Oggi che la riforma pensioni non è stata ancora affrontata, nonostante i tavoli delle trattative che hanno accompagnato il Ministero del Lavoro e il governo fino al 7 Aprile 2022, quando Mario Draghi, in conferenza stampa in occasione della presentazione del documento economia e finanza, non ha reso noto il fatto che la riforma pensioni fosse stata stralciata da tutti i provvedimenti perché troppo oneroso punto su questa scia se posta anche la commissione europea che ha lanciato all’Italia un monito, quello di diminuire la spesa previdenziale.
Riforma pensioni 2022: il tempo sta scadendo
E così è stata cancellata quota 102, superata quota 100 e tutte le altre proposte avanzate dai sindacati e dalle parti sociali non hanno trovato alcun tipo di accoglimento. La speranza era quella di approdare alla Nadef di settembre per poter così inserire una nota di aggiornamento in tema pensioni. Ma al momento il tempo è poco e se i partiti non riuscissero ad occuparsene entro il mese di luglio è molto probabile che tornerà la riforma pensioni della Fornero.
Un altro elemento che lascia presagire il ritorno della riforma pensioni della Fornero è l’incremento dello spread che l’Italia ha potuto sperimentare nell’ultimo mese. Il differenziale tra i BTP italiani è il Bund tedesco infatti è arrivato addirittura a toccare i 246 punti base. Il minimo annuale è stato di 128,6 punti base e ciò indica che il differenziale è praticamente raddoppiato.
Riforma pensioni 2022: l’impatto dello spread sulle pensioni
Cosa significa tutto questo? Se da un lato aumentano i rendimenti sui titoli a quotazione decennale ho 8 anni e 5 anni, dall’altro lato incrementa la possibilità per l’Italia di non riuscire a far fronte ai pagamenti. Infatti l’incremento dello spread indica un aumento di incertezza nei mercati che, al momento col conflitto in Ucraina e con l’inflazione dilagante che proprio oggi tocca il 9,1% in Gran Bretagna, mette seriamente a rischio i conti pubblici tanto che c’è il rischio che l’Italia possa addirittura non pagare le pensioni. Uno scenario simile a quando salì al governo il tecnico Mario Monti insieme ad Elsa Fornero.
Naturalmente i dati dell’epoca erano molto peggiore rispetto a quelli attuali, ma a complicare le cose restano i due anni di pandemia con tutti gli strascichi economici che l’Italia è l’Europa ha ereditato e che si porterà sempre dietro.