Il governo Draghi ha avuto un anno e mezzo per fare la riforma pensioni 2022 ma non è riuscito a portarla a termine dopo aver abolito quota 102 e quota 100 e dopo aver avviato dei tavoli di consultazione.
Riforma pensioni 2022: potrebbe tornare quota 102?
La situazione attuale potrebbe essere veramente complicata e si sta letteralmente brancolando nel buio. Se il nuovo governo non dovesse formarsi entro il 20 di ottobre, è probabile che per la fine di novembre non si arriverà a discutere una sola proposta di riforma pensioni 2022.A questo punto cosa potrebbe capitare? È molto probabile che in realtà chi è chiamato a governare ci stia già lavorando ad una proposta di riforma delle pensioni 2022 anche se naturalmente tutto quello che verrà proposto dal nuovo governo dovrà necessariamente passare per il Ministero dell’Economia.
Naturalmente il governo Draghi ha eliminato quota 102 con la promessa di rifare una riforma pensioni che non è più stata fatta. Giorgia Meloni ammette di sentire l’ex presidente della BCE una volta a settimana e di essersi già lungamente consultata con lui. Ma visto che i tempi corrono e che sono anche molto stretti è probabile che il nuovo governo tagli la testa al toro e cerchi 4 miliardi di euro per il 2022 e altri 10 miliardi per gli anni seguenti in modo da poter riconfermare la legge eliminata da Mario Draghi. Naturalmente serviranno anche dei soldi per riconfermare ape sociale e opzione donna.
Riforma pensioni 2022: cosa accadrà nel 2023
Qualsiasi possa essere la scelta del nuovo Governo Meloni, è molto probabile che il ministro del lavoro chiamato a presiedere quel dicastero dovrà trovarsi di fronte le lamentele di molti sindacati a partire da Pierpaolo Bombardieri, numero uno della UIL che ha dichiarato sul tema della riforma pensioni 2022 che non devono essere trascurate le donne e che è necessario allinearsi all’Europa: “Riallineare l’età di accesso alla pensione in Italia intorno a 63 anni come avviene negli altri Paesi europei, introducendo forme di flessibilità per i lavori gravosi e usurante. E fare una grande operazione verità sui conti previdenziali, separando finalmente la spesa per pensioni da quella assistenziale e prevedere da subito una pensione di garanzia per i giovani penalizzati dal lavoro precario di questi anni. Bisogna stabilire un anticipo pensionistico per ogni figlio e valorizzare il lavoro di cura oggi ai fini previdenziali. Se tutti affermiamo che le donne lavorano più degli uomini bisogna essere coerenti bisogna mandarle in pensione prima”,