LA DENUNCIA DELLA CGIL DI CAGLIARI
Come riporta l’Ansa, un lavoratore edile in Sardegna sta ancora aspettando, da settembre, di aver riscontro dall’Inps circa la sua domanda relativa all’Ape sociale. Come spiega la Fillea-Cgil di Cagliari, “l’Inps ha totalmente ignorato la domanda, non è arrivato l’assegno né alcuna comunicazione su qualsivoglia motivazione in base alla quale la pratica è ferma”.
La Segretaria generale Erika Collu evidenzia che questo non è purtroppo un caso isolato: “Proviamo quotidianamente, in tutti i modi e senza alcun riscontro, a interloquire con gli uffici territoriali, l’unica interfaccia è il call center nazionale ma da Roma arrivano risposte parziali mai verificabili, perché il rimbalzo delle responsabilità a Cagliari non trova alcun interlocutore”. Secondo la Cgil, “l’Inps di Cagliari è un fortino inaccessibile, con il quale non si può comunicare – né di persona, né via email, né al telefono – e così, a utenti o intermediari come patronati e organizzazioni sindacali, non viene data alcuna spiegazione sugli eclatanti ritardi delle pratiche”.
IL RISCHIO PER IL MONDO PENSIONISTICO MILITARE
Come riporta forzeitaliane.it, secondo Antonio Tarallo, delegato Co.Ce.R. e segretario generale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC), “il mondo pensionistico militare potrebbe implodere dopo il 2030 se non verranno attuate disposizioni tali a garantire il finanziamento del fondo perequativo”.
Intanto, come ricorda lecconotizie.com, le Uil Pensionati di Como e Lecco si sono unite dando vita alla Uilp del Lario. Dal sindacato evidenziano che le difficoltà degli anziani del territorio, “nello specifico i limiti e debolezze del servizio sanitario lombardo, con lunghe liste d’attesa per poter fruire delle prestazioni ambulatoriali e diagnostiche che obbligano molte famiglie o a rinunciare alle cure o a rivolgersi al sistema privato con costi a carico del cittadino. Tutto ciò pesa enormemente sui pensionati che sono i soggetti più frequentemente bisognosi di assistenza sanitaria e anche con pensioni inadeguate a coprire dette spese. A tal proposito si evidenzia che nei nostri territori ci sono oltre175.000 pensionati (circa il 57%) che hanno un reddito inferiore ai 1000 euro lordi mensili”.
IL BILANCIO DI CASSA DOTTORI COMMERCIALISTI
L’assemblea dei delegati di Cassa dottori commercialisti, come riporta Labitalia, ha approvato “il bilancio di esercizio relativo al 2021.Con un avanzo corrente di oltre 797 milioni di euro, in aumento del +67% rispetto ai 476 milioni di euro del 2020, si chiude con un risultato positivo la gestione dell’anno appena passato. Come previsto dalla normativa, l’avanzo d’esercizio viene interamente destinato ad incrementare le Riserve Patrimoniali”.
A fine 2021, “il patrimonio netto supera 10,1 miliardi di euro, con un incremento dell’8,5% rispetto ai 9,3 miliardi registrati nel 2020. Il livello di Riserve Patrimoniali raggiunto garantisce la copertura di 30 annualità di pensioni erogate (nel 2020 erano 29,7)”. Stefano Distilli, Presidente di Cassa dottori commercialisti, evidenzia che “il valore positivo del patrimonio civilistico va letto congiuntamente alle previsioni attuariali che ci ha illustrato oggi il nostro attuario. Previsioni che certificano che la fase di accumulo in atto consentirà alla Cassa di fare fronte al futuro e atteso incremento delle uscite pensionistiche”.
FONDO ESPERO PENSIONI 2022: COSA PREVEDE
Visti i ritardi e l’orizzonte tutt’altro che chiaro per la riforma pensioni 2022, i vari metodo complementari/alternativi per una rendita una volta usciti dal mondo del lavoro rappresentano per milioni di italiani occasioni concrete di iniziare a riflettere su quale tipo di pensione poter raggiungere in vecchiaia.
Come sottolinea il focus di “Orizzonte Scuola”, è possibile accedere con alcuni particolari requisiti al cosiddetto Fondo Espero destinato al personale scolastico. Si tratta di uno strumento di integrazione complementare della pensione obbligatoria per poter acquisire una rendita negli ani della vecchiaia: è previsto per tutti i dipendenti statali della scuola cui si applica il Contratto Collettivo Nazionale del comparto scolastico, ma vi possono aderire anche i dipendenti delle scuole private, parificate e legalmente riconosciute e i dipendenti degli enti di formazione professionale. Per aderirvi è molto semplice, occorre andare direttamente dall’area self-service di NoiPa, compilando i modelli dedicati: la contribuzione avviene a cadenza mensile ed è direttamente l’Amministrazione scolastica che paga lo stipendio a provvedere all’importo del Fondo Espero, cui si aggiunge una quota dal versamento dei contributi del singolo lavoratore. «L’insieme dei contributi, delle quote di TFR versati e dei rendimenti finanziari ottenuti con l’investimento, costituiranno il quantum con il quale sarà determinata la prestazione della pensione complementare», sottolinea ancora “Orizzonte Scuola” in merito al Fondo Scuola Espero. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI 2022, LE PAROLE DI ORLANDO
In un’intervista al Manifesto, è stato ricordato ad Andrea Orlando che “un tema totalmente cancellato dal dibattito pubblico di questi mesi è la modifica strutturale della riforma pensioni della Fornero che invece vi eravate impegnati a discutere con i sindacati a gennaio”.
Il ministro del Lavoro ha evidenziato che “obiettivamente la guerra ha cambiato le priorità anche in termini di riforma pensioni 2022. Ma anche nelle premesse del Def si cita la necessità di affrontare il tema della flessibilità in uscita. Ora la priorità su cui concentrarsi in tema di risorse e di iniziative legislative è la difesa dei salari. Il tema di una revisione strutturale della riforma pensioni della Fornero non è comunque cancellato e andrà affrontato appena possibile”. Resta quindi da capire quando il Governo riprenderà in mano il dossier sulla riforma delle pensioni.
RIFORMA PENSIONI 2022, IL CALO DELLE PENSIONI ANTICIPATE
Intanto, come riportato dal Sole 24 Ore, dai dati del Monitoraggio sui flussi di pensionamento dell’Inps emerge una rallentamento dei pensionamenti che “riguarda anche gli assegni anticipati. Ma con l’eccezione, non proprio trascurabile, del Fondo lavoratori dipendenti che è di fatto la principale gestione Inps”.
Infatti, “su questo fronte i trattamenti anticipati sono cresciuti di circa il 10% nel confronto con il primo trimestre 2021 salendo da 35.301 a 38.436”. In generale, poi, “dal monitoraggio Inps emerge che sono cresciute le pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia: nel 2021 erano il 42% in più per il totale delle gestioni mentre nel primo trimestre 2022 sono diventate 75% in più (71mila contro 40.541)”.
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