RIFORMA PENSIONI 2022: QUANTO COSTA QUOTA 41?
Dopo la notizia di una maggiore attenzione da parte dei sindacati alle proposte provenienti dalla Lega Nord e Matteo Salvini che, proprio di recente ha avuto un dibattito con il presidente dell’INPS, Pasuale Tridico, in riferimento al reale costo di quota 41 , che è già attiva per i lavori usuranti e per i lavoratori precoci ma che, se venisse introdotta all’interno di una riforma pensioni 2022, verrebbe estesa a tutti i lavoratori a partire dal gennaio 2023.
Secondo Tridico infatti quota 41 verrebbe a costare troppo, circa 9 miliardi, ma secondo la lega Nord e il costo complessivo di quota 41 sarebbe di 400 milioni. Chi dei due ha ragione?
Riforma pensioni 2022: se quota 41 non serve quasi a nulla…
E anche se, operando un’analisi accurata, è possibile intuire che quota 41 non costituisce una riforma coraggiosa, perché non cambia nulla o quasi alle attuali regole di exit dal mondo del lavoro che prevedono 41 anni e 10 mesi per le donne 42 anni e 10 mesi per gli uomini, apportando così un beneficio veramente minimo rispetto a quanto sarebbe potuto accadere con quota 100 che avrebbe dato la possibilità di andare in pensione all’età di 62 anni e 38 anni di contributi.
Riforma pensioni 2022: Bruxelles boccia l’Italia
Bruxelles intanto a posto il veto su quota 100 e quota 102, oltre ad avere informato all’Italia che la spesa pubblica è troppo alta, soprattutto in campo previdenziale e che è destinata a crescere nei prossimi 20 anni a causa del decremento demografico. L’Europa ha giudicato insostenibili le varie proposte di riforma pensioni e quindi ha rimandato al governo la decisione se affrontare o meno la questione previdenziale.
Riforma pensioni 2022: Tridico pensa che non ci sarà nessuna riforma
A rompere il sogno di una riforma pensioni 2022 ci ha pensato tre dico, presidente dell’Inps, che sostanzialmente ha dichiarato di non vedere fattibile la risoluzione dell’annoso tema previdenziale entro questo anno solare punto è probabile dunque che se entro un mese e mezzo il governo non dovesse approdare a nessun tipo di trattativa, all’interno della naDef di settembre 2022, non potrà esserci nessun tipo di proposta e quindi la correzione al documento di economia e finanza non comprenderà nessuna proposta di riforma è di legge attuativa in tema di pensioni.
Qualora la profezia di Pasquale Tridico dovesse avverarsi, da gennaio 2023 entrerebbe in vigore nuovamente la legge Fornero visto che quota 100 e quota 102 sono state cazzate sia dal governo draghi che dall’Europa.