LE PAROLE DI DAMIANO

Cesare Damiano ricorda che stando ai sondaggi il Pd è votato meno di Lega, Fratelli d’Italia e M5s tra gli operai.

“È il rovesciamento della storia del 900, quando gli operai e i ceti popolari votavano prevalentemente a sinistra”, sottolinea l’ex ministro del Lavoro, come riporta Italpress, evidenziando che “gli operai e i ceti popolari non si sono più riconosciuti in una sinistra e in un centrosinistra che non hanno più rappresentato, con un tratto di riformismo radicale, i loro interessi. Sul lavoro, diventato più precario, sui licenziamenti diventati più facili (si veda la recente sentenza della Consulta sulla incostituzionalità del Jobs Act), sulle pensioni, con importi non più sufficienti e con un’età di vecchiaia la più alta d’Europa e difficilmente raggiungibile (si veda la riforma Monti-Fornero). Affrontare questa difficile sfida elettorale vuol dire, allora, scrivere un programma sociale che abbia come priorità, nell’immediato, la stabilità del lavoro, l’incremento delle retribuzioni e delle pensioni e la riforma previdenziale”.



PENSIONI 2022-2023, LE PROPOSTE DI FDI

Se Berlusconi con la proposta di una riforma delle pensioni minime a 1000 euro ha preso la “scena” sul fronte campagna elettorale “previdenziale”, in casa Centrodestra si assiste in questi giorni alla formulazione di altre proposte da lanciare entro la fine del 2022. In particolare ci soffermiamo su quanto pone all’attenzione il primo partito (secondo i sondaggi) della coalizione, quel Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che sul fronte pensioni intende dare comunque spazio nel proprio programma. «Va ripristinata la gestione privatistica delle Casse di Previdenza dei professionisti nell’ottica originaria della riforma del 1994 e della linea ribadita dal professor Cassese», ha spiegato il senatore FdI de Bertoldi all’ultimo convegno sul sistema previdenziale della Cassa nazionale del Notariato.



La crisi di Governo, spiegano da FdI, porrà a questo punto un blocco prevedibile all’imminente Decreto sugli investimenti «che davvero introducendo il metodo omologante della evidenza pubblica, significherebbe la morte del sistema privatistico nato nel 1994». Per questo motivo, la difesa dell’autonomia delle Casse rappresenta un punto cardine sulle pensioni per il partito di Giorgia Meloni: diverse altre anime interne al Centrodestra puntano poi sulla riproposizione di Quota 41, specie dal lato Lega anche se in Inps hanno già “storto il naso” per la questione dei costi («4 miliardi nel primo anno di attivazione e oltre 9 miliardi nel decimo anno»). Ciò che resta fermo tanto per Fratelli d’Italia, quanto per Lega e Forza Italia è la forte opposizione al ritorno della Legge Fornero dal 1 gennaio 2023. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI BERLUSCONI

Intervistato dal Corriere della Sera, Silvio Berlusconi torna a parlare dell’inserimento nel programma elettorale dell’innalzamento delle pensioni a 1.000 euro al mese. “Aumentare le pensioni agli italiani, portandole tutte almeno a 1.000 euro al mese, anche a chi non ha mai potuto pagare contributi, come le nostre mamme e le nostre nonne, o piantare un milione di alberi – ovviamente in aggiunta ai piani di piantumazione già in essere – non sono slogan, sono esempi concreti di risposte alle necessità del nostro Paese.

Naturalmente il nostro è un programma ben più articolato che presenteremo più in dettaglio nel corso della campagna elettorale”. Vincenzo De Luca, dalla Festa dell’Unità di Napoli, come riporta l’Agenzia Vista, commenta in modo sarcastico: “Berlusconi ha promesso mille euro di pensione a tutti? Se è questo il livello, allora io ne offro 1.500 più un cornetto gratis al bar”.

DE MAGISTRISI CONTRO BERLUSCONI

Le prime dichiarazioni da campagna elettorale di Silvio Berlusconi, che hanno a che fare anche con temi di riforma delle pensioni, provocano la reazione di Luigi de Magistris. “Berlusconi inizia la campagna elettorale e parla di pensioni a 1000 euro e 1.000.000 di alberi da piantare in un anno.

A volte ritorna, come i milioni di posti di lavoro rimasti solo miraggio per i nostri giovani”, sono le parole dell’ex Sindaco di Napoli riportate dal sito del Quotidiano del Sud. “Siamo alle prese in giro elettorali di chi, quando ha governato, e lo fa più o meno direttamente o indirettamente da circa trent’anni, le pensioni le ha indebolite e i salari non li ha fatti crescere”, aggiunge de Magistris, concludendo poi con queste parole: “Per carità di patria, un appello a voi che avete governato e distrutto la potenza di un Paese, risparmiateci ora, in un momento così difficile per il Paese, promesse e bugie elettorali perché non siete credibili”.

RIFORMA PENSIONI, LA CIRCOLARE INPS SUI CONTRIBUTI VOLONTARI IN AGRICOLTURA

Italia Oggi ricorda che con la circolare Inps n. 81/2022, diventa “sempre più cara la pensione ‘fai da te’ degli ex addetti all’agricoltura”.Questo perché gli ex coltivatori diretti “devono fare i conti con l’aumento dell’aliquota contributiva decisa dalla riforma Fornero”. Il quotidiano spiega che “nei confronti sia dei soggetti autorizzati alla prosecuzione volontaria dell’assicurazione entro il 30 dicembre 1995, sia dei lavoratori agricoli dipendenti autorizzati dal 31 dicembre 1995, per i quali nell’anno 2006 è stata raggiunta l’aliquota dovuta dalla generalità delle aziende agricole, l’aliquota applicata per il Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) è pari al 29,70%” e che “le retribuzioni medie settimanali sulle quali calcolare il contributo volontario per l’anno in corso sono state incrementate in misura dell’1,9%”.

DUE CLASSI DI CONTRIBUZIONE RIMASTE

Inoltre, “anche per i lavoratori autonomi dell’agricoltura le classi di reddito sono state rivalutate” in base agli indici Istat relativi all’andamento dei prezzi al consumo. Dunque, “l’aliquota contributiva dovuta al fondo pensioni per l’anno in corso”, raggiunge il 24%. In pratica, le classi di contribuzione sono soltanto due, “in quanto le prime due danno come risultato un importo inferiore al minimale (lo stesso di quelle stabilito per i dipendenti): 58,51 euro a settimana settimanali, se autorizzati entro il 31 dicembre 1995 e 68,06 euro settimanali, se l’autorizzazione alla contribuzione volontaria è stata accordata dopo il 31 dicembre 1995”.

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