Riforma pensioni 2022: parti sociali e sindacati al lavoro

In assenza di una riforma pensioni che possa essere stabile e punto di riferimento per il mondo del lavoro di oggi e di domani, le parti sociali e i sindacati si interrogano su come strutturare un piano individuale pensionistico, che comprenda oltre agli incentivi fiscali per il lavoratore che scelga di optare congiuntamente anche per una pensione integrativa, le proposte che rendano strutturabili questa soluzione all’interno del sistema pensionistico italiano.



Riforma pensioni 2022: cosa sono i Pip, Piani individuali pensionistici

I piani individuali pensionistici sono stipulati con le assicurazioni su base individuale e sostanzialmente si distinguono in:

  • piani individuali pensionistici nuovi conformi al decreto 252/2005;
  • Piani individuali pensionistici vecchi relative ai contratti fino al 31 dicembre 2006 non adeguati al decreto legislativo sopraindicato.

Si tratta di piani di investimento realizzati attraverso l’adesione a fondi pensione aperti, oppure mediante i contratti di assicurazione sulla vita.
Si tratta di fondi diversi da quelli liberi entro cui destinare in maniera tacita il TFR di cui abbiamo già parlato.



Questi fondi infatti si basano sul principio della capitalizzazione che considera l’intero montante accumulato dal singolo e gestito dal fondo pensione che lo reinveste valorizzandolo. In questo modo il rendimento ottenuto consente di incrementare l’importo della pensione complementare.

Riforma pensioni 2022: chi può aderire ai PIP

Possono aderire ai piani individuali pensionistici di tipo assicurativo, tutti coloro che lo desiderano, anche se al momento della stipula sono disoccupati e decidano quindi di inserire all’interno i propri risparmi.

I costi di questi piani che sostanzialmente si dividono in due gruppi, quelli di ramo I e quelli di ramo III, che si differenziano tra loro perché il primo consente di ottenere una valutazione della posizione personale, mentre il secondo è collegato alle quote di uno o più fondi interni detenuti dall’ impresa oppure alle quote degli organismi di investimento collettivo del risparmio.



Quale che sia il piano scelto, i costi sono relativi all’amministrazione, alla gestione patrimoniale e al collocamento dei piani individuali pensionistici.