È finalmente nato e con ben 27 anni di ritardo, il primo fondo pensione complementare per le forze di sicurezza difesa e soccorso pubblico. Il fondo pensione complementare si chiamerà fondo pensione Pre.Si.Di. I fondi complementari sono stati considerati come integrativi per la nuova riforma delle pensioni 2022 che sarà nuovamente discussa il 7 aprile prossimo all’interno del Consiglio dei Ministri.

Riforma pensioni 2022: cos’è il fondo complementare Per.Si.Di

Il fondo nasce sulla base del disegno dei sindacati aderenti Sinag, SIM GDF, Unarma, Silma, Cosp, NSP, Ciisa e Confael guidata da Domenico Marrella, è stata inoltre ratificata con atto pubblico dinanzi al notaio Francesco Colistra di Roma e prenderà il nome di Fondo pensione Pre.Si.Di. Il titolo è una sigla costituita dall’acronimo delle parole “previdenza, sicurezza e difesa”.
Si tratta di un fondo che si rivolge a potenziali 520 mila lavoratori implicati nelle forze armate e nelle forze di difesa e di polizia.

Riforma pensioni 2022: fondo complementare, perché è necessario

L’attuale sistema contributivo prevede un calo del reddito all’atto della pensione 2022 che si aggira intorno al 40%, un profondo rosso rispetto a quanto garantiva il sistema retributivo non più in vigore dopo la riforma delle pensioni entrata in vigore del primo gennaio 1996.
Come abbiamo detto per la riforma delle pensioni 2022, le parti si riuniranno nel Consiglio dei ministri del 7 Aprile prossimo che approfondirà i particolari della riforma ancora in fase di gestazione sui tavoli del Ministero del lavoro. Ma c’è già chi ha sottolineato che l’integrazione del fondo complementare è un passo obbligato vista l’insufficienza e l’inefficienza di decenni di politiche sul lavoro e sulle pensioni attuate dai governi tramite l’istituto nazionale previdenza sociale ed altre casse autonome.


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