RIFORMA PENSIONI, L’OSTACOLO PER IL NUOVO GOVERNO
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, Marco Rogari ricorda che “lo scoglio delle pensioni sarà uno dei primi ostacoli con cui dovrà fare i conti la maggioranza che si formerà dopo l’appuntamento elettorale del 25 settembre. E non solo perché in poche settimane l’esecutivo dovrà decidere se tornare o meno dal 1° gennaio 2023 alla legge Fornero in versione integrale, visto che il 31 dicembre si esaurirà l’esperienza annuale di Quota 102”. Infatti, “da disinnescare ci sarà anzitutto la mina indicizzazioni”, visto che il forte rialzo dell’inflazione renderà necessario stanziare molte risorse per l’adeguamento dell’importo delle pensioni in essere, nonostante il parziale anticipo che ci sarà a ottobre grazie al Decreto aiuti-bis.
LE RISORSE PER L’INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI
Il quotidiano di Confindustria evidenzia che “sul piatto il governo potrebbe essere costretto a mettere dai 15 ai 20 miliardi” e “i partiti lo sanno. E forse anche per questo motivo, tranne la Lega che punta forte sul superamento della ‘Fornero’ e su Quota 41, mantengono tutti in quest’ultimo scorcio di campagna elettorale una certa prudenza su un capitolo cruciale” come quello legato alla riforma delle pensioni. “Lo scenario macroeconomico e il quadro di finanza pubblica, del resto, sono dati in significativo peggioramento. E con questa prospettiva appare arduo garantire interventi massicci e strutturali sul sistema previdenziale, oltretutto da inserire in una Legge di bilancio ipotecata in gran parte da nuove misure contro il caro-bollette e per sostenere l’economia”.
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