Riforma pensioni 2022: c’è attesa per il 7 aprile
La riforma delle pensioni 2022 è in attesa di arrivare a un punto di svolta, probabilmente la riforma assumerà dei lineamenti più netti il 7 Aprile, quando cioè si riunirà il governo per discutere sugli emendamenti fatti durante il tavolo delle trattative dei giorni scorsi dal Ministero del lavoro. Il Ministro Orlando propone come piano b l’Opzione Donna, che considera una misura strutturabile ed eventualmente prorogabile.
Riforma pensioni 2022: la proposta del ministro Orlando
Mentre prosegue il negoziato tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, si pensa a cosa inserire nel Def, il documento di economia e finanza, questo approderà in via definitiva a settembre ma, per adesso, stanno circolando moltissime indiscrezioni.
Se l’opzione donna invece è lo stesso ministro del lavoro, Andrea Orlando, di aver rilasciato alcune dichiarazioni l’otto marzo scorso in occasione della festa della donna. Per il ministro è fondamentale rendere strutturale e pluriennale l’opzione donna data l’importanza di questa figura nel tessuto sociale e lavorativo perché, tiene a precisare il ministro, “la donna fa un lavoro sempre doppio e dunque il riconoscimento dei percorsi che portano alla pensione dovranno includere questo dato. Una considerazione, quella del lavoro femminile, che abbiamo fatto già con la proroga di opzione donna, che credo dovremmo provare a rendere strutturale o almeno pluriennale, associandola anche da altri strumenti che tengano conto delle condizioni in cui le persone lavorano delle differenze indotte diversi lavori“.
Riforma pensioni 2022: cosa permette “Opzione Donna”
La questione della differenziazione delle attività lavorative è stata da sempre presa in considerazione nella riforma pensioni e non soltanto per l’opzione donna. Ma va detto che gli elementi messi sul tavolo dal ministro Orlando nel dibattito sulla riforma pensioni non sono di poco conto e non sono di certo stati mai affrontati in precedenza. Si pensi infatti alla famosa quota 100 che ha anticipato l’età pensionistica di molte persone: per le donne quota 100 significava una perdita consistente sull’assegno pensionistico mensile.
L’opzione donna offre invece la possibilità di andare in pensione anticipata a 58 anni se si tratta di dipendenti o a 59 anni se si tratta di lavoratrici autonome. C’è anche la possibilità aperta alle lavoratrici che abbiano maturato al 31 dicembre 2021 a 35 anni di contributi di andare in pensione con una piccola rinuncia sull’assegno mensile, eventualmente rivalutabile. La misura è annuale e viene prorogata di anno in anno, ma molto gettonata dalle donne, benchè implichi una penalizzazione sull’assegno dovuta un ricalcolo contributivo della pensione.
Riforma pensioni 2022: Cosa significa rendere strutturabile “Opzione donna”
Che cosa significa rendere strutturale opzione donna nella riforma pensioni 2022? Nella sostanza significa che di anno in anno si innalza il requisito di età e spostare di un anno l’età in cui maturare quello contributivo. E così opzione donna, una volta divenuta strutturale, si configurerà esattamente come una sorta di pensione anticipata per le donne in grado di permettere loro di ritirarsi dal mondo del lavoro una volta raggiunti i 35 anni di contributi, così accettando un ricalcolo interamente contributivo, anche per gli anni precedenti al 1996 che erano interessati invece dal calcolo retributivo.