Il governo Draghi benché si sia impegnato durante tutto il 2021 e l’inizio del 2022 per discutere su eventuali proposte in sostituzione di quota 100 e quota 102 che erano state ormai superate, non è riuscito a inserire all’interno della nave di settembre le modifiche attinenti alla riforma pensioni 2022 che non era stata inserita nemmeno all’interno del documento di Economia e Finanza presentato il 7 aprile 2022.



Chi si aspettava di vedere una riforma pensioni inserita in extremis all’interno della nave che sarebbe stato un documento programmatico per la legge di bilancio di dicembre è rimasto deluso.

Riforma pensioni 2022: cosa succede senza squadra di governo?

In particolar modo adesso l’emergenza si pone perché il partito chiamato a governare non riesce ancora a formare una squadra che dovrebbe però presentare entro il 13 di ottobre, ma se per qualche motivo ci dovessero essere ritardi nella formazione di una squadra che possa ottenere la fiducia della maggioranza, a quel punto dovremmo considerare di non poter avere un governo entro la fine di ottobre e questo metterebbe seriamente a rischio la legge di bilancio che dovrebbe ottenere la fiducia entro il dicembre dello stesso anno.



Il centro-destra, in una condizione simile, non potrà mantenere la promessa di superare la riforma pensioni della Fornero perché non si potrebbe nemmeno avere il tempo di proporre una legge adeguata, discuterla, fare i tavoli di trattative o quantomeno a portare gli emendamenti necessari affinché si possa parlare di una riforma largamente condivisa.

Dinanzi a questo scenario si fa sempre più vicina alla possibilità che a gennaio torni la legge Fornero con la pensione a 67 anni, ma è possibile che soltanto coloro che avrebbero potuto ambire al pensionamento entro l’anno prossimo potrebbe accadere che beneficerebbero di una riforma pensioni che entrerebbe in vigore entro gennaio 2024.



Riforma pensioni 2022: a dicembre scadono anche Opzione donna, ape sociale e quota 102

Ovviamente questo è lo scenario peggiore che potrebbe però portare dietro di sé tre importanti scadenze quella di Quota 102, Opzione donna e Ape sociale.

Quota 102 è una misura che ha garantito un risparmio statale maggiore rispetto a quota 100 introdotta dalla Lega Nord e che consente un pensionamento a 62 anni di età e 38 di contributi. Quota 102 invece consente un pensionamento a 64 anni di età e 38 di contributi, entrambe però non consentono di cumulare il reddito da lavoro dipendente e autonomo occasionale. Si tratta di due misure che pur consentendo il prepensionamento si traducono in una riduzione considerevole dell’assegno mensile.

Opzione donna invece è quella misura che il ministro uscente Orlando avrebbe voluto rendere strutturale ma, nonostante tutti i buoni propositi, non si è riusciti a intervenire in questo senso.

Per quanto riguarda invece Ape sociale, si tratta di una misura molto importante per coloro che svolgono lavori usuranti. Ebbene queste tre misure senza una riforma pensione adeguata potrebbero svanire magicamente il 31 dicembre 2022. Quindi è assolutamente possibile che, dati le oggettive difficoltà che il governo potrebbe incontrare nell’elaborare una Riforma Pensioni 2022, sarà possibile proporre soltanto la proroga di queste tre misure entro dicembre 2022 e rimandare a gennaio la discussione eventualmente di una riforma pensioni.