queste ultime categorie la riduzione della misura avverrà a 58 anni, a prescindere dai figli. (agg. di Niccolò Magnani)



IL PUNTO DELLA FENAPI

In un comunicato stampa Carmelo Satta, Presidente della Federazione nazionale autonoma piccoli imprenditori (Fenapi) commenta la Legge di bilancio 2023 anche sul fronte delle pensioni, spiegando che “il sistema quote non è risultato efficace né con quota 100, né tantomeno con quota 102, e ancor meno lo sarà con Quota 103”, perché “la pensione non può essere un terno al lotto”, ma servirebbe “un meccanismo flessibile che porti a Quota 103 come semplice somma, senza paletti”. Per Satta, inoltre, Quota 103 “non solo ripresenta i limiti reddituali e impone le finestre come la Quota 102, ma aumenta e di molto gli anni contributivi richiesti per accedere alla pensione, 41 anni sono tanti rispetto ai precedenti 38”. “La pensione è un diritto, non un privilegio e la riforma deve divenire strutturale al fine di permettere alle persone di poter pianificare la propria vita quando si avvicina alla quiescenza senza ‘colpi di coda’ dell’ultimo minuto, come avvenuto per Opzione donna”, aggiunge Satta.

LE PAROLE DI SBARRA

Secondo Luigi Sbarra, Quota 103 “è una misura di transizione, accettabile solo se sarà affiancata dall’avvio immediato di un tavolo politico per una riforma complessiva e stabile della previdenza basata su sostenibilità, flessibilità e inclusività”. Il Segretario generale della Cisl, intervistato da Avvenire, spiega che “bisogna restituire alle persone la libertà di andare in pensione anche a partire da 62 anni. Servono poi pensioni di garanzia per giovani e donne, sostegno alla previdenza complementare, conferma ed estensione dell’Ape sociale per i lavori gravosi”. Massimo Cacciari, invece, intervistato dal Dubbio evidenzia che “il problema delle pensioni è una cosa da manicomio. L’idea di poter ridurre l’età pensionabile senza rapportarla all’invecchiamento della popolazione è assurda. Tra qualche anno saremo in una situazione in cui non si potranno più pagare le pensioni. Continuiamo ad aumentare il numero dei pensionati e questo è il problema. Bisognerebbe essere molto responsabili e fare una politica attiva del lavoro non pensando che nel momento in cui qualcuno va in pensione viene assunto un giovane perché non è vero”.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MORANDO

Secondo Enrico Morando, la Legge Fornero “risolse un problema. E cioè non permettere follie dal lato dell’anticipazione per persone che possono ancora lavorare. So che sembro brutale, ma è così. Aveva un senso quella legge. Ma oggi la via maestra è ampliare la platea dei contributi, perché se posso ancora lavorare ha poco senso che vada in pensione prima. Ma se voglio salvare il sistema pensionistico, garantendo quelle entrate che possono bilanciare la spesa maggiorata per l’inflazione, allora debbo agire sul lato dei contributi. Il resto è fuffa”. L’ex viceministro dell’Economia, intervistato da Formiche.net, spiega anche che “bisogna agire sulla forza lavoro, ampliando la platea con un ingresso delle donne in modo strutturale. Ma anche dei giovani, che oggi se ne vanno all’estero”.

COME METTERE IN SICUREZZA IL SISTEMA

Morando evidenzia, infatti, che “se i giovani entrano nel mercato del lavoro, il sistema previdenziale ne beneficia perché ci sono delle nuove entrate, sotto forma di contributi. Questa è la vera riforma, questo bisogna fare e non cercare a tutti i costi di andare in pensione prima. Ovviamente escludendo i lavori usuranti, per i quali è giusto e necessario lasciare in anticipo il lavoro. Ora, se noi mettiamo a sistema tutto questo, ecco che prende forma una riforma che permette al sistema di essere messo in sicurezza. Donne e giovani sono la chiave di volta per la previdenza italiana, su questo non ci piove”. Dunque, è meglio “stare lontani da provvedimenti suicidi come quelli ai quali stiamo assistendo, per esempio Quota 100 e annessi e connessi”.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI